Parole di pace travolte da tanto rumore: il 20 marzo va in onda l'intervista al Papa su RSILA1

Ci sono state proteste di vario genere e livello che hanno accompagnato le parole di papa Francesco relative all’ultima intervista rilasciata per il programma culturale Cliché della RSI che va in onda mercoledì 20 marzo alle 21.55 su RSLLA1 . Come abbiamo sottolineato sul sito catt.ch riprendendo un’intervista di Avvenire all’esperto dell’Università di Padova professor Marco Mascia: nel diritto internazionale e umanitario la bandiera bianca evocata dal Papa è un segnale per chiedere una tregua, non una resa, «un segnale esplicito di richiesta di colloquio: per intenderci: «Veniamo in pace». Il fondatore del Diritto internazionale moderno, Ugo Grozio (siamo nel 1600 olandese, ndr) ci dice che con la bandiera bianca si vuole avviare un negoziato, non arrendersi». E questo è il senso della parole del Papa, che peraltro non ha evocato questa immagine ma ha seguito il ragionamento dell’intervistatore della RSI: non una sollecitazione alla resa dell’Ucraina, ma alla sospensione temporanea delle ostilità. Ora, una proposta che ricalca, ne più ne meno, quella che è la diplomazia pontificia riguardo a tutta questa vicenda drammatica: il negoziato. Una via che il Papa ha tentato anche di percorrere in prima persona con l’invio perfino del cardinale Zuppi a Kiev, a Mosca ed infine a Pechino. Aprire la via al negoziato, si disse allora, della missione di Zuppi. Si parlò non di una mediazione vaticana al conflitto ma di un intervento per favorire un clima di dialogo premessa di un possibile negoziato.

Insomma, questa è la linea del Vaticano. Poi, nei rimbalzi mediatici delle notizie e forse anche nel contesto particolare dell’intervista che andrà in onda mercoledì 20 marzo, altri tipi di interpretazione hanno avuto facile gioco. Questo non toglie che il Papa si è sempre espresso per il negoziato e ha anche tentato di favorirlo. Il come favorirlo, purtroppo, è un altro discorso nella situazione internazionale di oggi.

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