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Papa: «La legge serve a svelare la povertà del cuore umano»

Il Papa ha affrontato con i fedeli riuniti in piazza San Pietro l’ultimo comandamento, che ha definito «il compimento del viaggio attraverso il Decalogo, toccando il cuore di tutto quello che in esso ci è consegnato». «Non desidererai la moglie, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo». Ma qual è -secondo Bergoglio- la funzione di questa norma?

«Viene messo in risalto il fatto – ha commentato il Pontefice – che tutte le trasgressioni nascono da una comune radice interiore: i desideri malvagi. Tutti i peccati nascono dai desideri malvagi. Il Decalogo si mostra lucido e profondo su questo aspetto: il punto di arrivo del suo viaggio è il cuore, e se questo non è liberato, il resto serve a poco».

Per il Papa spesso, «dietro la maschera farisaica della correttezza asfissiante si nasconde qualcosa di brutto e di non risolto». «Dobbiamo invece lasciarci smascherare da questi comandi sul desiderio – ha raccomandato Francesco – perché ci mostrano la nostra povertà, per condurci a una santa umiliazione».

Il compito della Legge biblica

Dopo aver affrontato nelle varie catechesi del mercoledì i comandamenti, il Papa ha offerto una chiave di lettura globale:

«Il compito della Legge biblica non è quello di illudere l’uomo che un’obbedienza letterale lo porti a una salvezza artefatta e peraltro irraggiungibile. Il compito della Legge è portare l’uomo alla sua verità, ossia alla sua povertà, che diventa apertura autentica e personale alla misericordia di Dio, che ci trasforma e ci rinnova».

Francesco ha poi concluso: «Beati coloro che riconoscono i propri desideri malvagi e con un cuore pentito e umiliato non stanno davanti a Dio e agli uomini come dei giusti, ma come dei peccatori».

acistampa/red

 

| © Vatican Media
21 Novembre 2018 | 11:37
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Papa (1255), PapaFrancesco (1459)
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