Il Santuario della Madonna del Sasso
Ticino e Grigionitaliano

Via Crucis alla Madonna del Sasso: «Una devozione che ci unisce e un invito alla condivisione»

Dopo la brusca interruzione del 2019 per le misure di protezione resesi necessarie a causa del dilagare del Covid e dopo la forzata rinuncia dello scorso anno a causa del perdurare della pandemia, quest’anno potranno finalmente riprendere le tradizionali processioni sulla via della Croce che conduce al Santuario della Madonna del Sasso di Orselina, sopra Locarno. Ogni venerdì sera, per tutto il tempo di Quaresima, i fedeli saranno invitati a partecipare all’ascesa percorrendo assieme il percorso. Il ritrovo è alle ore 17.45 ai piedi del monte, sul piazzale delle processioni davanti alla chiesa dell’Annunciata. Il canto e la preghiera accompagneranno il ripido cammino. Davanti alle cappelle con le struggenti raffigurazioni dei patimenti di Gesù ci si fermerà per l’ascolto della Parola e per la meditazione, con un pensiero particolare per i popoli che ora si trovano in guerra. La processione si concluderà in Santuario. Per l’occasione, e vista negli anni scorsi l’attenzione dei Locarnesi per questo evento, abbiamo chiesto a frate Agostino Del-Pietro, guardiano della fraternità cappuccina della Madonna del Sasso, di ripercorrere assieme origine, valore e significato del gesto.

Padre Del-Pietro, cosa significa riprendere questa devozione dopo lo stop imposto dalla pandemia?

«Se ben ricordo, nel 2020 lo stop arrivò bruscamente dopo il primo venerdì di Quaresima. Da allora siamo entrati in una situazione di vita ignota e per molti aspetti tragica. Una situazione che, come sappiamo, ha imposto numerosissime limitazioni sia nell’ambito civile sia nell’ambito religioso. Alcuni provvedimenti hanno toccato anche un aspetto molto significativo di ogni celebrazione: la comunione che viene a crearsi tra le persone che partecipano ad una determinata funzione. Riprendere a percorrere la via della Croce, non solo individualmente, ma anche con altri fedeli significa riappropriarsi di un aspetto peculiare di questa bella tradizione».

Storicamente, come nasce la tradizione delle Vie Crucis alla Madonna del Sasso?

«Per quanto concerne la Madonna del Sasso, le notizie storiche a questo proposito scarseggiano. In generale possiamo dire che la pratica della Via Crucis fu promossa in modo particolare dai frati dell’Ordine francescano a partire dal diciassettesimo secolo. Grande diffusore di questa forma devozionale fu ad esempio san Leonardo da Porto Maurizio (1676 – 1751). Particolarmente suggestivo è un dipinto del pittore Filippo Franzoni che nel 1884 ritrae una processione che scende dalla Via Crucis locarnese».

È un appuntamento sentito e partecipato dai Locarnesi? Che significato ha questo gesto nella vita della Città?

«Come la si è praticata negli ultimi lustri, in comune, durante la Quaresima, mi sembra di poter dire che i partecipanti erano prevalentemente ma non esclusivamente locarnesi. Per chi abita in città a Locarno, penso che il percorso stesso della Via Crucis possa essere significativo, un po’ come anche il resto del Sacro Monte. Nelle immediate vicinanze della città vi è un cammino e un luogo che può aiutare a staccarsi dalle preoccupazioni meramente personali e contingenti e ad aprirsi a dimensioni più ampie e più alte della mente e dello spirito, necessari per i tempi complicati in cui viviamo».

Artisticamente, le cappelle che compongono la Via Crucis locarnese hanno un valore particolare? Qual è la loro storia?

«Le cronache del tempo dicono che lungo la «nuova strada», aperta nel 1617-21 con l’intento di edificarvi le cappelle con i Misteri del Rosario, furono costruite le edicole della Via Crucis. Alla sua progettazione collaborarono gli ingegneri Giuseppe Bernasconi, detto Mancino, progettista del Sacro Monte di Varese, e Isidoro Bianchi di Campione. Il percorso fu selciato nel 1922. Edificate in epoca imprecisata, ma già presenti nell’iconografia degli anni ottanta del Settecento e in una mappa della città di Locarno del 1805, le edicole furono rinnovate, e due ricostruite, nel 1817; nel 1887 Damaso Poroli ridipinse le varie scene. Le attuali formelle in ghisa con rilievi, in origine policrome e firmate da Eugenio Bene, collocate all’interno di cornici di marmo nero del Belgio, con foglie angolari in marmo di Carrara scolpite dal marmista di Arzo Giovanni Maria Fossati risalgono al 1903. Durate la più recente campagna di restauri (2006 – 2015) l’intonaco della edicole è stato rifatto e le formelle in ghisa sono state restaurate».

Come si svolgeranno, nello specifico, i momenti di preghiera?

«Nei venerdì di Quaresima i fedeli si ritroveranno alle ore 17.45 sul piazzale delle processioni davanti alla chiesa dell’Annunciata. Dopo un semplice rito di accoglienza la processione si avvierà sull’erto Calvario facendo tappa davanti ad ogni edicola per l’ascolto della Parola la meditazione, la preghiera e il canto. A turno i cappuccini della Madonna del Sasso animeranno le funzioni. A loro spetterà anche la scelta dei testi proposti ai fedeli, che potranno variare da quello ufficiale pubblicato nella Guida alla preghiera diocesana «Lodate Dio», a schemi redatti personalmente, schemi tratti in parte dalle Via Crucis dei Sommi Pontefici, a proposte di altri autori.

Qual è l’importanza, in generale, della tradizione della Via Crucis?

«Nel pio esercizio della Via Crucis confluiscono varie espressioni caratteristiche della spiritualità cristiana: la concezione della vita come cammino o pellegrinaggio; come passaggio, attraverso il mistero della Croce, dall’esilio terreno alla patria celeste; il desiderio di conformarsi profondamente alla Passione di Cristo; le esigenze della sequela Christi, per cui il discepolo deve camminare dietro il Maestro, portando quotidianamente la propria croce (cf. Lc 9, 23). La pratica della Via Crucis può servire dunque ad aprire il proprio cuore alle sofferenze di Cristo e, contemporaneamente, alle sofferenze dei propri fratelli e sorelle. Il cammino si trasforma così anche in un’esperienza di solidarietà che fa crescere chi lo percorre e, attraverso la preghiera comune, si ripercuote beneficamente su chi è nella sofferenza o sta per uscirne».

Laura Quadri

Il Santuario della Madonna del Sasso
8 Marzo 2022 | 09:05
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