Preghiera per le vocazioni. Gli appuntamenti mensili in Ticino

Ogni mese si svolgono in tutto il Ticino dei momenti di preghiera per le vocazioni. A Lugano essi sono organizzati dai seminaristi del Seminario diocesano San Carlo; tra le prossime date il 12 dicembre, il 9 gennaio 2019, il 13 febbraio, il 13 marzo, il 10 aprile sempre alle 20.30 nella sede del Seminario, in Corso Pestalozzi 1.  A Locarno, invece, essi si tengono presso il monastero agostiniano di Santa Caterina, su iniziativa di suor Sandra Künzli, anche nostra blogger. La prossima data prevista, con ritrovo alle 20.00 presso il Monastero, è il 14 dicembre. Il tutto in vista della Preghiera mondiale delle vocazioni, che si celebrerà il 12 maggio 2019. Ma nel frattempo abbiamo conversato con suor Sandra sull’importanza di queste iniziative:

Suor Sandra, secondo te i giovani oggi fanno fatica a capire il discorso della «vocazione»? Come mai?
«Sì, la mancanza di vocazioni denota il fatto oggi i giovani fanno fatica a sentire la chiamata. Manca in generale una vita sacramentale assidua e un rapporto a tu con tu con il Signore nella preghiera. Se non ci si mette in ascolto dello Spirito, come si può udire il suo sussurro? Le sue vie sono infinite ma il tutto diventa più difficile. Non dobbiamo però generalizzare. Ci sono ancora oggi giovani impegnati».

In che modo la Chiesa può aiutare i giovani nel discernimento?
«Penso sia importante avvicinare fin da piccoli i ragazzi magari con gli oratori e mostrare loro la bellezza di ogni vocazione. Una mia amica mi ha detto che nella sua parrocchia non c’è più l’oratorio perché i ragazzi sono troppo impegnati con la danza o la palestra, ecc… e nessuno frequenta più l’oratorio che è chiuso. E’ triste e anche per i sacerdoti non è facile. Non ho una ricetta ma penso si debba avere il coraggio di fare proposte concrete e interessanti ai giovani, in modo che si sentano attirati a frequentare la Chiesa. Bisogna provare…»

Perché è importante pregare per le vocazioni?
«E’ importante pregare per le vocazioni perché Gesù stesso ha detto che la messe è molta e gli operai sono pochi. Gesù ha invitato a pregare il padrone della messe perché mandi ancora operai. Con la mancanza che abbiamo oggi di preti e suore, c’è più che mai bisogno di pregare.

Come monaca, secondo te quali sono le difficoltà da affrontare per arrivare ad accettare serenamente la propria vocazione?
«Scoprire la propria vocazione può suscitare all’inizio un po’ di paura ma poi deve subentrare la gioia nel sapere che Dio ha un piano bellissimo su di te e la tua vita. E’ importante aprirsi con un sacerdote di fiducia e lasciarsi aiutare e guidare da lui».

È meglio scoprire la propria vocazione da giovani o è possibile farlo anche in là con gli anni, come sant’Agostino?
«Penso che il Signore chiami a tutte le età. Io sono entrata a vent’anni ma forse ero ancora un po’ immatura e ho dovuto crescere con l’aiuto della comunità e della preghiera. Una vocazione adulta ha il vantaggio di conoscere meglio la vita ma forse sarà più difficile adattarsi e cambiare le proprie abitudini. C’è il pro e il contro sia per le vocazioni giovani che per quelle adulte».

Quali aspetti della vocazione metteva in luce sant’Agostino?
«Sant’Agostino dava grande importanza alla vita comunitaria e all’interiorità. Noi, oltre al voto di povertà, castità e obbedienza, facciamo la promessa di vivere in perfetta vita comune con le sorelle. E’ un ideale alto ma vi tendiamo, a volte anche con fatica. La vita comunitaria è bella ma bisogna sapersi ritagliare degli spazi propri per stare soli con sé stessi e con Dio. Ci vuole l’equilibrio fra le due cose. L’ideale agostiniano è formare un cuor solo e un’anima sola protesi verso Dio, sull’esempio della primitiva comunità apostolica».

16 Novembre 2018 | 06:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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