Da lunedì 11 a mercoledì 13 novembre «i figli e le figlie» della Chiesa caldea sono chiamati a digiunare e pregare per chiedere a Dio il dono della pace e del ritorno alla stabilità in Iraq. Lo ha chiesto Louis Raphael Sako, Patriarca di Babilonia dei caldei, invitando a ricorrere alle armi spirituali del digiuno e della preghiera per chiedere la fine del caos e delle violenze che stanno insanguinando il Paese.
Il Patriarca Sako parla dell'incontro tra i presuli caldei e Papa Francesco: «Come cristiani, abbiamo sentito in maniera molto forte la sua vicinanza. Noi siamo un piccolo gregge, abbiamo tanta forza anche per la Chiesa universale».
Il Parlamento ha fissato il voto per il prossimo 12 maggio. Respinte le richieste di rinvio dei deputati sunniti e curdi. Anche la Corte suprema ha dichiarato illegittimo il rinvio. I temi della campagna: lotta alla corruzione e la ricostruzione. Chiesa irakena: Favorire la partecipazione in patria e all’estero.
Il Patriarcato di Babilonia dei Caldei espone la propria visione sul «futuro delle città cristiane» della zona, divenute terreno di scontro anche militare tra governo dell'Iraq e Regione autonoma del Kurdistan iracheno. Un effetto indiretto dei fragili equilibri imposti nell’intera regione dal 2003, dopo la caduta del regime baathista, con il coinvolgimento decisivo delle forze internaizonali a guida USA.
Francesco ricevendo i partecipanti al Sinodo caldeo: «siate costruttori di unità». Per alcune regioni dell’Iraq «si è conclusa una pagina tragica» e nell’attuale contesto non mancano «nuove incertezze sul futuro». «Difficoltà che ancora permangono nonostante quanto è stato fatto nell’opera della ricostruzione soprattutto nella Piana di Ninive».
Dal 4 all’8 ottobre è in programma a Roma l’incontro dei vertici della Chiesa caldea. Fra i temi al centro della discussione il referendum curdo e il rientro dei profughi della piana di Ninive. Una situazione generale «non buona» e un momento di «grande bisogno». Servono «saggezza, buon senso e amore».
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