Michela Murgia (1972-2023). Foto Wikipedia.
Internazionale

Roma: si è spenta la scrittrice Michela Murgia

Si è spenta lo scorso 10 agosto 2023 la scrittrice Michela Murgia dopo una malattia che negli ultimi mesi aveva deciso di condividere socialmente con il pubblico dei suoi lettori. La ricordano e ne contestualizzano il pensiero, in queste ore, Avvenire (vedi sotto) e, tra i tanti, padre Antonio Spadaro, Direttore della Civiltà cattolica. Oggi, nella chiesa degli artisti a Roma, i funerali.

La carriera

Nata a Cabras (Oristano) nel 1972, prima di dedicarsi alla scrittura, aveva compiuto studi teologici, era stata a lungo animatrice in Azione Cattolica e insegnante di religione: «È stato proprio lo studio della teologia a educarmi a una cultura della domanda. Mentre oggi siamo circondati da persone che hanno il culto della risposta», aveva avuto modo di dichiarare in un’intervista. Dalla sua prima esperienza lavorativa in un call center prenderà avvio la sua carriera di scrittrice con il suo primo libro, Il mondo deve sapere (Isbn Edizioni 2006), seguito nel 2008, da «Viaggio in Sardegna», in cui la scrittrice descriveva i luoghi meno conosciuti della sua terra, premessa ideale al suo terzo e più acclamato romanzo, «Accabadora» (Adelphi), del 2010, libro «scomodo», che affrontava, tra i tanti temi controversi, quello del fine vita e dell’accanimento terapeutico. Nel 2011 esce quindi «Ave Mary», un libro scritto per interrogarsi «su quanto c’è della narrazione mariana, tradizionalmente promossa dalla Chiesa cattolica, nelle donne di oggi».

Ma è forse nel suo penultimo libro, «God Save the Queer. Catechismo femminista», uscito l’anno scorso per Einaudi e oggetto di un’intervista, lo scorso marzo, anche per «Chiese in Diretta», che è contenuto il vero testamento, morale e spirituale, di Michela Murgia. Il cristianesimo – afferma l’autrice in questo contesto, pensando al concetto di «queer» – non è la religione dell’»aut-aut» (o questo o quello), bensì dell’»et-et», che tiene insieme elementi opposti: Dio è uno e trino, Cristo è vero Dio e vero uomo, Maria è vergine e madre.

«Difendo – spiegava alla collega Corinne Zaugg – una teologia della soglia. Accettare che ci sia un’ esperienza di Cristo che consiste nell’attraversare, non nello stare. Come tutti prima o poi constatiamo nelle nostre vite. Attenti a fermarvi: dove ti fai mettere un’etichetta ti attende una croce. Gesù è uno specialista a evitare le etichette, ma rilancia: voi chi dite che io sia? Nemmeno l’etichetta di «Re dei Giudei» gli è consona. «Tu lo dici!». Perché stare dentro una definizione può essere una condanna».

Un credo, insomma, che fa dell’apertura, dell’accoglienza e dell’inclusività (soprattutto di chi sta ai margini o alle «periferie», fisiche ed esistenziale) la propria cifra distintiva, come papa Francesco non si è mai stancato di ripetere a proposito della sua idea di Chiesa. Un’idea sostenuta, pur con accenti diversi, anche dalla Murgia.

Avvenire/agenzie/red

Alla figura complessa della Murgia Avvenire del 12 agosto 2023 propone diversi contributi e testimonianze.

Qui sotto linkiamo una riflessione sulle battaglie della Murgia e il suo rapporto con la Chiesa. La sua vicenda va inserita nello spazio aperto al dialogo e nei tempi di una Chiesa cattolica in crescita nelle dinamiche sinodali di ascolto, partecipazione, discernimento e azione.

https://www.avvenire.it/agora/pagine/quando-fede-e-comunita-si-separano-una-vicenda-che

Michela Murgia (1972-2023). Foto Wikipedia.
11 Agosto 2023 | 01:11
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