Ucraina: un milione di bambini ucraini allo stremo

A quasi quattro anni dall’inizio del conflitto, sono ancora migliaia i bambini che devono fare i conti con il dramma della guerra, costretti a vivere in condizioni disumane. A lanciare l’allarme, ancora una volta, ci pensa l’Unicef, il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, in un recente rapporto.

Stando ai dati, almeno 19.000 bambini affrontano costantemente i pericoli di mine e altri ordigni inesplosi e 12.000 vivono in comunità bombardate almeno una volta al mese. Nel complesso, un milione di bambini ucraini hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria, circa il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Questo aumento è dovuto ai continui combattimenti e al conseguente deterioramento delle condizioni di vita soprattutto in Ucraina orientale, dove circa 1,7 milioni di persone sono sfollate all’interno del paese, e molte famiglie hanno perso reddito, sussidi sociali e accesso al sistema sanitario, afferma ancora l’Unicef in una nota. «Questa è un’emergenza invisibile, una crisi che la maggior parte dei paesi del mondo hanno dimenticato» afferma Giovanna Barberis, rappresentante dell’Unicef in Ucraina.

In effetti, la situazione ucraina resta estremamente complessa, e al momento non sembrano esserci soluzioni diplomatiche. L’applicazione degli accordi di Minsk — raggiunti il 5 settembre 2014 e formulati dal gruppo di contatto Trilaterale composto da rappresentanti di Ucraina, Russia e l’Osce — stenta ancora a essere realizzata.

I miliziani separatisti del sud-est ucraino si sono detti oggi «pronti a usare la forza» per conquistare le zone del Donbass controllate dal governo di Kiev se non dovessero riuscire a ottenere questo risultato con i metodi politici. «Abbiamo sempre detto — ha dichiarato il leader dei ribelli filorussi di Donetsk, Aleksandr Zakharcenko — che la liberazione dei territori occupati delle regioni di Donetsk e Lugansk è il nostro compito collettivo. E abbiamo sempre detto che preferiamo farlo con i metodi politici. Se non capiranno — ha concluso Zakharcenko — ricorderò loro che possiamo farlo anche con i metodi militari».

(Osservatore Romano)

20 Febbraio 2017 | 11:45
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