Papa e Vaticano

Papa: «Il futuro richiede attenzione concreta a vita e maternità»

«A Fatima ho chiesto che la Chiesa abbia cura dei bambini», afferma il Papa e aggiunge: «C’è tanto bisogno di preghiera e penitenza contro assurdi conflitti e per implorare la pace». Il suo pensiero va in particolare ai «tanti innocenti duramente provati dalla guerra». Alle «istituzioni» sollecita nella meditazione del Regina Coeli «un’attenzione concreta alla vita e alla maternità». A richiederlo è «il futuro delle nostre società» e «questo appello è particolarmente significativo oggi mentre si celebra, in tanti Paesi, la festa della mamma: ricordiamo con gratitudine e affetto tutte le mamme, anche le nostre mamme in cielo, affidandole a Maria, la mamma di Gesù»; Francesco ha poi invitato i fedeli a un minuto di silenzio per fare una preghiera ognuno per la propria mamma.

Un invito accorato, rivolto come un completamento ideale delle sue intense catechesi mariane in Portogallo. «Lasciamoci guidare dalla luce che viene da Fatima», esorta Francesco. E «anche ai nostri giorni c’è tanto bisogno di preghiera e di penitenza per implorare la grazia della conversione, come pure la fine degli assurdi conflitti e delle violenze che sfigurano il volto dell’umanità». Perciò, nella Preghiera mariana recitata a piazza San Pietro con i fedeli, affida «a Maria, Regina della pace», la sorte delle popolazioni afflitte da guerre e conflitti, in particolare in Medio Oriente. «Tante persone innocenti sono duramente provate, sia cristiane, sia musulmane, sia appartenenti a minoranze come gli yazidi, i quali subiscono tragiche violenze e discriminazioni- afferma il Papa, che recentemente ha incontrato una ragazza yazida ridotta in schiavitù dall’Isis – Alla mia solidarietà si accompagna il ricordo nella preghiera, mentre ringrazio quanti si impegnano a sovvenire ai bisogni umanitari. Incoraggio le diverse comunità a percorrere la strada del dialogo e della riconciliazione per costruire un futuro di rispetto, di sicurezza e di pace».

Stamattina, prima delle 7, il Pontefice ha compiuto il consueto omaggio alla Vergine che conclude ogni suo viaggio, portando un mazzo di rose bianche all’icona della Salus Populi Romani nella Basilica di Santa Maria Maggiore.Questa volta, rientrando da Fatima, il Papa ha scelto di recarsi nella Basilica di mattino presto soffermandosi a lungo seduto in preghiera davanti all’icona della Vergine e ha lasciato Santa Maria Maggiore prima dell’inizio delle celebrazioni domenicali. Da quando è stato eletto, papa Francesco è solito recarsi a Santa Maria Maggiore prima e dopo ogni viaggio o pellegrinaggio (come faceva anche da Arcivescovo di Buenos Aires nei suoi soggiorni a Roma), per pregare davanti alla icona cara al popolo romano, e cara a lui, perché legata alla spiritualità dei Gesuiti e alle vicende romane del loro fondatore, Ignazio di Loyola, e dei suoi primi compagni.

Al Regina Coeli, Jorge Mario Bergoglio ha tracciato un bilancio spirituale della sua missione «di preghiera» in Portogallo nel quale ha affidato a Maria tutti gli uomini definendoli «fratelli in umanità» come Paolo VI aveva presentato la Chiesa come «esperta in umanità» nel suo storico discorso all’Onu. «Ieri sera sono ritornato dal pellegrinaggio a Fatima, e la nostra preghiera mariana di oggi assume un significato particolare, carico di memoria e di profezia per chi guarda la storia con gli occhi della fede – spiega il Pontefice – A Fatima mi sono immerso nella preghiera del santo Popolo fedele, preghiera che là scorre da cento anni come un fiume, per implorare la protezione materna di Maria sul mondo intero. Rendo grazie al Signore che mi ha concesso di recarmi ai piedi della Vergine Madre come pellegrino di speranza e di pace. E ringrazio di cuore i Vescovi, le Autorità dello Stato e tutti coloro che hanno offerto la loro collaborazione».

Fin dall’inizio, racconta il Pontefice, «quando nella Cappella delle Apparizioni sono rimasto a lungo in silenzio, accompagnato dal silenzio orante di tutti i pellegrini, si è creato un clima raccolto e contemplativo, in cui si sono svolti i vari momenti di preghiera». E, prosegue, «al centro di tutto è stato ed è il Signore Risorto, presente in mezzo al suo Popolo nella Parola e nell’Eucaristia. Presente in mezzo ai tanti malati, che sono protagonisti della vita liturgica e pastorale di Fatima, come di ogni santuario mariano».

A Fatima, sottolinea il Papa, «la Vergine ha scelto il cuore innocente e la semplicità dei piccoli Francesco, Giacinta e Lucia, quali depositari del suo messaggio. Questi fanciulli lo hanno accolto degnamente, così da essere riconosciuti come testimoni affidabili delle apparizioni, e diventando modelli di vita cristiana». Quindi «con la canonizzazione di Francesco e Giacinta, ho voluto proporre a tutta la Chiesa il loro esempio di adesione a Cristo e di testimonianza evangelica». Infatti, «la loro santità non è conseguenza delle apparizioni, ma della fedeltà e dell’ardore con cui essi hanno corrisposto al privilegio ricevuto di poter vedere la Vergine Maria: dopo l’incontro con la «bella Signora», essi recitavano frequentemente il Rosario, facevano penitenza e offrivano sacrifici per ottenere la fine della guerra e per le anime più bisognose della divina misericordia, il Cuore Immacolato di Maria sia sempre il nostro rifugio, la nostra consolazione e la via che ci conduce a Cristo».

Dopo aver recitato la Preghiera mariana con fedeli e pellegrini riuniti numerosi in piazza San Pietro, Francesco ha ricordato che «ieri, a Dublino, è stato proclamato Beato il sacerdote gesuita John Sullivan». Il suo Confratello, vissuto in Irlanda tra Otto e Novecento, «dedicò la vita all’insegnamento e alla formazione spirituale dei giovani, ed era amato e ricercato come un padre dai poveri e dai sofferenti: rendiamo grazie a Dio per la sua testimonianza». Il Pontefice rivolge un pensiero, inoltre, ai «partecipanti all’iniziativa denominata «Passeggini vuoti» e il gruppo delle mamme di Bordighera». E saluta «i fedeli di Roma e pellegrini dall’Italia e da vari Paesi. In particolare, i fedeli di Ivrea, Salerno, Valmontone e Rimini; gli alunni di Potenza e di Mozzo (Bergamo)». A tutti augura «una buona domenica e per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci».

(Giacomo Galeazzi / Vatican Insider)

15 Maggio 2017 | 07:15
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