Ticino e Grigionitaliano

Amare Dio chiede di amare il prossimo, il giusto e l'ingiusto.

I farisei e i sadducei, tra loro nemici, si alleano quando si tratta di tentare e mettere alla prova Gesù. È così che, nel corso della storia, vari movimenti si sono mossi nei confronti di coloro che cercano di seguire gli insegnamenti del Signore. Un esempio sono le varie derive ideologiche che si sono susseguite nella storia fino ai giorni nostri.

Ma veniamo al Vangelo. Ecco allora che i farisei inviano uno solo di essi a interrogare il Cristo. C’è malizia e timore in questa scelta: se infatti – complottano i farisei – il dottore sarà sbugiardato agli occhi del popolo per causa di Gesù, l’infamia ricadrà solo su di lui; se invece ne uscirà vittorioso, tutta la setta dei farisei farà in modo di uscirne vittoriosa. E la domanda posta è la seguente: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?» (Mt 22,36). La domanda è posta in maniera ingannevole. All’epoca di Gesù, i dottori della Legge dibattevano sull’ordine e importanza dei comandamenti e vi erano posizioni discordanti. I farisei speravano così che Gesù, a prescindere dalla risposta, si sarebbe comunque garantito la simpatia di pochi contro l’odio di molti.

Il Signore conosce il cuore e le intenzioni dell’uomo. La risposta di Gesù rimprovera e allo stesso tempo cerca di correggere, di salvare: «»Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente» [Dt 6, 5]. Questo è il grande e primo comandamento» (Mt 22,37-38). È una risposta che cela in sé la profonda intelligenza divina. Infatti, il versetto citato da Gesù è posto nel Deuteronomio a conclusione del decalogo. Dio non compie nulla e non ordina nulla di inutile, di superfluo. Nel citare la conclusione dei comandamenti, Gesù ci dice: è necessario rispettare tutta la Legge perché chi ama Dio, ama la Legge nella sua interezza.

Amare Dio con il cuore: cioè volere mettere in pratica quanto ci esorta a vivere. Amare Dio con l’anima: cioè educare, mettere le proprie facoltà al servizio della verità e della carità. Amare Dio con la mente: cioè comprendere perché Dio ci esorta a metterci a sua disposizione anche con l’intelligenza.

Questo è il primo e maggiore: certo che c’è una gerarchia nei comandamenti, ci dice Gesù, ma il più piccolo di essi non è superfluo. La risposta di Gesù non finisce qui: «Il secondo poi è simile a quello: «Amerai il tuo prossimo come te stesso» [Lv 19,18]. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22, 39-40). In cosa consiste questa somiglianza tra comandamenti? Nel fatto che c’è somiglianza tra Dio e l’uomo (Gn 1,26) e tale somiglianza consiste nel libero arbitrio, il quale, pur corrotto dal peccato originale, non è andato perduto. Per questo motivo, sant’Agostino commenta: «Colui che ama gli uomini [e se stesso] deve amarli sia perché sono giusti sia perché lo diventino» (Cfr. Tommaso d’Aquino, Catena aurea, ESD, v. 2, p. 557). La misericordia, infatti, ha sempre l’ultima parola.

G.M./red

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25 Ottobre 2020 | 06:34
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