Ticino e Grigionitaliano

A Neggio i 400 anni dalla dedicazione della chiesa parrocchiale

Quattrocento anni fa gli abitanti  di Neggio decisero di avere forze  sufficienti per essere indipendenti,  per erigere dapprima la parrocchia  e poi una chiesa dove riunirsi e diventare  così una comunità. Di generazione  in generazione ognuno  ha dato il suo apporto per rendere  la comunità più forte e la chiesa più  bella, più grande, più preziosa. Ed è  proprio questa dimensione parrocchiale,  che don Davide Droghiniamministratore parrocchiale di  Neggio, Vernate, Cimo e Iseo, si  augura possa essere riscoperta da  parte dei parrocchiani in occasione  dei festeggiamenti per i quattrocento  anni dalla fondazione della  chiesa di Neggio, dedicata a S. Maria  Assunta. L’anniversario verrà ricordato  sabato 26 ottobre, durante  la festa del Madonna del Rosario  (vedi box), preceduta da una settimana  di eventi. 

Le prime testimonianze 

Neggio diventa indipendente e si  stacca dalla parrocchia di Agno nel  1611. È da quel momento che ci sono  le prime notizie certe sulla popolazione  del posto, in occasione delle  visite pastorali dei vescovi di Como  e anche relativamente all’obbligo dei  parroci – successivo al concilio di  Trento – di registrare in un apposito  registro i propri fedeli.  La festa, che vuole rievocare la dedicazione  della chiesa avvenuta nel  1620, è stata fortemente voluta da  don Davide, affinché, come ci racconta,  «i parrocchiani possano riscoprire  quel senso di appartenenza  ecclesiale, quella sensazione benefica  di «esserci» e di «poter fare»,  anche in una realtà discosta come  quella di una valle». Per ricordare ai  parrocchiani la loro identità, un  nuovo stemma parrocchiale, prossimo  all’approvazione, sarà presto  presentato. 

Le sfide pastorali 

Don Davide, che amministra dunque  delle realtà di montagna, ci racconta  come si svolge la missione pastorale  in zone simili, che contano  non più di 1200 abitanti: «Cerchiamo  di fare comunione il più possibile.  Penso alla pastorale giovanile,  che viene portata avanti assieme alla  parrocchia di Agno. Quest’estate  con i ragazzi abbiamo fatto una vacanza  spirituale a Cesenatico. Inoltre,  c’è un lavoro comune anche per  quanto riguarda la pastorale degli  adulti; insieme ad Agno, organizziamo  un pellegrinaggio e un viaggio  culturale all’anno».  Altro motivo di grande coesione  sono poi le feste patronali: «in tutto,  nelle quattro parrocchie che amministro,  ne celebro sei all’anno. Per  questo, proprio per fare di nuovo  «comunione», ho voluto che si creasse  a partire da quest’anno un comitato  che si occupi di queste festività.  Ma non è solo una questione pratica:  è anche un modo concreto per  superare il cosiddetto campanilismo,  che da queste parti si fa inevitabilmente  sentire. Non dobbiamo  dimostrare niente a nessuno, dobbiamo  solo renderci conto che fare  le cose insieme è più bello». Ed è  proprio seguendo questo spirito,  che don Davide ha pensato a un ciclo  di incontri che si snoderanno  lungo tutto l’anno, il primo dei quali  proprio dedicato alla riscoperta del  vero senso di una comunità parrocchiale. 

Nuove modalità per riscoprirsi comunità

Don Sergio Carettoni, che interverrà  a Neggio nell’ambito del tema  «Nella tua Chiesa ci siamo anche  noi», il 23 ottobre, da noi interpellato  ci spiega che: «l’elemento costitutivo  della parrocchia non è solo  il parroco, bensì l’intera comunità  che si raduna per vivere, oltre all’Eucaristia,  altrettanti momenti di preghiera  e di aggregazione evangelica.  La sfida oggi è quella di capire in  anticipo, soprattutto nelle zone pastorali  discoste, quando un giorno  potrebbe venire a mancare la presenza  permanente di un parroco,  come continuare ad essere Chiesa».  «Vedo nei laici una nuova forma di  ministerialità – «i custodi del fuoco»  – in stretta comunione con il vescovo  e con i sacerdoti suoi collaboratori:  si tratta di persone debitamente  formate che, umilmente, senza sostituirsi  a nessuno, si impegnano  nella quotidianità a prendersi cura  e a mantenere vivo il fuoco della fede  che il parroco aveva acceso a suo  tempo». Ma a quali figure pensa  esattamente? «Ordinariamente si  pensa al diacono permanente, ma  in realtà di periferia anche la funzione  dell’accolito e del lettore sono essenziali.  Il lettore soprattutto non è  solo colui che annuncia la Parola durante  una celebrazione, ma anche  colui che può seguire il cammino di  evangelizzazione nei suoi sviluppi,  magari impegnandosi a coordinare  in prima persona tutto il lavoro della  catechesi. Oltre alla centralità della  celebrazione eucaristica ci vogliono  anche persone che seguano il  cammino feriale di quelle comunità  là dove non è più garantita la presenza  di un sacerdote. Nelle parrocchie  di montagna diventa oggi profetico  ed essenziale ragionare in  quest’ottica: ai parrocchiani la sfida  di diventare segno di una presenza,  quella di Gesù». 

Gli appuntamenti per i festeggiamenti

Oggi, alle 20.30, concerto nella chiesa  di Neggio del coro di Tesserete.  Martedì 22 ottobre, sempre alle  20.30, S. Rosario animato dal gruppo  Scout dei «Foulard Bianchi». Mercoledì  23, nella sala del municipio di  Neggio alle 20.30, la conferenza di  don Sergio Carettoni, dal titolo «Nella  tua Chiesa ci siamo anche noi».  Giovedì 24 ottobre adorazione eucaristica  alle 20.30, mentre venerdì  25 ottobre conferenza di don Carlo  Cattaneo, Direttore dell’Archivio storico  diocesano, sempre alle 20.30 nella  Sala del Municipio. Sabato 26 ottobre,  infine, per la festa della Madonna  del Rosario, alle 17.30 S. Messa  solenne presieduta da mons. Lazzeri,  vescovo di Lugano e apertura  dei festeggiamenti per il 400esimo  centenario. 

Laura Quadri

19 Ottobre 2019 | 16:44
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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