Ticino e Grigionitaliano

Provocazione o bilancio a cuore aperto? Il Papa pubblica la sua autobiografia

di Markus Krienke*

È un’autobiografia come «storia dentro la Storia» quella di papa Francesco in cui racconta la sua vita lungo i grandi eventi epocali: a partire dalla Seconda Guerra mondiale – che ha vissuto dalla lontana Argentina ma grazie ai suoi parenti piemontesi «da vicino» – passando per lo sbarco sulla luna e il crollo del muro di Berlino, fino all’11 settembre e la pandemia. Sono dunque «le gioie e le angosce» (Gaudium et spes) di tutte le persone a segnare la vita di questo Papa, e solo ripercorrendola si spiegano gli interrogativi circa il suo pontificato. Così l’esperienza familiare di essere migranti si traduce nella convinzione che «ogni migrante deve combattere una battaglia interiore simile a mio padre. Questo non è facile!».

Uno degli episodi centrali è senz’altro la sua amicizia con l’attivista comunista Esther. Raccontando tale amicizia fino alla morte tragica della donna per mano della giunta militare di Videla – una volta Francesco era riuscito a salvarla –, il Papa chiarisce che la sua attenzione per i poveri è autenticamente biblica e cristiana per cui non c’entra l’ateismo comunista. Inoltre, si capisce che Bergoglio ha sentito il bisogno di chiarire la vicenda che gli ha procurato l’accusa di aver collaborato con la giunta militare, tacciato di averle consegnato due confratelli espulsi dall’ordine: il Papa rifiuta decisamente questa versione descrivendo come al contrario avrebbe procurato ad entrambi dei passaporti con cui sono riusciti a lasciare il Paese. Un altro caso tematizzato in cui il Papa però non sembra volersi sbilanciare è quello di Emanuela Orlandi.

Il Pontefice menziona i suoi studi di Guardini e l’incontro con Maradona, mentre la gerarchia ecclesiastica non appare più del necessario. Invece accenna, senza diventare concreto, alle opposizioni cardinalizie contro di lui e termina chiedendo di pregare «non contro ma per me». Mancano anche gli incontri con i «big» del mondo o i suoi «grandi discorsi»: chiaramente il Papa non si definisce attraverso gli alti incontri politici, e confessa di aver sempre evitato «Roma». Infatti, per lui «la fede del popolo è il sistema immunitario della Chiesa». Così l’unico discorso riportato, quello del 9 marzo 2013 e cioè pochi giorni prima del Conclave che lo ha eletto, davanti ai cardinali Bergoglio distingue una «Chiesa mondana» autoreferenziale e una «Chiesa di annuncio» che va incontro alle persone. Ripercorrendo quei giorni, il Papa sottolinea che da quel momento al Conclave «girava il mio nome», come a voler dire che quello che ora sta realizzando con il suo pontificato è il programma per il quale è stato eletto.

Resta la domanda del perché di questa autobiografia: forse il Papa vuole smentire determinate letture critiche del suo pontificato – di essere «di sinistra», di «desacralizzare» il papato, di «mondanizzare» la Chiesa? A tratti sembra effettivamente così, anche se questo libro alla fine si rivolge a tutti dimostrando non solo la coerenza degli undici anni del suo pontificato con la sua vita, ma anche rendendo conto del fatto che, se i cardinali e lo Spirito Santo hanno eletto Papa proprio Jorge Bergoglio, allora è questo programma ciò che egli fedelmente sta realizzando. Ma forse è questa la vera provocazione del libro.

*docente di etica alla Facoltà di Teologia di Lugano

Il libro LIFE. La mia storia nella Storia, (HarperCollins) scritto da Papa Francesco con il vaticanista di Mediaset Fabio Marchese Ragona è uscito il 19 marzo 2024 nelle librerie di 21 Paesi.

19 Marzo 2024 | 17:42
Tempo di lettura: ca. 2 min.
libro (126), PapaFrancesco (1459)
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