Nella Messa a Santa Marta, Francesco prega in modo particolare per le famiglie perché in questo momento difficile conservino la pace, la gioia e la fortezza. Una preghiera speciale anche per le persone con disabilità. Nell'omelia commenta la parabola del figlio prodigo.
Il Papa ha celebrato anche stamane la Messa a Santa Marta offrendola per gli ammalati, per gli operatori sanitari, tanta gente che soffre per il coronavirus.
Stamattina Papa Francesco ha celebrato la Messa a Casa Santa Marta decidendo che fosse trasmessa in diretta oggi, come nei prossimi giorni, per manifestare la sua quotidiana vicinanza a quanti sono coinvolti dall’epidemia di coronavirus.
Nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta, il Papa invita a ricordare chi ogni giorno accompagna la nostra vita; presenze che diventano di famiglia e a cui fa bene dire grazie o chiedere scusa per le nostre mancanze.
Non vergognarsi di esprimere la gioia dell'incontro con il Signore, non essere distaccati dalla festa che il popolo fa quando sente Dio vicino a sé: è la riflessione del Papa alla Messa in Casa Santa Marta di questa mattina. Il Vangelo, afferma, andrà avanti solo con evangelizzatori pieni di vita e di gioia. Una gioia che continua anche «a tavola con la famiglia, insieme».
Quanto male fanno i cristiani «incoerenti» e i pastori «schizofrenici» che non danno testimonianza allontanandosi così dallo stile del Signore, dalla sua autentica «autorità». Ruota intorno a queste parole chiave l'omelia del Papa nella Messa del mattino a Casa Santa Marta rivolta al popolo di Dio, un popolo «mite» e «saggio» che tollera ma sa distinguere al di là dell'ipocrisia.
Papa Francesco riprende le Messe del mattino a Casa Santa Marta e ricorda, con san Giovanni apostolo, che lo Spirito Santo «è la garanzia che Dio rimane in noi», e di non prestare fede allo spirito del mondo, che ci rende incoscienti, al punto da non distinguere il bene dal male.
Nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta, Papa Francesco sottolinea che «due atteggiamenti dei cristiani tiepidi», quelli dei capi dei sacerdoti con Gesù nel tempio, «mettere Dio all’angolo e lavarsene le mani», sono pericolosi, perché «pensiamo a cosa accadrebbe» se il Signore lo facesse con noi.
Papa Francesco, nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta, risponde alla domanda suscitata dalle letture del giorno «Come consola e corregge il Signore?» e ricorda che Dio è un buon pastore, che accarezza chi si avvicina a chiedere perdono e apre alla grazia della riconciliazione.
«Il vero pastore sia sacerdote, vescovo, papa, cardinale, chiunque sia, se non si fa piccolo, non è un pastore», ma un capo ufficio. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della messa celebrata oggi a Santa Marta.
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