Ticino e Grigionitaliano

A Strada Regina la storia di Ariane Stockli e il suo operato tra i poveri della città di Zurigo

Ariane Stocklin indossa una felpa blu con il logo della comunità di Sant’Egidio, e una veste bianca che le arriva fino alle scarpe da ginnastica. «Piove? Ma non mi dire!», esclama con una risata. Nessun problema. Alza il cappuccio della felpa, indossa un impermeabile ed esce in strada con il suo carrello carico di cibo in scatola, seguita da una decina di volontari. Siamo a Zurigo in Müllerstrasse, una traversa della Langstrasse a pochi minuti dalla stazione.  Ariane è una consacrata dell’Ordo Virginum e insieme al sacerdote Karl Wolf anima «Incontro», un’associazione nata per aiutare le persone della strada: senzatetto, tossicodipendenti, famiglie in povertà o anziani soli, donne e uomini del mondo della prostituzione. Alle quattro del pomeriggio  Ariane, don Karl e i volontari stanno partendo per allestire la «Gassen-Mensa», una mensa di strada. Posizionano i carrelli in un vicolo dietro la stazione e allestiscono una sorta di buffet. Ogni giorno circa duecento persone si mettono in fila con ordine, e scelgono quali prodotti ricevere gratuitamente. «Sono donazioni inviate da locali e aziende che ci supportano», spiega Ariane. La osserviamo mentre saluta tutte le persone che si mettono in fila. «Siamo qui al loro servizio, sono i nostri ospiti», è il suo mantra. Con ciascuno scambia una parola, fa una battuta, si ferma per ascoltare una confidenza. Si vede che ha un’empatia particolare e ci spiega da dove nasce questa sensibilità: «Sono cresciuta in una famiglia non facile, mio fratello maggiore fin da giovane è andato a vivere per strada. Lui ha sei anni più di me e ha fatto questa vita per quattordici anni. Ora è uscito dalla strada e ha una famiglia, ma la sua vicenda mi ha segnata: ho capito subito che volevo consacrarmi e dedicare la vita alle persone ai margini della società. La vocazione non è una chiamata dall’alto, ma un impulso che viene dal basso, dalla propria storia personale». La mensa di strada non è l’unica attività dell’associazione «Incontro». In Müllerstrasse si trova il bar «Primero», un punto di riferimento per le persone della strada. I volontari servono succo di frutta, caffè e dolci. Gli ospiti possono bere e mangiare, fare un gioco in scatola, guardare un film in compagnia. Un uomo ha una ferita al volto: «Stanotte è stato aggredito mentre dormiva», spiega Ariane. «I senzatetto hanno sempre paura che gli succeda qualcosa, non possono mai stare tranquilli. Al «Primero» offriamo un posto sicuro per tutti e tutte». Il venerdì sera, poi,  Ariane e don Karl si mettono in macchina e percorrono tutta la Langstrasse. È quello che chiamano il «Bordell-Tour», il giro dei locali a luci rosse. «Le persone del milieu, del ›giro’, spesso vivono insieme in piccole stanze, a volte non hanno nemmeno la cucina. Portiamo cibo che possono mangiare senza cottura e prodotti igienici. Ma soprattutto parliamo con loro, chiediamo come stanno, se hanno bisogno di qualcosa». Quello che colpisce di Ariane e don Karl è la familiarità con cui si relazionano con le persone della strada. «Ogni giorno», spiega sAriane, «capisco meglio perché Gesù frequentava gli ultimi del suo tempo. Qui non ci sono maschere, si arriva al fondo dell’umanità ferita che merita di essere rimessa al centro della società». Sono le dieci di sera quando finisce il «Bordell-Tour». Ariane e don Karl possono andare a riposare: anche domani torneranno a incontrare le persone della strada.

Tutta la loro storia questa sera a «Strada Regina» su RSI La1 alle ore 18.35.

2 Giugno 2023 | 10:46
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