Sinodo

Sinodo: P. Lepori «c’è un grande debito nei confronti dei giovani»

Durante la giornata degli amici di Eugenio Corecco svoltasi domenica scorsa 7 ottobre a Breganzona (Lucino) abbiamo scambiato due parole con P. Mauro Giuseppe Lepori che sta vivendo l’esperienza del Sinodo.

La mia speranza – ci dice P. Mauro – si poggia sulla certezza che in ogni in incontro di questo tipo lo Spirito Santo vuole fare sempre qualcosa. Soprattutto in un Sinodo che si occupa di un bisogno molto grande della vita della Chiesa e del mondo. Qui non si parla solo dei giovani cattolici ma dei giovani del mondo intero.

La potenza dell’amore di Cristo sono sicuro ci aiuterà in questo compito sicuramente non facile. Il Papa ci invita ad essere uniti e umili nell’ascoltarci. Qui al sinodo c’è rappresentata una grande ricchezza: culture diverse, tutte le nazioni e i continenti, rappresentati ecumenici, superiori degli ordini religiosi e dei riti cristiani… ed anche giovani! Non ci sono solo vescovi… Si fa esperienza della Chiesa universale.

Si percepisce che c’è un grande desiderio di rispondere ad un bisogno che è in fondo una ferita. Davanti ai molti giovani che hanno perso il senso della vita, sono senza lavoro, senza educazione, senza compagnia, lasciati soli ad affrontare sfide che la modernità mette davanti. La Chiesa è il Buon Samaritano che deve chinarsi sulle ferite dei giovani.

I primi giorni del Sinodo sono di «assestamento», ci stiamo conoscendo reciprocamente. Ma è chiaro il bisogno di conversione che la Chiesa deve compiere. C’è un grande debito nei confronti dei giovani perché loro cercano adulti a cui guardare e non sempre gli uomini di Chiesa sono stati all’altezza del compito che Cristo ci ha affidato. E’ necessario un impegno di rinnovamento e conversione. Per seguire Cristo dobbiamo liberarci da tutto ciò che è superfluo, mondano e non essenziale. Al Sinodo siamo insieme per capire come fare questo cammino di «spogliazione» per dire «sì» a Cristo.

Lo scandalo degli abusi sessuali è molto presente qui al Sinodo. E’ il «fondo» del grande debito che la Chiesa ha con i giovani. E’ una non testimonianza! Ma non è l’unico. Molti giovani sono migranti e vivono esperienze terribili a causa di guerre, conflitti politici e di potere.

C’è un «grido» chiarissimo che i giovani lanciano: «accompagnateci!» Ci vogliono però adulti (laici e religiosi) che raccolgono la sfida. La meta è la maturità. E’ un compito immenso ma nella storia della Chiesa ci sono sempre stati santi e carismi che ci hanno aiutato.

9 Ottobre 2018 | 11:25
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