Germania, i vescovi invitano ad una «nuova» pastorale matrimoniale

Un’efficace preparazione al matrimonio costituisce senza dubbio un elemento importante per il suo successo. Ma per la Chiesa questo non può bastare perché, sebbene siano gli stessi sposi responsabili della crescita e maturazione della loro relazione, accompagnarli passo passo nel loro cammino di vita rappresenta una precisa responsabilità pastorale che non si può eludere.

 

Con questa premessa – direttamente mutuata dall’esortazione apostolica postsinodale di Papa Francesco – la Conferenza episcopale tedesca ha pubblicato nei giorni scorsi i »Punti chiave per la preparazione al matrimonio alla luce di Amoris laetitia», che ne costituisce il fondamento condiviso. Un documento snello di sole sei pagine (presentato nella forma di un pieghevole) che, come ricordano i presuli, rappresenta il primo di una serie annunciata fin dallo scorso anno a seguito della decisione del Consiglio permanente (23 gennaio 2017) di offrire indicazioni pastorali su matrimonio e famiglia nell’ottica di accompagnare, discernere e integrare.

 

Se «l’indissolubilità del matrimonio è parte essenziale della fede della Chiesa», l’Amoris laetitia «dissolve ogni dubbio circa la necessità di sguardi differenziati sulle singole situazioni di vita delle persone»: di qui l’invito pressante ad «una rinnovata pastorale sul matrimonio e la famiglia», a partire da alcuni punti focali che via via verranno messi in evidenza, attraverso la pubblicazione di apposite guide (prevalentemente indirizzate ai pastori e agli operatori di pastorale familiare), ai fini di una cura pastorale mirata alla realtà sociale ed ecclesiale tedesca.

 

«La preparazione al matrimonio deve essere intensificata e avere un carattere più coinvolgente e al tempo stesso più convincente», si leggeva nelle indicazioni dello scorso anno dove sottolineavano anche la strada di un «catecumenato del matrimonio» che accompagni il cammino verso il sacramento come un «consapevole cammino di fede», tenendo bene in considerazione le concrete situazioni di vita e i profondi cambiamenti avvenuti nella società tedesca che inducono alla necessità di evidenziare, oggi più di ieri, la peculiarità del matrimonio cristiano.

 

Nel documento di oggi, primo tassello della serie, sono quindi i paragrafi dal 206 al 211 di AL – riuniti nell’ambito del «Guidare i fidanzati nel cammino di preparazione al matrimonio» – ad essere presi in considerazione e attualizzati. Il matrimonio è una decisione che dura tutta la vita e per avvicinare i nubendi alla pienezza del significato del sacramento è necessaria una solida preparazione nella consapevolezza che questa rappresenta un’opportunità per la Chiesa, non solo per gli sposi, in quanto chi si sposa rappresenta per la comunità cristiana «una risorsa preziosa» (AL n. 207).

 

Questi i punti cardine – o se vogliamo gli standard considerati indispensabili, elaborati sotto la guida dell’arcivescovo di Berlino, Heiner Koch, presidente della Commissione episcopale per il matrimonio e la famiglia – spaziano dai fondamenti teologici e antropologici ad alcuni elementi chiave per l’organizzazione degli incontri di preparazione: il matrimonio è radicato nella creazione; l’amore tra un uomo e una donna è un amore speciale; l’amore umano è unità di corpi e anime; in Cristo l’amore umano assume una nuova dignità nel segno di fedeltà e indissolubilità; le coppie che chiedono di sposarsi in chiesa vanno accolte con atteggiamento riconoscente; la preparazione al matrimonio deve rivelare l’atteggiamento positivo della Chiesa nei confronti della sessualità; non si può dimenticare che non tutti quelli che si sposano in Chiesa abbiano maturato una solida fede; anche la liturgia del matrimonio richiede una buona preparazione in modo da coinvolgere in prima persona gli sposi che celebrano il loro sacramento.

 

«Il desiderio di essere amati ed amare è radicato nel cuore di ogni uomo e donna e l’amore reciproco è speciale» si legge nel testo che sottolinea come questo elemento accomuni ogni essere umano, indipendentemente dal credo religioso. L’amore umano è un evento spirituale-corporeo, dono di Dio, che coinvolge tutta la persona e si esprime con parole e gesti che esprimono tenerezza e affetto. La realtà dell’amore umano che rende gli sposi compartecipi della creazione attraverso la trasmissione della vita è dono e promessa di un Dio fedele la cui salvezza è già viva nel presente del mondo.

 

«Il percorso verso il matrimonio non inizia al momento in cui si fissa la data delle nozze – continuano i vescovi – in quanto imparare ad amare è un cammino che inizia fin dall’infanzia e dalla giovinezza». Ma è sulla preparazione prossima che si concentra la riflessione: se fondamentale è l’atteggiamento di accoglienza dei nubendi, altrettanto importante è la consapevolezza che non è affatto scontato che essi conoscano appieno la grandezza del sacramento e la responsabilità che da questo deriva, né le basi relazionali della vita a due. Pertanto l’invito è quello a dilatare il tempo della preparazione che non può limitarsi ad uno o due incontri e dovrà necessariamente prevedere il coinvolgimento di coppie di sposi adeguatamente preparate la cui testimonianza di vita è imprescindibile in ogni discorso sul matrimonio e la famiglia.

 

I vescovi ricordano altresì la necessità del mostrare un atteggiamento positivo nei confronti della sessualità, dono di Dio, ma anche l’opportunità di affrontare il discorso della procreazione responsabile. Un tema che sembra star loro particolarmente a cuore è quello della fede di quanti chiedono di sposarsi in chiesa: «sebbene si possa riconoscere loro tanta buona volontà, non sempre la loro fede può considerarsi matura e manca coscienza del passo che stanno per compiere». Senza dimenticare che spesso uno dei due nubendi potrebbe essere anche non cattolico o non battezzato: il cammino dovrà quindi prevedere la scoperta della dignità e missione di un battezzato accompagnando, con saggezza pastorale, le persone nella loro crescita di fede.

 

L’ultimo punto cardine è dedicato alla liturgia del matrimonio e alla necessità di una sua adeguata preparazione: nel Rito del matrimonio gli sposi sono soggetti in prima persona e questo costituisce una responsabilità di fronte a Dio e alla comunità cristiana. Pertanto «è quanto mai opportuno rendere consapevole la coppia riguardo ai segni e contemporaneamente ascoltare i loro desideri e, possibilmente, accogliere (alla lettera «prendere sul serio») le loro idee per lo svolgimento della celebrazione».

 

I vescovi chiudono ricordando come questi punti-cardine siano affidati ai pastori, ma dovrebbero diventare stimolo per la riflessione di tutti gli operatori e costituire un aiuto alla pastorale quotidiana anche nell’ottica di un dialogo tra le Diocesi, tenuto conto che, in molti casi, si tratta solo di una continuazione di buone pratiche di pastorale familiare già in atto nella Chiesa di Germania.

Maria Teresa Pontara Pederiva – VaticanNews

22 Maggio 2018 | 18:30
Tempo di lettura: ca. 4 min.
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