Foto colorata di Teresa di Lisieux, nel luglio 1896.
Ticino e Grigionitaliano

Santa Teresa di Lisieux oggi: alcune chiavi di lettura

Mosso, come sempre, dal suo animo di pastore, in data 15 ottobre 2023, Papa Francesco ha pubblicato l’Esortazione Apostolica «C’EST LA CONFIANCE», sulla fiducia nell’amore misericordioso in occasione del 150° anniversario della nascita di Santa Teresa di Gesù bambino e del Volto Santo (2 gennaio 1873).

Con questo testo magisteriale, il Santo Padre spiega bene l’attualità di questa piccola ragazza francese, morta il 30 settembre 1897, a 24 anni nel monastero carmelitano di Lisieux. Inoltre Egli risponde alla domanda di come mai Santa Teresina eserciti un’attrattiva anche su una moltitudine di donne e uomini che non appartengono esclusivamente al mondo cattolico. Infatti, anche molte persone che provengono da altri mondi religiosi si sentono perfettamente a loro agio alla sua presenza non solamente nel Santuario di Lisieux o davanti alle sue reliquie. Per esempio, molte persone musulmane, in particolare le donne, abitanti al Cairo, vanno in una Chiesa della Capitale egiziana che è dedicata a questa Santa. Lo fanno per respirare con Lei una Presenza infinita, una Presenza d’amore. Possono sperimentare questa Presenza divina grazie alla presenza fraterna di Teresa che è presenza di luce e di amore. Possono contemplare Teresa come un’icona, vale a dire come una finestra tra cielo e terra. Icona infatti non significa solo immagine, ma – in senso analogo ma esatto – significa: finestra che permette di guardare la terra, dove Cristo si è incarnato, e il cielo dove il volto del Redentore, sfigurato dalla passione, è trasfigurato, per sempre e irraggia luce d’amore. Possiamo quindi affermare che Teresa è «una finestra aperta sul Cielo e sulla terra» oppure «un trattato teologico scritto/dipinto con i colori», i colori di una vita di una persona che ha trasformato il grigio della quotidianità nei colori di una vita di amore senza limiti, i colori di una vita eroica piena di amore e felicità. Infatti, diceva un frate agostiniano «Amare è una virtù, essere amati è felicità».

Possiamo correttamente scrivere che Santa Teresina è una nuova Veronica, cioè una vera e propria icona sacra. Come la prima Veronica, questa giovane suora ha camminato nella contemplazione del Volto Santo di Gesù che si avviava verso il Calvario. Asciugando il Volto Santo ha ricevuto il nome Veronica, nome che «è il nome che è nato nel momento stesso in cui il suo cuore è diventato l’effigie (icona) del Cristo sofferente: effigie della verità. Il suo nome è nato da ciò che guardava… La visione è uno spazio dell’anima» (cfr. La Veronica di Giovanni Paolo II). Una visione dove la preghiera diventa sguardo d’amore e l’atto di fiducia diventa gesto d’amore.

Tale amore ha tre proprietà che questa piccola, grande santa ha vissuto e insegna ancora oggi attraverso la sua vita ed i suoi scritti.

In primo luogo, la proprietà dell’amore è quella di abbassarsi, di chinarsi sull’amato: Dio è amore, Dio è tutto proteso sulle sue creature, alle quali si dona totalmente.

In secondo luogo, Dio ama ogni essere umano come se fosse unico al mondo.

In terzo luogo, come Dio organizza tutte le stagioni affinché anche nel deserto possa nascere un solo fiore, così organizza il mondo intero e tutta la storia per ogni creatura umana. Ognuno di noi è piccolo, umile, ma unico.

Ciò che Dio ama in noi non sono tanto le nostre opere, non è il fatto che non abbiamo commesso peccati. Ciò che Dio ama in noi è la fiducia assoluta che abbiamo in Lui. Da parte nostra, se avessimo commesso dei peccati, dovremmo gettarci tra le sue braccia, e se non li avessimo commessi, dobbiamo essere consapevoli che ciò è grazie a lui. La fiducia assoluta, questa maturità, quest’anima grande e forte, che può essere totalmente un bambino tra le braccia di Dio; ma in modo né sentimentalistico, né infantilistico, ma veramente adulto, molto profondo, assolutamente totalizzante.

Teresa di Lisieux ha infatti raggiunto una maturità cristiana e umana di sapienza che le è valsa il titolo di Dottore della Chiesa da parte di Papa Giovanni Paolo II nel 1997, e il riconoscimento come donna «intellettuale» da parte dell’UNESCO nel 2021. Dall’età di quattordici anni, si è sentita illuminata dalla sapienza dell’amore che è la Verità incarnata. In modo speciale, Teresa di Lisieux è una giovane Dottore della Chiesa, ma anche una maestra di vita umana ed evangelica che illumina soprattutto i cammini dei giovani che sono, e devono essere sempre più, protagonisti di questo terzo millennio.

La giovane Teresa insegna a non accettare nulla come verità che sia privo di amore, e a non accettare nulla come amore privo di verità. L’uno senza l’altro diventa una bugia distruttiva.

L’insegnamento di Teresa, vera scienza dell’amore, è l’espressione luminosa della sua conoscenza del mistero di Cristo e della sua esperienza personale di Cristo, presenza concreta nella sua vita quotidiana. È figlia del XIX secolo ma aiuta gli uomini e le donne di oggi nel 21° secolo a percepire meglio i doni di Dio nell’opacità della vita quotidiana, rendendo eroico ciò che tutti considerano opaco e banale. Ha così diffuso la Buona Novella dell’infinito (= incommensurabile) Amore di Dio.

Questo insegnamento ci arriva ancora oggi, come Papa Francesco sottolinea nella Lettera Apostolica del 15 ottobre 2023, attraverso Santa Teresa che non fece nulla che potesse spiegare un’influenza globale e costante. Questa giovane Suora non ha inviato alcun messaggio agli uomini del mondo, ma li ha portati nel cuore. Non c’è dubbio che, pur vivendo nel piccolo monastero, allora sconosciuto, allora sconosciuto ha fatto della sua vita uno spazio abbastanza grande da contenere il mondo intero. E’ perché ha esercitato davvero una maternità spirituale con riguardo a tutti i popoli della terra che la Chiesa l’ha scelta come patrona delle missioni, e che, di fatto e oggi come più di un secolo fa, la sua influenza si esercita, anche senza alcuna predicazione, sulle popolazioni che possiedono questo meraviglioso fulgore della sua presenza.

Non sono le sue semplici e banali occupazioni in questo breve soggiorno al Carmelo durato solo 8 anni, non sono le sue attività quotidiane, prive di importanza in sé, che l’hanno posta al vertice di un’innumerevole stirpe spirituale, è solo il dono di sé stessa a Dio come figlia e sposa, all’umanità come sorella e madre. Fu, il suo, un dono totale, fino alla radice del suo essere, a Dio, Padre ricco di misericordia, a tutta l’umanità e a tutto l’universo. In lei si vede che il Cielo non è il contrario della terra, ne è il fondamento. La vita della piccola, grande Santa è trascorsa come la vita di un piccolo granello di sabbia che, posto nel «guscio dell’ostrica» del cuore di Dio, è diventata perla. La polvere dei momenti banali di una vita nascosta e umile ha aderito alla roccia di Dio che di lei fece la sua dimora e la porta del Cielo.

Questa Santa mostra che nella Chiesa, prima di avere abbondanza di mezzi, metodi e strutture (che spesso distraggono dall’essenziale), sono necessari cuori come quello di Teresa che chiese a Cristo: «Dammi il tuo cuore affinché io possa amarti». Infine Teresa di Lisieux mostra che la santità è una comunione di amore semplice, umile, piena di fiducia e di abbandono. Santo o santo è la vera persona. Lei è una persona bellissima.
La bellezza, infatti, è frutto dell’amore e il santo è colui che risponde pienamente a questo amore. Fin dalla Genesi, l’amore di Dio si presenta come luce che penetra ogni cosa con splendore, fino alla splendida visione della coppia umana: maschio e femmina. Questa bellezza sponsale si manifesta nuovamente ogni volta che la realtà viene accolta come dono e richiamo a Dio.

Aderendo a Cristo, i santi si avvicinano alla bellezza di Dio e la riflettono nel mondo. Gli esseri umani non possono accontentarsi di nient’altro che di Dio. Per la piccola Teresa, Dio Trinità è amore, mentre l’uomo è desiderio d’amore. La persona umana va o verso Dio o verso le piccole cose, allontanandosi da Dio: Cristo è venuto proprio per avvicinarci al Padre. Dio ci ha dato Teresa per insegnarci la piccola via, che ci permette di raggiungerlo pur essendo fragili, semplici e con una vita banale. Basta camminare verso di Lui con la stessa fiducia e lo stesso amore della piccola, grande Santa, che ci mostra che tutti possono donare tutto a Dio, Padre d’amore. Dio apprezza chi dà tutto come fece la vedova nel tempio, quando offrì solo due spiccioli, che erano, però tutto ciò che possedeva. Ma apprezza anche Zaccheo che gli ha dato «solo» la metà dei suoi beni e dice che nella casa di questo era entrata la salvezza. Dio chiede tutto, ma si accontenta di quello che, poco o tanto che sia, gli offriamo. L’importante è che, come Santa Teresa di Lisieux, lo facciamo con gioia.

Mons. Francesco Follo


Mostra e conferenza su santa Teresa di Lisieux alla Facoltà di Teologia di Lugano

Fino al 30 ottobre, alla Facoltà di Teologia di Lugano, verrà esposta la mostra itinerante «Thérèse de Lisieux ou la brûlure d’amour».

Venerdì 20 ottobre alle 17.30, nell’Aula Multiuso FTL, è in programma la conferenza «Teresa di Lisieux: giovane donna, ricercatrice di senso». Relatori: mons. Francesco Follo, suor Cristiana Maria Dobner e il prof. Lorenzo Cantoni. Seguirà, alle 21, un concerto con musiche e testi del tempo di Santa Teresa di Lisieux a cura degli studenti del Conservatorio Monteverdi di Cremona.


Foto colorata di Teresa di Lisieux, nel luglio 1896. | © CC
19 Ottobre 2023 | 11:02
Tempo di lettura: ca. 6 min.
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