Papa e Vaticano

Il beato thailandese Nicolas Bunkerd Kitbamrung

Papa Francesco è ora in Thailandia, in occasione del suo 32mo viaggio apostolico. Il vescovo di Roma vuole confermare nella fede e incoraggiare il «piccolo gregge» di fedeli che in questa terra asiatica sono circa 380mila, l’1% della popolazione. Domani, giovedì 21 novembre incontrerà anche i vescovi della Thailandia e della FABC (Federation of Asian Bishops’ Conferences) nel Santuario del Beato Nicolas Bunkerd Kitbamrung.

La figura di questo sacerdote, nato il 31 gennaio 1895 a Nakhon Pathom vicino alla capitale Bangkok, è molto amata dal popolo thailandese. Il 27 gennaio 2000 fu riconosciuto il suo martirio e il 5 marzo 2000 papa san Giovanni Paolo II lo beatificò a Roma.

I suoi genitori erano cattolici e a questo primo figlio fu dato il nome di Benedetto, come compare sul certificato di battesimo, ma in seguito fu sempre chiamato Nicola. Visse a stretto contatto con i missionari, venne educato cristianamente, come del resto i suoi cinque fratelli.

Di indole riservato, amava pregare e servire la Messa, a 13 anni venne inviato nel seminario di Bang Xang per gli studi medi e nel 1920 entrò nel seminario maggiore di Penang, che già allora era un centro internazionale di studi teologici. Ritornato a Bangkok nel 1926, a 31 anni, venne ordinato sacerdote, insieme ad altri quattro compagni. Sacerdote diocesano, iniziò il suo periodo di attività pastorale come vicario di padre Durand delle Missioni Estere di Parigi, a Bang-Nok-Khnuek.

Nell’ottobre del 1927 giunsero in quella località una ventina di giovani chierici salesiani, guidati dall’italiano padre Gaetano Pasotti. Padre Nicola Bunkerd Kitbamrung si prese cura del gruppo insegnando loro la lingua Thai e la cultura del suo popolo.

Negli anni dal 1930 al 1941 gli fu dato un incarico missionario da svolgere nel nord della Thailandia. Il suo compito era quello di riprendere i contatti con i cattolici, che per motivi diversi, avevano abbandonato la vita cristiana. Fu un compito immane perché la zona da percorrere era impervia, in parte inesplorata e si estendeva dal confine del Laos alla Birmania.

In questo periodo scoppiò la guerra franco-indocinese che coinvolse la stessa Thailandia.  Padre Nicolas venne accusato ingiustamente di spionaggio in favore dei francesi. Arrestato il 12 gennaio 1941 fu condannato a quindici anni di carcere.

Il suo arresto, e la successiva condanna, fu solo conseguenza dell’odio per la sua fede cattolica di origine europea, come i nemici francesi. La forza della sua fede è stata resa chiara a tutti quando ha perdonato coloro che lo hanno accusato falsamente. In prigione padre Nicolas sostenne i suoi compagni prigionieri, insegnò il catechismo e amministrò i sacramenti.

Questo suscitò l’ira dei suoi oppressori che, con la non dichiarata volontà di farlo ammalare, lo spostarono nella sezione del carcere dedicata agli ammalati di tubercolosi. Non ci volle molto prima che anche Nicolas contrasse la malattia e, lasciato senza cure, morì il 12 gennaio 1944 a 49 anni. Il 7 marzo 1995 la Santa Sede concesse il nulla osta alla diocesi di Bangkok per l’inizio dei processi canonici per la sua beatificazione.

20 Novembre 2019 | 15:51
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