Foto colorata di Teresa di Lisieux, nel luglio 1896.
Ticino e Grigionitaliano

Alla Facoltà di Teologia di Lugano una mostra e una conferenza sulla Santa di Lisieux

di Cristina Uguccioni

Nell’ambito dei festeggiamenti previsti per il trentesimo anniversario della fondazione della Facoltà Teologica di Lugano, sono stati organizzati due appuntamenti che celebrano santa Teresa di Lisieux (1873-1897), che della Facoltà è patrona. Dal 18 al 30 ottobre presso l’ateneo sarà possibile visitare una mostra sulla vita e la spiritualità di questa straordinaria santa francese, mentre il 20 ottobre, sempre presso la Facoltà, sarà a lei dedicata una conferenza, cui farà seguito un concerto nella Basilica del Sacro Cuore. Fra i relatori della conferenza vi sarà monsignor Francesco Follo, per 20 anni Osservatore Permanente della Santa Sede all’Unesco, a Parigi. In questa conversazione, il diplomatico offre una riflessione su santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, di cui quest’anno ricorre il centocinquantesimo anniversario della nascita e il centesimo anniversario della beatificazione. Autrice di molti testi, fra i quali il magnifico «Storia di un’anima», che Benedetto XVI ha definito «un piccolo grande tesoro», un «luminoso commento del Vangelo pienamente vissuto!», santa Teresa, giovane carmelitana scomparsa a soli 24 anni, è stata proclamata patrona delle missioni e Dottore della Chiesa.

Quando il Magistero proclama qualcuno Dottore della Chiesa intende segnalare a tutti i fedeli che la dottrina professata e proclamata da una certa persona può essere un punto di riferimento, non solo perché conforme alla verità rivelata, ma anche perché porta nuova luce sui misteri della fede, una più profonda comprensione del mistero di Cristo. Quale nuova luce ha portato la dottrina di santa Teresa?

«Generalmente all’epoca si pensava, e spesso ancora oggi si pensa, che per raggiungere Dio si debba compiere un’ascensione che richiede molta energia e doti in sovrabbondanza, che la santità comporti la faticosa salita della montagna di Dio. Ma in realtà non occorre essere superdonne o superuomini. Teresa, lasciandosi istruire da Cristo che si è incarnato e si è abbassato sino a noi, e accogliendo con umiltà la propria pochezza, cerca e trova una «piccola via tutta nuova». Scrive: «Il buon Dio non può ispirare desideri inattuabili, perciò posso, nonostante la mia piccolezza, aspirare alla santità. Diventare più grande mi è impossibile, devo sopportarmi tale quale sono con tutte le mie imperfezioni (…). Siamo in un secolo di invenzioni, non vale più la pena di salire gli scalini, nelle case dei ricchi un ascensore li sostituisce vantaggiosamente. Vorrei anch’io trovare un ascensore per salire la dura scala della perfezione. Allora ho cercato nei libri dei santi l’indicazione dell’ascensore, oggetto del mio desiderio, e ho letto queste parole: «Se qualcuno è piccolissimo, venga a me. Come una madre carezza il suo bimbo, io vi consolerò, vi poserò sul mio cuore e vi terrò sulle mie ginocchia!». (…) L’ascensore che deve innalzarmi fino al cielo sono le vostre braccia, Gesù! Per questo non ho bisogno di crescere, al contrario bisogna che resti piccola, che lo divenga sempre più».

Quale ulteriore nuova luce ha offerto la dottrina di santa Teresa?

«Ha offerto una più profonda comprensione dei misteri della fede anche per quanto riguarda la misericordia divina: all’epoca si pensava, e purtroppo ancora oggi spesso si pensa, che la sofferenza vada vissuta come espiazione del male del mondo per un Dio che, colmo di ira, va rabbonito. Ma questa – dice Teresa – è l’idea di Dio che hanno i pagani! Dio non è vendicativo, è amore misericordioso: ed è a Lui che lei offre tutta se stessa. Santa Teresa mostra una semplicità di cuore straordinaria. Muovendo dall’esperienza di essere amata dal suo papà, scopre e sperimenta la paternità di Dio e del Suo amore, al quale si abbandona. L’infanzia spirituale di cui parla non è tanto l’ingenuità del bambino, è l’atteggiamento del figlio umile, che confida serenamente nel Padre del quale conosce la misericordia».

Come ci istruisce santa Teresa in ordine all’amore, che purtroppo nelle società occidentali è ormai una parola leggera, una delle parole più usate e abusate, alla quale, come diceva Benedetto XVI, si annettono accezioni del tutto differenti?

«Viviamo un tempo in cui l’amore è spesso identificato con emozioni superficiali e ridotto a fatto privato e «liquido». In questo contesto santa Teresa ci mostra la solidità dell’amore, che non è semplice emozione, ma dono di sé. Cercando di comprendere quale sia la propria vocazione si sofferma sui capitoli 12 e 13 della Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi. Scrive: «Capii che l’amore solo fa agire le membra della Chiesa, che, se l’amore si spegnesse, gli apostoli non annunzierebbero più il vangelo, i martiri non verserebbero più il loro sangue…». Ed esclama: «O Gesù, mio Amore, la mia vocazione l’ho trovata finalmente, la mia vocazione sarà l’amore! (…). Nel cuore della Chiesa io sarò l’amore». E, consapevole che l’amore si prova con le opere, si propone «di non lasciar sfuggire alcun piccolo sacrificio, alcuna premura, alcuna parola, e profittare di tutte le cose piccole, e farlo per amore». Santa Teresa ha vissuto compiutamente questa sua vocazione con amore di figlia, sposa, madre, sorella. Il suo è stato, come si diceva, amore di figlia verso il Padre, al quale si è abbandonata, e amore di sposa di Gesù. È stato anche amore di madre: a 14 anni cominciò a pregare per un condannato a morte, il quale poco prima dell’esecuzione baciò il crocifisso. Teresa lo considerò il suo primo figlio. Infine, il suo è stato anche amore di sorella, attenta a tutte le anime, a cominciare da quelle delle sue consorelle e dei sacerdoti missionari per i quali pregava».

Venerdì 20 la conferenza

Dal 18 al 30 ottobre, alla Facoltà di Teologia di Lugano, verrà esposta la mostra itinerante «Thérèse de Lisieux ou la brûlure d’amour». Venerdì 20 ottobre alle 17.30, nell’Aula Multiuso FTL, è in programma la conferenza «Teresa di Lisieux: giovane donna, ricercatrice di senso». Relatori: mons. Francesco Follo, suor Cristiana Maria Dobner e il prof. Lorenzo Cantoni. Seguirà, alle 21, un concerto con musiche e testi del tempo di Santa Teresa di Lisieux a cura degli studenti del Conservatorio Monteverdi di Cremona.

leggi anche: il papa pubblica una esortazione apostolica per il Giubileo di Teresa di Lisieux

Foto colorata di Teresa di Lisieux, nel luglio 1896. | © CC
17 Ottobre 2023 | 10:30
Tempo di lettura: ca. 4 min.
Condividere questo articolo!