Il manoscritto originale va via dal palazzo del Governo di Visso, danneggiato già dal terremoto del 24 agosto, per essere accolto per il momento a Bologna, assieme ad altre carte originali leopardiane, tra cui anche un altro idillio, «La sera del dì di festa». Anche se è proprio L’Infinito ad essere diventato il Leopardi per antonomasia, un Leopardi in cui l’attesa era già la festa
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