Taizé porta in Egitto il «Pellegrinaggio della fiducia»

Anche la Comunità ecumenica di Taizé fa rotta verso l’Egitto. Dopo la notizia che il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I sarà presente il 28 aprile al Cairo insieme a papa Francesco nel delicato viaggio che porterà il Pontefice all’Università di al Azhar e all’incontro con la martoriata Chiesa copta, dalla Francia arriva l’annuncio di un’altra iniziativa importante che vedrà cristiani di diverse confessioni insieme in Egitto. La Comunità di Taizé ha infatti reso noto proprio in queste ore che il Cairo sarà la sua nuova tappa del suo «Pellegrinaggio della fiducia sulla terra», l’iniziativa ideata dal fondatore frère Roger per rendere i giovani portatori di speranza nel mondo di oggi.

Il sito internet di Taizé spiega che dal 26 settembre all’1 ottobre 2017 il priore frère Alois – accompagnato da alcuni monaci della Comunità e da un centinaio di giovani provenienti da diversi paesi dell’Europa e del Medio Oriente – visiterà i cristiani egiziani. Sede dell’incontro sarà la comunità di Anafora, un centro di spiritualità fondato dal locale vescovo copto ortodosso Thomas e che si trova a 75 chilometri dal Cairo, sulla strada che conduce ad Alessandria. Ad Anafora i giovani che giungeranno con la Comunità di Taizé si incontreranno con altri cento giovani egiziani, riuniti lì dalle diocesi copte. Il programma delle giornate prevede anche un incontro con il patriarca copto Tawadros II e la visita a uno dei monasteri di Wadi Natrun, sorgente della tradizione monastica in Egitto.

«Questi giorni di incontri e visite – spiega la Comunità di Taizé annunciando l’iniziativa – ci aiuteranno a saperne di più su due millenni di presenza cristiana e di tradizione di preghiera in Egitto, sul richiamo del deserto che ha dato alla luce la vita monastica, sull’incontro fecondo tra le culture egiziana, greca e araba, oltre che sulla vita dei cristiani oggi in Egitto e sul loro impegno sociale con i più poveri».

Ogni anno intorno al 31 dicembre è una città europea a ospitare il grande raduno che vede i giovani legati a Taizé celebrare insieme in preghiera il passaggio al nuovo anno (a capodanno 2018, per esempio, toccherà a Basilea, culla della «Riforma»). Già altre volte, però, la comunità ha affiancato a questo appuntamento tappe locali del pellegrinaggio della fiducia in contesti significativi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina. La scelta ora dell’Egitto, annunciata a pochi giorni dagli attentati della domenica delle Palme e alla vigilia della visita di papa Francesco, assume però uno spessore del tutto particolare. Taizé sceglie di portare la sua profezia di pace tra i giovani di una terra dilaniata da ferite profonde. Ed è anche una conferma dell’Egitto come importante crocevia ecumenico: grazie all’attuale patriarca Tawadros II al Cairo è nato nel 2013 un «Consiglio ecumenico delle Chiese», che sta facendo crescere in maniera significativa la collaborazione tra le diverse confessioni cristiane. E i frutti cominciano a vedersi anche attraverso questo tipo di iniziative.

(Giorgio Bernardelli / Vatican Insider)

 

21 Aprile 2017 | 13:17
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