Ticino e Grigionitaliano

A Strada Regina la testimonianza di sr. Roberta Vinerba, da atea a teologa

Il proverbio «le vie del Signore sono infinite» sembra calzare a pennello per suor Roberta Vinerba, protagonista della puntata di oggi di «Strada Regina». In un recente articolo viene così descritta: teologa e prima donna a dirigere in Italia un Istituto di scienze religiose, quello superiore di Assisi. È anche la prima francescana che, avendo promesso obbedienza al suo vescovo, non vive in convento ma in una parrocchia. Ed è la prima donna a commentare in televisione il Vangelo della domenica, nella trasmissione «Sulla strada» in onda su Tv2000. Tutte queste prime volte per una donna stupiscono che siano diventate una notizia nel 2023. Ma la vocazione francescana in lei non è stata chiara fina da subito.

Tra la giovane protagonista delle battaglie femministe, la manager spregiudicata di un grande gruppo editoriale, la dura anticlericale – al punto di aver sperato che l’attentato a papa Wojtila portasse il Papa alla morte – e la suora che oggi buca lo schermo di TV2000 con il suo linguaggio diretto esiste una continuità che suor Roberta Vinerba non ha difficoltà a riconoscere: «L’incontro con il Vangelo ha fatto sintesi di tutte le mie domande, e anche le esperienze sbagliate sono state risistemate e risignificate. Non butto via nulla, non mi piace enfatizzare il prima e il dopo, il Signore già mi voleva bene. Ho tribolato di più, senza alcune cose avrei sofferto di meno, ma sarei diversa, questa è la mia vita. Ci ho fatto pace. Ero una persona che cercava di essere libera e pensavo che Dio fosse Colui che negava la mia libertà di persona e che la Chiesa fosse un’istituzione fuori dai tempi che negava a me di essere donna».

Cruciale è stato prendere contatto con la femminilità di Maria. «Non è un’idea, con lei ho capito cos’è la donna forte: non quella arrabbiata che ero io, che doveva necessariamente ragionare in termini di rivendicazione e discriminazione. Quello che cercavo era una relazione di reciprocità, dove ciascuno potesse riconoscere degno l’altro. E questo l’ho trovato nel Vangelo, nella comunità ecclesiale. Avrò avuto anche fortuna, ho incontrato dei vescovi eccezionali, che hanno scommesso su di me». Racconta che la sua conversione è iniziata il 23 settembre 1987, quando, portata dalla sorella a parlare con un sacerdote che le ha detto «Dio ti ama», e lei si trovò improvvisamente e inspiegabilmente in lacrime. Nel 1999 suor Roberta ha pronunciato i voti perpetui nelle mani dell’allora arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, consacrandosi in una forma di vita francescana diocesana. Ha studiato teologia fino a conseguire il dottorato in Teologia morale alla Pontificia università Gregoriana, iniziando quindi ad insegnare questa materia teologica presso l’Istituto superiore di scienze religiose di Assisi, e nel febbraio 2018 ne è stata nominata direttrice. Suor Roberta Vinerba vive vicino Perugia, dove da trent’anni si occupa della formazione degli adolescenti e dei giovani, oltre a collaborare con TV2000 e ad essere autrice di diversi libri di pastorale familiare e spiritualità. A «Strada Regina» parla questa sera alle 18.35 su RSILA1 della consapevolezza della donna e se la Chiesa si è posta bene il problema: «Se una persona è intelligente, lo è indipendentemente che sia una donna o un uomo. C’è un genio femminile che non sono le quote rosa, si tratta di valorizzare la reciprocità, maschile e femminile, che vanno sempre insieme (…) Puntare sull’avere più spazio, più ruolo è giusto, perché la comunità ecclesiale ha bisogno del genio femminile, come diceva Giovanni Paolo II. Però la via non è quella della contrapposizione o rivendicazione, non sono categorie evangeliche».

Guarda la puntata di Strada Regina

| © Strada Regina
16 Dicembre 2023 | 07:06
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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