Biennale di Venezia
Papa e Vaticano

Papa Francesco alla Biennale di Venezia

La Biennale di Venezia è probabilmente l’evento più importante del mondo dell’arte contemporanea a livello mondiale. Artisti, critici, galleristi, direttori di musei e di fondazioni, giornalisti di settore: tutti si fermano e guardano che cosa accade nella città di San Marco. Come succede, per il cinema e per la musica, con gli Oscar o i Grammy. Chi espone a Venezia è sotto i riflettori. Non si tratta soltanto di visibilità o successo: la Biennale è una sorta di sismografo della contemporaneità. Chi visita la mostra principale e i padiglioni nazionali lo fa perché, in fondo, vuole capire come gli artisti interpretano e vivono il presente. Non farà eccezione neanche il Papa: la sua presenza il 28 aprile in Laguna sarà un segno di curiosità innanzitutto, ma anche di desiderio di essere presente là dove le cose accadono, muovendosi verso gli uomini, senza aspettare che le persone vengano a lui. È una visita che è, di per sé, il manifesto di una posizione culturale.

Francesco si recherà nella città Serenissima e prenderà parte alla manifestazione, primo Pontefice della storia a farlo, visitando il Padiglione della Santa Sede, che verrà allestito al carcere femminile della Giudecca. Quella promossa dal cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, è una delle 88 presenze nazionali che convivono con la grande mostra principale di Adriano Pedrosa, curatore brasiliano, che si intitolerà «Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere» e che si snoderà, come ogni due anni, negli spazi dei Giardini della Biennale e in quelli delle Corderie dell’Arsenale. Le presenze nazionali sono chiamate a scegliere uno o più artisti che sono considerati rappresentativi di ciò che accade nel singolo Paese.

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Biennale di Venezia | © CC BY-NC-ND 2.0 DEED
21 Febbraio 2024 | 11:27
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