Hanno «ammazzato» Alex e Alex è vivo… oggi a Rio forse canterebbe così anche Francesco De Gregori, sostituendo il suo Pablo con il nome di Schwazer. È difficile non rendersi conto che la punizione della Iaaf, otto anni di squalifica al marciatore azzurro, non è stata esemplare ma eccessiva, soprattutto per come è stata trattata la positività dell’atleta. Una positività che non è certa neppure dopo l’ultima udienza al Tas a Rio. Un processo kafkiano, un atleta che deve pagare di tasca propria la trasferta dall’altra parte del mondo per vedersi giudicato in uno studio di avvocati, lontano dai luoghi olimpici per non disturbare gli altri atleti. Come se Schwazer fosse un alieno e di quel mondo non avesse mai fatto parte.
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