Ticino e Grigionitaliano

Vergine santa, nel ventre tuo si riaccese l’amore

Guardare alla Vergine Maria, Madre di Dio, a pochi giorni dalla celebrazione del Natale di Gesù è sempre di impareggiabile consolazione. Contemplare la Madonna dentro l’abisso misterioso del prendere la nostra carne del Verbo eterno di Dio, è collocarsi al centro stesso del Mistero del Natale, che stiamo vivendo in questo tempo di Avvento.

Anzitutto un poco di catechismo ci potrebbe aiutare a guardare al ritratto dell’Immacolata Concezione. Quando La Vergine Maria apparve a Lourdes (1858) si definì esattamente così: «Io sono l’Immacolata concezione» e pronunciò questa sua presentazione nel dialetto parlato dal popolo dei Pirenei francesi (»Que soy era Immaculada Councepciou»), per farsi comprendere meglio dalla gente semplice di quei luoghi. Non descrisse solo in che modo venne al mondo, ma identificò il suo essere stesso, la sua persona, in quel modo. Come se la Madonna dicesse: io sono venuta alla luce di questo mondo totalmente preservata dal peccato originale, fin dal primo istante del mio concepimento.

Non poteva essere diversamente per la Madre di Dio. Infatti, la Chiesa gradatamente prese coscienza dell’eccezionale persona di Maria, tanto che già il Concilio di Basilea (1439) suggeriva che questo stato di Grazia della Madre di Gesù fosse ritenuto come verità di fede. Papa Pio IX portò a compimento quel suggerimento con la definizione del dogma dell’Immacolata Concezione (1854). Nel linguaggio biblico «concezione» è molto di più dell’atto di venire al mondo. È il termine che indica la totalità dell’esistenza. Già il profeta Geremia (1,5) dice di sé che «sono stato conosciuto da Dio prima di essere formato nel grembo di mia madre». La totalità dell’esistenza di Maria è dentro l’abbraccio di Dio. Neppure un minimo soffio del peccato originale l’ha sfiorata e il serpente malefico, il Demonio, non l’ha avuta sua neppure per un istante. È il totale assorbimento in Dio da parte della Madre del Signore Gesù, che pure non gli sottrasse la libertà di voler comprendere, per dire il suo «accetto» nella piena consapevolezza che il Mistero avrebbe attirato a sé tutta la sua vita.

Anche per noi, la totale comunione con Dio non mortifica la nostra libertà di voler comprendere fino al limite del possibile. Il sentire comune del popolo cristiano nei confronti di Maria è stato ben espresso da due grandissimi poeti: Dante, che incontrando la Vergine nel suo cammino paradisiaco si esprime con il suo impareggiabile: «Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio…Nel ventre tuo si riaccese l’amore…». Al Sommo Poeta corre dietro il Petrarca, cantando il suo inno «Vergine pura d’ogni parte intera, del tuo parto gentil figliuola e madre…».

Don Willy Volonté

| © Davide Santini
8 Dicembre 2023 | 06:35
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