Un amore che regala bellezza alla vita

«Come è bella la mia mamma». I bambini  lo ripetono sempre, almeno fino a  quando sono piccoli. Quando crescono,  invece, preferiscono mantenere un certo  distacco e non fanno più affermazioni di  questo tipo, ma dentro di loro rimane  sempre almeno la percezione di quella  bellezza. Lo dice anche quella vecchia  canzone: «Son tutte belle le mamme del  mondo…». Però non è vero che tutte le  donne che hanno avuto figli sono belle.  Cosa allora ce le fa apparire sempre belle,  anche se non lo sono fisicamente, anche  se sono invecchiate, anche se sono  malate? Per rispondere, bisogna prima  conoscere una storia, quella di Mary Ann,  così come la racconta la grande scrittrice  americana Flannery O’Connor.  Mary Ann era una bambina colpita da  una terribile malattia che le aveva  sfigurato il viso. Metà del suo volto era  grottesco, deforme, privo di un occhio,  con il naso e la bocca schiacciati in modo  anomalo uno contro l’altro. Viveva in un  istituto retto da suore che l’assistettero  fino al termine della sua vita. Quando  morì, le suore chiesero a Flannery  O’Connor di scrivere un libro su di lei,  così le mandarono una foto della piccola  e una lunga lettera in cui raccontavano le  vicende della bambina. La scrittrice però  non se la sentì di parlare di una persona  che non aveva mai conosciuto e preferì  esortare le suore a scrivere loro stesse il  libro, promettendo di aiutarle nella  sistemazione del manoscritto.  Quando le arrivò la prima stesura,  dovette constatare che il libro – dal punto  di vista di un professionista – era  assolutamente malriuscito e neppure  una revisione radicale avrebbe potuto  renderlo pubblicabile. In questa  limitatezza, però, Flannery O’Connor si  rese conto di aver comunque capito Mary  Ann. Quelle pagine rivelavano in  modo davvero efficace come  chiunque fosse entrato in contatto  con lei, dopo pochi minuti, non  vedeva più il suo volto sfigurato, ma  la pienezza che la piccola riusciva a  dare alla vita, con la sua gioia  incontenibile, il suo coraggio, la sua  capacità di gustare la bellezza delle  cose.  Flannery decise di non toccare il  libro, che fu pubblicato nella forma  che gli avevano dato le suore, ma  preparò una meravigliosa prefazione  in cui si interrogava sulla questione  del male e dava una spiegazione  illuminante: la caratteristica del male  è l’incompiutezza. Il male esiste  perché la creazione non è compiuta.  Anche il bene di questo mondo, del  resto, a volte appare grottesco, può  avere dei risvolti difficili da  comprendere, sfaccettature che a  prima vista appaiono negative, ma  non lo sono davvero. Questo accade  perché persino il bene è qualcosa in  costruzione. Davanti a questa realtà,  dunque, siamo chiamati a lavorare  per un compimento. Il volto di Mary  Ann era deformato, ma appariva a  tutti bellissimo, perché lei era riuscita  a completarlo con la sua vita, così  come il pessimo libro delle suore  poteva raccontare in parte questa  bambina e metteva in condizione il  lettore di mettere il resto per  interiorizzare la sua storia. Così può  essere per il volto delle mamme.  Sono loro ad accogliere il bambino in  questo mondo, ad accompagnarlo  ogni giorno, a proteggerlo, ad  accudirlo in ogni passo. Sappiamo  bene quanto la nostra società non sia  perfetta e quanto il male entri  comunque nelle nostre vite. Eppure  la mamma riesce a tenerlo a bada, a  restituirci nel modo migliore  possibile la bellezza delle cose, così  come dovrebbero essere, perché col  suo amore è in grado di realizzare per  noi quello che ancora manca alla  creazione che ci accoglie. La mamma  diventa volto compiuto di una  bellezza più grande che ci guarda  attraverso i suoi occhi e ci parla con  la sua voce. La sua presenza è  garanzia di questa pienezza e in  questo impegno le mamme stesse  cambiano rispetto a come erano  prima. Diventano bellissime, perché  è proprio vero: son tutte belle le  mamme del mondo, quelle che  hanno avuto figli e quelle che non ne hanno avuti.

Luca Saltini, scrittore ticinese 

12 Maggio 2019 | 05:50
Tempo di lettura: ca. 2 min.
Condividere questo articolo!