Intervista con padre Michael Czerny, sottosegretario della Sezione Rifugiati del Dicastero per lo sviluppo integrale in vista della Giornata mondiale del Migrante : «Non esiste un «bene comune» che si fonda su paura ed emarginazione». «La Chiesa può fare di più».
La Santa Sede ribadisce che solo uno status garantito a livello internazionale può preservare il carattere unico di Gerusalemme ed essere una garanzia di dialogo e riconciliazione per la pace nella regione.
Un comunicato della Sala stampa vaticana ribadisce la posizione della Santa Sede sul rispetto dello status quo di Gerusalemme. L’invito a una soluzione negoziata tra Israeliani e Palestinesi.
La Santa Sede è impegnata nell’adottare «le azioni necessarie nelle aree rilevanti al fine di rafforzare ulteriormente i propri sforzi nel contrasto e nella prevenzione dei crimini finanziari».
«Il controllo delle frontiere e il benessere di rifugiati e richiedenti asilo non vanno visti come inconciliabili, ma complementari». Così l’arcivescovo Ivan Jurkovic, Osservatore Permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra.
Solo con un’azione coordinata a livello internazionale tra le istituzioni politiche, il mondo economico, quello accademico, la società civile e le comunità di fede si può contrastare il fenomeno globale del traffico di migranti.
Un miliardo di persone in movimento, 250 milioni di migranti. Le cifre del fenomeno migratorio sono incredibili, e sempre in crescita. Da sempre, la Santa Sede ha una sollecitudine particolare per le popolazioni migranti.
‹›