Ticino e Grigionitaliano

L’instancabile impegno di Marzio Frigerio per le donne del Madagascar

Consolidare il lavoro iniziato più di vent’anni fa insieme alla moglie Edda, scomparsa lo scorso mese di gennaio, per offrire dignità e l’opportunità di una vita migliore a giovani provenienti da situazioni difficili: è questo l’obiettivo di Marzio Frigerio, imprenditore originario di Chiasso che ha da poco compiuto 80 anni. Dopo aver operato per molti anni dal Ticino sostenendo vari progetti, 16 anni fa si è trasferito insieme alla moglie Edda nel centro sud del Madagascar, a Fianarantsoa: qui porta avanti l’attività del «Foyer de l’Orphélinat», un atelier di cucito e taglio dove giovani in gran parte provenienti da famiglie poverissime del quartiere di Ankofafao, dai «Foyer Monique e Madelaine», che si occupano della rieducazione di bambine prostitute, dall’orfanotrofio cattolico o da altre situazioni difficili, hanno l’opportunità di formarsi. Oggi l’azienda offre un lavoro sicuro a 80 ragazze, che possono contare anche su prestazioni sociali. Un asilo-nido accoglie e si prende cura dei bambini delle lavoratrici.

«Anche il Madagascar non è sfuggito al coronavirus (l’OMS indica ad oggi più di 13mila contagi confermati e 151 morti, ndr) , dal quale l’atelier è stato per ora risparmiato per quanto riguarda i contagi. Abbiamo però qualche difficoltà di approvvigionamento dei tessuti e di altra merce e nel ricevere i pagamenti da parte di alcuni nostri clienti, anch’essi in difficoltà a causa della pandemia», riferisce Marzio Frigerio, secondo il quale il cielo sembra ora rischiararsi e che spera di poter tornare a vivere senza troppe ansie e insicurezze.

Ora che il momento più critico sempre essersi allontanato, per Marzio Frigerio è tempo di tornare a pensare al futuro. «Progettiamo di realizzare un nuovo atelier al posto dell’attuale con 120 posti d’impiego . Il lavoro non manca e altri clienti vorrebbero fornirsi da noi, ma non riusciamo a soddisfare le richieste a causa dei limiti del nostro attuale atelier», rivela. È già stato acquistato un terreno sul quale costruire il nuovo stabilimento, l’iter per l’approvazione del progetto è in corso, ma servono i finanziamenti per la sua realizzazione ed è quindi stata lanciata la raccolta fondi.

Per le ragazze, l’atelier è una garanzia per una vita migliore. Sono esse stesse proprietarie dell’atelier: è stata infatti costituita la cooperativa «Eclaire». Con il contratto d’assunzione le operaie ricevono una quota di partecipazione. «Ogni anno formiamo 10 ragazze alla professione di sarta. Oggi il 90% delle nostre lavoratrici sono ex apprendiste che sono rimaste in azienda, alcune sono partite per un paio di anni nella capitale Antananarivo e poi sono ritornate con un bagaglio ancor più interessante. Le nostre lavoratrici sono ricercate, hanno una buona reputazione e hanno una buona formazione», sottolinea con soddisfazione Marzio Frigerio. E ciò significa molto in un Paese in cui più della metà delle famiglie digiunano una o due volte alla settimana perché non hanno i soldi per acquistare il cibo. Il lavoro manca e chi ne ha uno rischia facilmente di perderlo.

È proprio con l’intento di inserire i giovani nella vita attiva, garantire loro un posto di lavoro e un futuro che i coniugi Frigerio hanno dato vita all’Associazione Ambalakilonga Madagascar.

Per ulteriori informazioni vi é il sito arfam.ch e per chi volesse invece sostenere questo progetto, ecco il numero di conto: UBS Lugano, Associazione Arfam Chiasso, IBAN CH66 0023 6236 3089 68M1E

Katia Guerra

19 Agosto 2020 | 07:07
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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