Padre Giuseppe Ambrosoli in Uganda.
Ticino e Grigionitaliano

Padre Giuseppe Ambrosoli: medico e missionario che sarà presto beato

Si è svolta giovedì scorso all’oratorio di Novazzano, una serata speciale su Padre Giuseppe Ambrosoli (1923-1987), missionario comboniano e medico di Ronago (paese in provincia di Como confinante con Novazzano). La serata, avvenuta in vista della sua beatificazione, è stata l’occasione per conoscere e approfondire questo uomo di fede, sacerdote e chirurgo scomparso nel 1987 a Kalongo, in Uganda, dove aveva fondato la sua missione e dove il 20 novembre avverrà la cerimonia di beatificazione fissata già due anni fa ma rimandata a causa della pandemia.

Erede della nota azienda familiare del miele e delle caramelle, Giuseppe con umiltà e concretezza decide di lasciare un sicuro avvenire per dedicarsi agli altri. Un’indole, la sua, che aveva dimostrato già da giovane durante la seconda guerra mondiale, quando aveva aiutato i compagni nel lager tedesco di Heuberg- Stetten vicino Stoccarda. Una volta a casa, si iscrive a medicina e nel 1949 comunica alla famiglia la volontà di diventare missionario comboniano. Ordinato sacerdote dall’allora arcivescovo di Milano, mons. Giovanni Battista Montini (futuro Paolo VI), nel 1956 Ambrosoli parte per la diocesi di Gulu, dove impara la lingua acholi, studia nel Seminario di Lacor ma soprattutto si occupa del dispensario di Kalongo, una capanna col tetto di paglia dove accoglie i malati. Comprende il grande bisogno di strutture sanitarie in Africa e si dedica alla realizzazione di un ospedale in grado di offrire cure e medicinali di buon livello. Per lui fondamentale è l’aspetto della formazione per poter creare nuove generazioni di medici e infermieri: nel 1959 fonda così la St. Mary’s Midwifery Training School, per la formazione di ostetriche. Nel suo lungo servizio, l’ospedale che oggi porta il suo nome, è cresciuto fino alla capienza di 350 posti letto, divenendo un vero polo di riferimento.

Ma il 13 febbraio 1987, in piena guerra civile, i militari costringono padre Giuseppe ad abbandonare tutto. «Quello che Dio chiede non è mai troppo», commentava allora il missionario. Poche settimane dopo, lo stress della partenza e una malattia renale lo portano alla morte presso la città di Lira dove si era rifugiato. Oggi, l’ospedale di Kalongo cura ogni anno 50mila persone di cui il 70% donne e bambini.

Il processo di canonizzazione è iniziato il 22 agosto 1999. Il miracolo che porta alla beatificazione risale al 25 ottobre 2008: la ventenne Lucia Lomokol, dopo un parto molto difficile in cui aveva perso il bambino, stava per morire di setticemia, quando il medico, il ginecologo Erik Domini, decide di mettere sotto il suo cuscino l’immagine di padre Ambrosoli e invita la famiglia a pregare il missionario comboniano. Accade così che Lucia guarisce in modo «scientificamente inspiegabile».

Quest’anno, l’abituale Azione Natalizia delle parrocchie del Mendrisiotto sarà dedicata all’iniziativa promossa dalla parrocchia di Ronago a sostegno della Scuola di Ostetricia nell’Ospedale di Kalongo che tutt’ora svolge un grande servizio per la gente locale.

Padre Giuseppe Ambrosoli in Uganda.
26 Ottobre 2022 | 06:10
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