Un gruppo di lavoro dell'Assemblea del clero ticinese dal 29 al 31 agosto 2021. (Foto di archivio)
Ticino e Grigionitaliano

Una Chiesa di sinergie, con i laici corresponsabili

di Cristina Vonzun
La pastorale in rete, che non vuol dire, in questo caso, andare nel web ma favorire sinergie di risorse, idee, progetti nel mondo fisico, tra parrocchie o ambiti diocesani, come gli oratori, l’evangelizzazione, le cappellanie, i giovani, la missione. È il progetto diocesano delle zone – reti pastorali, un’idea che viene da lontano, dai vescovi Corecco e Grampa, descritto in alcune loro lettere pastorali.

Mons. Lazzeri ha affiancato alle zone la parola «Reti Pastorali», per evidenziare maggiormente l’urgenza di convertire e orientare tutta la pastorale diocesana al valore irrinunciabile della comunione, grazie a un tessuto di relazioni personali ed ecclesiali. Si tratta di un progetto che, negli anni, è nato dalla base, dal territorio, dai preti e dai laici. Non è quindi imposto dall’alto ma sorge da un ascolto attento e puntuale della realtà. Un percorso realizzato attraverso piccole fasi di cui ora arriva un ulteriore passo con due grosse novità: la scelta del nome «Rete Pastorale» (RP) lasciando cadere la parola «zona» per indicare le comunità che andranno a collaborare insieme (secondo la suddivisione proposta di 24 aree territoriali) e quella da 5 «Reti di Settore» (RS) per le realtà tematiche (giovani, oratori, missione, ecc..) di collaborazione più ampie, a livello diocesano.

La seconda novità è la pubblicazione sul sito della diocesi di Lugano delle «Linee guida per i Consigli Pastorali di Rete». «Si auspica che i CPR sorgano in tutte le 24 Reti Pastorali e le 5 Reti di Settore entro Pasqua 2023 andando a coinvolgere le persone che hanno partecipato alla consultazione sinodale come – ad esempio – è stato nelle reti pastorali del Gambarogno, di Losone e di Dongio», ci dice don Sergio Carettoni che coordina l’équipe diocesana reti pastorali e il progetto.

Don Sergio, come mai la delibera di queste novità pastorali arriva in un momento che vede la guida della diocesi affidata ad un amministratore apostolico e non al vescovo diocesano?
Ricordo che il progetto Reti pastorali era già stato deliberato dal mons. Lazzeri e la fase che presentiamo ora era stata concordata e prevista con lui. Mons. Lazzeri ne aveva parlato nelle sue due ultime lettere pastorali. Sullo specifico della domanda, le reti non sono una struttura di governo della diocesi ma una realtà di animazione, che quindi può riprendere il suo percorso anche in questa fase di amministrazione apostolica della Diocesi».

Come mai si lascia il lemma «zone» per assumere quello di reti?
Per sottolineare la centralità, l’efficacia e il primato della relazione e dello scambio pastorale. Tutto nasce all’interno di un processo di comunione ecclesiale, iniziato nel 2018 su impulso del Consiglio presbiterale e che si è successivamente sviluppato e ha trovato coincidenza in quanto emerso tra i desideri dei fedeli nella recente consultazione sinodale: una pastorale di relazioni, una pastorale di comunione con il coinvolgimento responsabile di tutti i Battezzati.

A proposito di coinvolgimento responsabile, la seconda novità di queste ore sono le linee guida per i Consigli Pastorali di Rete (CPR), con i laici…
Il vescovo Valerio aveva chiesto ai preti di avvalersi dell’apporto dei laici. Il vescovo Alain ha incontrato gli animatori (preti) delle reti pastorali, il 17 ottobre scorso, e si è nuovamente parlato di questo aspetto, che ora, con la nascita dei CPR, diventa operativo. Nel CPR accanto alla figura del presbitero animatore ora vengono coinvolti i laici: giovani e anziani, donne e uomini, famiglie e persone sole. Ci sarà un moderatore laico, un segretario e altre figure.

Qual è il ruolo di un Consiglio Pastorale di Rete?
Non è uno strumento amministrativo come lo sono i consigli parrocchiali. È una realtà pastorale ma non deve curare la gestione della pastorale ma solo facilitare la crescita di scambi, idee, eventi pastorali che si possono realizzare insieme, nell’ambito di una rete di comunità.
Ad esempio, dopo la costituzione dei CPR, si potrebbero anche mettere in atto in una rete delle esperienze pastorali per i giovani, gli anziani, le famiglie, i malati, la missione, la catechesi…

Parroci, presbiteri e i preti animatori di rete, ricevono in queste ore dal vescovo Alain le linee guida per i CPR. Cosa devono fare?
Prendere in visione il documento nella propria realtà di consiglio di rete che magari si sta già costituendo. Non è un testo vincolante c’è la possibilità di adattare alla propria realtà pastorale le modalità organizzative ivi proposte. Per favorire lo scambio conviene informare l’équipe diocesana di modifiche e idee che sorgono dal confronto con questi documenti.

I documenti sul sito diocesilugano.ch

Sul sito diocesilugano.ch da venerdì 16 dicembre 2022 si possono scaricare i seguenti documenti: la lettera dell’équipe diocesana Reti Pastorali; le Linee guida per la costituzione dei Consigli Pastorali di Rete (CPR) che spiegano lo scopo, l’obiettivo, la composizione, la struttura, la durata e le modalità di lavoro del CPR; l’elenco dei preti animatori delle 24 Reti Pastorali e delle 5 Reti di Settore con i contatti mail e telefonici degli stessi e un elenco con le Reti Pastorali presenti in ogni Vicariato della diocesi e le Reti di Settore. Per informazioni: sergio.carettoni@gmail.com

Un gruppo di lavoro dell'Assemblea del clero ticinese dal 29 al 31 agosto 2021. (Foto di archivio) | © Ti-Press / Samuel Golay
18 Dicembre 2022 | 06:50
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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