Foto colorata di Teresa di Lisieux, nel luglio 1896.
Internazionale

150 anni fa nasceva Santa Teresa di Lisieux. Diversi eventi anche in Ticino

di Cristina Uguccioni

Domenica 1 ottobre la Chiesa fa memoria di santa Teresa di Lisieux, di cui quest’anno ricorre il centocinquantesimo anniversario della nascita e il centesimo anniversario della beatificazione. Giovane carmelitana scomparsa a soli 24 anni, è stata proclamata patrona delle missioni e Dottore della Chiesa.

Di lei Giovanni Paolo II ha detto: «il suo cammino spirituale è così maturo ed ardito, le intuizioni di fede presenti nei suoi scritti sono così vaste e profonde, da meritarle un posto tra i grandi maestri dello spirito». Tratte dalla sua opera «Storia di un’anima», ecco quattro riflessioni esemplari.

Santa Teresa cerca e trova una «piccola via tutta nuova»: è una via che chiunque, a qualunque età, può desiderare, trovare, percorrere, con la grazia di Dio.

«Il buon Dio non può ispirare desideri inattuabili, perciò posso, nonostante la mia piccolezza, aspirare alla santità. Diventare più grande mi è impossibile, devo sopportarmi tale quale sono con tutte le mie imperfezioni, nondimeno voglio cercare il mezzo di andare in Cielo per una via ben diritta, molto breve, una piccola via tutta nuova. Siamo in un secolo di invenzioni, non vale più la pena di salire gli scalini, nelle case dei ricchi un ascensore li sostituisce vantaggiosamente. Vorrei anch’io trovare un ascensore per salire la dura scala della perfezione. Allora ho cercato nei libri dei santi l’indicazione dell’ascensore, oggetto del mio desiderio, e ho letto queste parole: «Se qualcuno è piccolissimo, venga a me. Come una madre carezza il suo bimbo, io vi consolerò, vi poserò sul mio cuore e vi terrò sulle mie ginocchia!». (…) L’ascensore che deve innalzarmi fino al cielo sono le vostre braccia, Gesù! Per questo non ho bisogno di crescere, al contrario bisogna che resti piccola, che lo divenga sempre più».

Semplicità e abbandono filiale, ecco la preghiera.
«Al di fuori dell’Ufficio divino, che sono indegnissima di recitare, non ho il coraggio di sforzarmi a cercare nei libri le belle preghiere. (…) Non ce la farei a dirle tutte, e, non sapendo quale scegliere, faccio come i bimbi che non sanno leggere, dico molto semplicemente al buon Dio quello che gli voglio dire, senza far belle frasi, e sempre mi capisce. Per me la preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo gettato verso il Cielo, è un grido di gratitudine e di amore nella prova come nella gioia, insomma è qualche cosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l’anima e mi unisce a Gesù».

«In un tempo nel quale il clima dei rapporti sociali continua a peggiorare e anche la vita della Chiesa è segnata da scontri e contrapposizioni talvolta persino scomposte, dure, volgari, santa Teresa insegna come abitare nella Chiesa. E nel mondo» .


«Sento in me altre vocazioni; sento il bisogno, il desidero di compiere per te, Gesù, tutte le opere più eroiche. (…) Nonostante la mia piccolezza, vorrei illuminare le anime come i profeti, i dottori, ho la vocazione di essere apostolo… (…) vorrei essere missionaria (…) vorrei versare il mio sangue per Te (…) Durante l’orazione, i miei desideri mi facevano soffrire un vero martirio: aprii le epistole di San Paolo per cercare una risposta. I capitoli 12 e 13 della Prima Lettera ai Corinzi mi caddero sotto gli occhi. Lessi che non tutti possono essere apostoli, profeti, dottori ecc.; che la Chiesa è composta di diverse membra e che l’occhio non potrebbe essere al tempo stesso anche la mano. La risposta era chiara, ma non colmava il mio desiderio, non mi dava pace. Continuai la lettura. L’apostolo spiega come i doni più perfetti sono nulla senza l’amore. (…) Capii che l’amore solo fa agire le membra della Chiesa, che, se l’amore si spegnesse, gli apostoli non annunzierebbero più il Vangelo, i martiri non verserebbero più il loro sangue…O Gesù, mio Amore, la mia vocazione l’ho trovata finalmente, la mia vocazione sarà l’amore! (…). Nel cuore della Chiesa io sarò l’amore!».

«Ciò che tiene in vita gli esseri umani passa attraverso atti, gesti, parole, pensieri che si potrebbe essere tentati di qualificare come minimi, piccole cose, poiché attengono alla vita quotidiana, alla vita che è di tutti: in realtà lì si accende qualcosa di immenso, che trasmette il calore della presenza di Dio. Sono le molteplici forme della custodia, della dedizione, della cura che ciascuno compie e può compiere nell’arco di ogni giornata, affetti e legami buoni che sono incanti quotidiani. Il Signore è di lì che passa. Santa Teresa lo sa bene».

Capisco che la carità perfetta consiste nel sopportare i difetti degli altri, non stupirsi delle loro debolezze, edificarsi dei minimi atti di virtù che essi praticano, ma soprattutto ho capito che la carità non deve restare affatto chiusa nel fondo del cuore: «Nessuno – ha detto Gesù – accende una fiaccola per metterla sotto il moggio, ma la mette sul candeliere affinché rischiari tutti coloro che sono in casa». Mi pare che questa fiaccola rappresenti la carità la quale deve illuminare, rallegrare, non soltanto coloro che mi sono più cari, ma tutti coloro che sono nella casa, senza eccettuar nessuno.
Sì, lo sento, quando sono caritatevole è Gesù solo che agisce in me, più sono unita con lui, più amo anche tutte le mie sorelle. Quando voglio aumentare in me quest’amore, soprattutto quando il demonio cerca di mettermi davanti agli occhi dell’anima i difetti di quella o quell’altra sorella che mi è meno simpatica, mi affretto a cercare le sue virtù, i suoi buoni desideri; mi dico che, se l’ho vista cadere una volta, ella può bene avere riportato un gran numero di vittorie che nasconde per umiltà, e perfino ciò che mi pareva un errore può benissimo essere, a causa dell’intenzione, un atto di virtù. (…)
C’è in comunità una consorella la quale ha il talento di dispiacermi in tutte le cose, le sue maniere, le sue parole, il suo carattere mi sembrano molto sgradevoli. Tuttavia è una santa religiosa che deve essere graditissima al Signore, perciò io, non volendo cedere all’antipatia naturale che provavo, mi son detta che la carità non deve consistere nei sentimenti, bensì nelle opere; allora mi sono dedicata a fare per questa consorella ciò che avrei fatto per la persona più cara. Ogni volta che la incontravo, pregavo il buon Dio per lei, offrendogli tutte le sue virtù e i suoi meriti. (…) Non mi contentavo di pregar molto per la sorella che mi suscitava tanti conflitti interni, cercavo di farle tutti i favori possibili, e quando avevo la tentazione di risponderle sgarbatamente, mi limitavo a farle il più amabile dei miei sorrisi (…) Poiché ignorava assolutamente quello che sentivo per lei, mai ha supposto i motivi della mia condotta, e rimane persuasa che il suo carattere mi è piacevole».

Eventi anche in Ticino

Per celebrare il Giubileo di Santa Teresa, è in programma oggi la festa delle famiglie a Rancate: alle 14.30 ritrovo all’oratorio di Rancate, per la testimonianza di sr. Marina di Lugano sullo spirito teresiano. Alle 16 nella parrocchiale, S. Messa presieduta dal vescovo Alain. Alle 17.15 rinfresco per tutti. Info su famiglieinrete.ch.

Inoltre, a Viganello fino al 15 ottobre è esposta la mostra: «In clausura: le estreme frontiere». Un’esaustiva esposizione composta da più di trenta pannelli che illustrano fedelmente la vita straordinaria di Santa Teresa di Lisieux. Realizzata in occasione del «Meeting per l’Amicizia fra i popoli» del 1996, a cura di Bruno Biotti, Giuseppe Scarpellini e Antonio Sangalli. Domenica 1 ottobre alle 15 ci sarà la presentazione ufficiale con visita guidata.

Infine, alla Facoltà di Teologia di Lugano, esposizione a partire dal 18 ottobre.

Foto colorata di Teresa di Lisieux, nel luglio 1896. | © CC
1 Ottobre 2023 | 08:25
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