Il Papa incontra in Mongolia leader delle diverse religioni e delle altre Chiese cristiane
Papa e Vaticano

Papa in Mongolia: «Le religioni coltivino la pace»

Bergoglio ha parlato del valore dell’apertura all’altro, al diverso e contro ogni ideologizzazione della fede all’incontro ecumenico e interreligioso che ha aperto la sua terza giornata di viaggio in Mongolia. «La chiusura, l’imposizione unilaterale, il fondamentalismo e la forzatura ideologica rovinano la fraternità, alimentano tensioni e compromettono la pace», ha detto papa Francesco a Ulan Bator, nel terzo giorno del suo viaggio pastorale in Mongolia. Nell’incontro ecumenico e interreligioso con i leader delle religioni e confessioni cristiane presenti nel Paese ha sottolineato che «l’altruismo costruisce armonia e dove c’è armonia c’è intesa, prosperità, bellezza». Il Pontefice ha spiegato che «le religioni sono chiamate a offrire al mondo questa armonia, che il progresso tecnico da solo non può dare, perché, mirando alla dimensione terrena, orizzontale dell’uomo, rischia di dimenticare il cielo per il quale siamo fatti».

No alla confusione tra credo e violenza

«Cari fratelli e sorelle, la nostra responsabilità è grande, specialmente in quest’ora della storia, perché il nostro comportamento è chiamato a confermare nei fatti gli insegnamenti che professiamo; non può contraddirli, diventando motivo di scandalo. Nessuna confusione dunque tra credo e violenza, tra sacralità e imposizione, tra percorso religioso e settarismo», ha affermato il Pontefice.

Offrire quello che si è e quello in cui si crede

È questo l’impegno che Francesco chiede alle diverse fedi, pronte ad offrire la bellezza rappresentata dagli insegnamenti dei «rispettivi maestri spirituali». 

«La memoria delle sofferenze patite nel passato dia la forza di trasformare le ferite oscure in fonti di luce, l’insipienza della violenza in saggezza di vita, il male che rovina in bene che costruisce», ha continuato Francesco.  «Così sia per noi, discepoli entusiasti dei rispettivi maestri spirituali e servitori coscienziosi dei loro insegnamenti, disposti a offrirne la bellezza a quanti accompagniamo, come amichevoli compagni di strada. Si, perchè in società pluralistiche e che credono nei valori democratici, come la Mongolia, ogni istituzione religiosa, regolarmente riconosciuta dall’autorità civile, ha il dovere e in primo luogo il diritto di offrire quello che è e quello che crede, nel rispetto della coscienza altrui e avendo come fine il maggior bene di tutti», ha aggiunto Francesco.

L’impegno della Chiesa cattolica

Questa è la strada che la Chiesa cattolica intende percorrere, è la conferma di Francesco, «credendo fermamente nel dialogo ecumenico, interreligioso e culturale», offrendo a persone e culture il tesoro rappresentato dalla sua fede e «rimanendo in atteggiamento di apertura e ascolto di quanto le altre tradizioni religiose hanno da offrire».

Il dialogo infatti non appiattisce le differenze, ma aiuta a comprenderle, le preserva nella loro originalità e le mette in grado di confrontarsi per un arricchimento franco e reciproco.

Coltivare la speranza

«Fratelli e sorelle, il nostro trovarci qui oggi è segno che sperare è possibile. In un mondo lacerato da lotte e discordie, ciò potrebbe sembrare utopico; eppure, le imprese più grandi iniziano nel nascondimento, con dimensioni quasi impercettibili» ha ammonito Papa Francesco. «Facciamo fiorire questa certezza, che i nostri sforzi comuni per dialogare e costruire un mondo migliore non sono vani – ha esortato -. Coltiviamo la speranza. Le preghiere che eleviamo al cielo e la fraternità che viviamo in terra nutrano la speranza; siano la testimonianza semplice e credibile della nostra religiosità, del camminare insieme con lo sguardo rivolto verso l’alto, dell’abitare il mondo in armonia, come pellegrini chiamati a custodire l’atmosfera di casa».

La Messa alla Steppe Arena di Ulanbator

ll Papa ha poi celebrato la Santa Messa alla Steppe Arena. «Tutti, proprio tutti noi, siamo ‘nomadi di Dio’, pellegrini alla ricerca della felicità, viandanti assetati d’amore». Così Francesco, nell’omelia si rivolge alla comunità cattolica mongola, la più piccola al mondo con i suoi 1500 fedeli.

”Non serve essere grandi,  ricchi o potenti per essere felici. Dio Padre ha mandato il suo Figlio a donarci l’acqua viva dello Spirito Santo per dissetare la nostra anima. E Gesù ci mostra la via per essere dissetati: è la via dell’amore, che Lui ha percorso fino in fondo, fino alla croce, e sulla quale ci chiama a seguirlo ”perdendo la vita per ritrovarla nuova”. Bergoglio si sofferma in particolare su due aspetti: ”la sete che ci abita e l’amore che ci disseta”. 

La preghiera in russo per «la pace tra i popoli»

«Per i governanti della società civile: la sapienza che viene dal Cielo li educhi a prendersi cura del bene comune, superando i conflitti di parte e lavorando per la pace tra i popoli e la salvaguardia della casa comune, preghiamo». E’ la «preghiera dei fedeli» letta in lingua russa durante la messa di papa Francesco alla Steppe Arena di UlanBator, dove sono presenti – tra le oltre duemila persone che assistono alla liturgia – anche gruppi di pellegrini provenienti dalla Cina e dalla Russia.  La preghiera letta in lingua cinese invece è stata: «Per le famiglie cristiane: l’insegnamento del Vangelo le guidi nel praticare l’accoglienza, il dialogo e il perdono, la carità, la comunione sincera e l’aperura a chi è nel bisogno, preghiamo».

fonte: agenzie/red

Nel video: in un minuto le prime due giornate del Papa in Mongolia

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3 Settembre 2023 | 12:05
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mongolia (16), PapaFrancesco (1459)
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