Bergoglio pellegrino di pace e fratellanza

Papa Francesco è partito questa mattina per il Marocco. «Vengo come pellegrino di pace e di fratellanza, in un mondo che ne ha tanto bisogno». Con queste parole si è presentato, in un videomessaggio inviato giovedì scorso, al popolo marocchino. È il 28esimo viaggio apostolico del suo pontificato, ma il primo compiuto in un Paese a maggioranza musulmana dopo la storica firma della dichiarazione sulla «Fratellanza umana» ad Abu Dhabi con il grande imam di Al- Azhar.

Il tema del dialogo interreligioso fa da sfondo all’intera trasferta del Papa in un Paese che, negli ultimi anni, si erge sempre più a modello per il processo di riformismo dell’islam. Oggi Bergoglio incontrerà re Mohammad VI, il popolo marocchino, gli imam, i migranti assistiti dalla Caritas. Domani, domenica, visiterà un centro sociale delle Figlie della Carità, incontrerà i sacerdoti in cattedrale e celebrerà la Messa per la piccola comunità cattolica. Questa visita ha rievocato in molti la prima presenza di un Pontefice in questo Paese: quella di Giovanni Paolo II, nel 1985, ai tempi di Re Hassan II.

Roberto Simona, esperto di minoranze religiose cristiane in contesti musulmani, da noi intervistato, spiega che «dopo 34 anni da quella storica visita il popolo marocchino vive ancora nella povertà. La situazione di degrado è alla base dell’enorme flusso migratorio. Non ci sono statistiche ufficiali ma si parla di 40 mila persone che arrivano in Marocco ogni anno per poi raggiungere l’Occidente. Ciò aggrava la situazione interna e quindi aumenta il numero di marocchini che a loro volta fuggono dal Paese in cerca di un futuro migliore». «Questi migranti – afferma mons. Santiago Agrelo Martinez, arcivescovo di Tangeri – ripongono fiducia e speranza nella visita di Papa Francesco. Non potranno incontrarlo perché sono privi dei documenti necessari ma sono sicuro che il Santo Padre farà in modo di essere vicino a loro».

Il Marocco è una nazione con un tumultuoso sviluppo economico ma analogamente a molte altri parti del mondo le disuguaglianze tra ricchi e poveri sono in aumento. «Multinazionali e facoltosi occidentali – continua Roberto Simona – arrivano e colonizzano il territorio. A Marrakech, per esempio, interi quartieri sono stati venduti a persone europee che li utilizzano come mete turistiche di lusso scacciando di fatto gli abitanti locali. Questo viaggio deve aiutare tutti a riflettere sulla situazione di povertà che vive il Marocco che poi è analoga a moltissimi altri Paesi».

La comunità cattolica è un’esigua minoranza composta prevalentemente da stranieri. Sono presenti circa 30 mila cristiani, per lo più cattolici francesi, su un totale di 37 milioni di abitanti. Possono contare su una quarantina di sacerdoti e fanno capo a due diocesi: quella di Tangeri e quella di Rabat. «Il Papa verrà in Marocco come pastore universale, come persona di buona volontà che vuole incontrare tutti», ci ricorda l’arcivescovo di Rabat, mons. Cristòbal Lòpez. Papa Bergoglio mantiene un atteggiamento dialogante con il mondo musulmano in continuità con i suoi predecessori. Negli ultimi anni si nota però una maggiore iniziativa da parte islamica; sono esempi la «Dichiarazione di Islamabad» contro il terrorismo e le violenze compiute dagli estremisti in nome della religione, firmata all’inizio di gennaio da più di 500 predicatori islamici pachistani, e la stessa dichiarazione sulla «Fratellanza umana». Questi fatti sono la prova che il dialogo è l’unica strada possibile per evitare lo scontro di civiltà. Papa Francesco sta inoltre indicando anche alcuni problemi da affrontare insieme, a partire dalla questione migratoria che resta uno dei fattori di instabilità più gravi sullo scenario internazionale. Bergoglio richiama cristiani e musulmani alla fratellanza per rispondere efficacemente alle attuali sfide del mondo.

Federico Anzini

30 Marzo 2019 | 18:27
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