Xavier Daniel, giurista di formazione, è attivo nell’OCST dal 2014
Ticino e Grigionitaliano

Xavier Daniel, dell'OCST: «Le aziende, fabbriche di umanità, per mettere al centro la persona»

di Katia Guerra

Sarà un congresso incentrato sulle nuove sfide quello che si appresta ad affrontare l’Organizzazione cristiano-sociale ticinese (OCST). Sabato 4 maggio, al Palazzo dei congressi di Lugano (dalle 8.30), oltre alla conferma di chi guiderà il sindacato nei prossimi anni, sul tavolo delle discussioni ci sarà anche il piano d’azione da qui al 2028. A Xavier Daniel, attuale vicesegretario cantonale, abbiamo chiesto di parlarci di alcune di queste sfide.

Xavier Daniel, quale è il ruolo del sindacato e della contrattazione collettiva oggi?

La contrattazione collettiva è uno degli strumenti più importanti che il sindacato ha a disposizione nel suo ruolo di rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori. Mons. Luigi Del-Pietro (1906-1977), per quasi cinquant’anni segretario cantonale dell’OCST, diceva che il rapporto tra un singolo lavoratore e il datore di lavoro è evidentemente squilibrato. È frequente sentire «Non ti va bene? Quella è la porta…». Diverso è il rapporto mediato dal sindacato che mette sullo stesso piano gli uni e gli altri e apre una via di dialogo. Questo era vero negli anni Venti del ›900, quando è nata l’OCST, ed è vero anche oggi. Il mondo del lavoro in continua evoluzione necessita, sia a beneficio dei lavoratori che delle aziende, di uno strumento versatile che sia in grado di definire le regole del gioco in maniera adeguata nei diversi settori e nelle diverse professioni. Il sistema legale è molto più rigido, mentre il contratto può adattarsi in maniera flessibile alle nuove esigenze. Il contratto poi emerge nell’ambito di una trattativa, di un confronto.

Pandemia, guerra, crisi demografica, cambiamenti climatici, crisi migratoria: sono temi su cui l’attualità torna costantemente. Quale influsso hanno sul mondo del lavoro e come si pone il sindacato di fronte a queste sfide?

Le grandi trasformazioni e certi eventi hanno un’influenza importante sulla vita delle persone, sull’economia, sul commercio, sulla tecnologia, sulla disponibilità di manodopera. Pensiamo per esempio l’effetto dirompente della pandemia, un’emergenza sanitaria, sul lavoro! Lo stesso avviene in modo evidente con la guerra o i cambiamenti climatici. Pensi che l’Organizzazione internazionale del lavoro ha stimato che nel mondo 1,2 miliardi di posti di lavoro dipendono dalla salute del nostro pianeta. L’OCST crede che queste sfide vadano affrontate coinvolgendo attivamente le lavoratrici e i lavoratori nei processi di trasformazione. In un discorso tenuto in occasione dell’evento Economy of Francesco, che si era tenuto ad Assisi nel 2020, papa Francesco aveva detto ai presenti: «O siete coinvolti, o la storia vi passerà sopra». È un’immagine forte che rende bene l’idea. Il nostro compito è quello, a tutti i livelli, di coinvolgere le nostre associate e i nostri associati, raccogliere le loro esperienze e le loro idee, informare ed insieme elaborare proposte per affrontare quanto ci si pone di fronte di volta in volta.

Vivere per lavorare o lavorare per vivere o altro ancora? Qual è il giusto ruolo del lavoro nella società di oggi? Come conciliare lavoro, famiglia, tempo libero, salute? È possibile trovare un equilibrio?

Questo è un tema che i giovanissimi oggi ci pongono in modo forte, ma è centrale anche per la mia generazione. Le aziende devono rimettere al centro la persona, trasformarsi in fabbriche di umanità e nelle quali le persone vengono arricchite e rafforzate, non, come troppo spesso accade, annientate, tanto da non riuscire a dedicarsi ad altro. Le lavoratrici e i lavoratori fanno emergere fortemente che il lavoro deve dare spazio anche al resto della vita. E questo non depaupera l’azienda, perché tutte le competenze che vengono acquisite nell’ambito familiare e della cura, nel volontariato e nelle associazioni, sono molto preziose nell’ambito lavorativo. Sono sempre più i contratti nei quali riusciamo ad introdurre misure innovative nell’ambito della conciliazione tra vita lavorativa e privata, cioè che vengono incontro in modo puntuale alle esigenze esterne al lavoro.

Con quale spirito guarda il sindacato OCST ai prossimi anni? Cosa contraddistingue l’OCST da altri sindacati? In che modo conta oggi la c di cristiano?

Ciò in cui ci impegneremo maggiormente nei prossimi anni è nell’essere sempre più presenti nelle diverse realtà aziendali per far sentire alle lavoratrici e ai lavoratori la nostra presenza e il nostro supporto e per sostenere una loro sempre maggiore partecipazione, che è l’ingrediente principale della democrazia e di una positiva e costruttiva convivenza. L’OCST fonda la sua azione sui valori cristiano-sociali e sulla dottrina sociale della Chiesa. Secondo questa visione, in primo luogo la persona è al centro della vita economica e dell’impresa la cui attività deve essere orientata al bene comune: non si può sacrificare le lavoratrici e i lavoratori, e neppure la comunità, per un obiettivo di natura economica, perché un’economia che dimentica le persone perde il suo senso.

L’OCST e il suo nuovo Piano d’azione saranno anche il tema della puntata di «Strada Regina» in onda il 4 maggio alle 18.35, su RSI LA1.


La storia: dal 1919 ad oggi

È il 1902 quando, in Ticino, si costituisce un Circolo cantonale di studi politico-sociali, che rappresenta il primo tentativo di un’azione coordinata dei cattolici nel campo sociale. Poco dopo iniziano a formarsi le prime Leghe Operaie Cattoliche (LOC). Nel 1918 a Bellinzona si forma un piccolo gruppo di operai cristiano-sociali, nel 1919 a livello svizzero si costituisce la Federazione dei Sindacati Cristiano-Sociali e nel cantone Ticino si capisce l’esigenza di un vero sindacato: nasce così ufficialmente, il 18 maggio 1919, l’OCST. Mons. Aurelio Bacciarini affida la direzione del sindacato a don Luigi Del-Pietro, che diventa segretario dell’organizzazione il 1. settembre 1929 e vi rimarrà fino all’anno della morte, occorsa improvvisa nel 1977. Seguono, quali segretari cantonali, Giovanni De-Giorgi (’77-’79), Angelo Pellegrini (’79-’87), Meinrado Robbiani (’87-2016), Renato Ricciardi (2016-2014). Il 2019 è l’anno del centenario del sindacato cristiano-sociale. Viene pubblicato, per l’occasione, il denso volume Il sindacalismo di area cattolica nel Cantone Ticino: il centenario dell’Organizzazione Cristiano-Sociale (1919-2019), a cura di Alberto Gandolla e Antonio Gili.


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2 Maggio 2024 | 06:44
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