Nadia e Sandro Agustoni con alcuni amici ad Haiti
Ticino e Grigionitaliano

Il coraggioso lavoro ad Haiti dei missionari ticinesi Nadia e Sandro Agustoni

di Laura Quadri 

Tessere legami di solidarietà e, attraverso di essi, garantire l’avvio di processi virtuosi, che portino la popolazione locale haitiana a diventare sempre più indipendente dall’aiuto estero. È questo l’obiettivo di Sandro e Nadia Agustoni, da maggio 2022 ad Haiti come volontari nel progetto congiunto tra la Diocesi di Lugano, tramite la Conferenza missionaria della Svizzera italiana, e il locale Bureau Diocésain d’Éducation (BDE) della diocesi haitiana di Anse-àVeau-Miragoâne. Nonostante il Paese, attualmente, stia attraversando una profonda crisi. «Ci sono zone dove non possiamo andare, o dove andiamo ma con molta cautela», ci raccontano in queste ore telefonicamente, non senza una certa apprensione, che tuttavia non soffoca i loro slanci di entusiasmo. «Abbiamo incominciato lo sviluppo di un nuovo progetto da avviare già dal primo giorno in cui siamo stati costretti a lasciare la capitale, per spostarci a fine settembre del 2022, per la nostra incolumità, a Santo Domingo. Volevamo essere pronti per il nostro rientro nella Diocesi in cui abbiamo lavorato finora, sicuri che esso sarebbe avvenuto presto».

Un Paese in mano alle gang 

Al loro rientro, verificatosi a gennaio di quest’anno, dopo 4 mesi di esilio forzato a Santo Domingo dovuto alla violenza nel Paese, ci descrivono come da una parte abbiano constatato un piccolo ma significativo miglioramento: le banche avevano riaperto, altrettanto le scuole e la benzina era tornata; ma l’umore della gente rimaneva bassissimo. «Da quando siamo rientrati non c’è giorno in cui non parliamo e ci confrontiamo con la gente della nostra piccola parrocchia di riferimento, Paillant, della situazione attuale del Paese: violenze, abusi, un’interanazioneinmanoalle gang.

I rifornimenti di benzina, fino a poco tempo fa mancanti, hanno ridotto la gente allo stremo: per le strade non vediamo che gente profondamente dimagrita. Lo vedi a colpo d’occhio. Solo dall’inizio dell’anno si contano oltre 600 morti e i giovani sono sicuramente tra i più esposti a ogni sorta di abuso, anche psicologico. Le gang cercano di arruolarli con la scusa del guadagno facile. Nemmeno le chiese sono ritenute posti più sicuri e questo crea molta instabilità a livello psicologico: non c’è luogo dove ci si possa riparare. In altre Diocesi vi sono edifici in cui per sicurezza non può più essere celebrata la S. Messa oppure vi è stata la chiusura delle scuole gestite dalla Chiesa. Come ci arriva tutta questa sofferenza? Molto concretamente, attraverso la gente – soprattutto padri di famiglia – che ci raggiungono quotidianamente, bussando alla nostra porta, per chiederci un aiuto materiale. È davvero un dramma».

Investire sulla non-violenza

Il lavoro da fare, a quel punto, è stato molto chiaro: «Anzitutto investire sicuramente sul discorso della nonviolenza, aiutati dal parroco, che non lascia passare una sola Messa domenicale senzaparlarnenell’omelia.Un grande aiuto per approfondire la tematica ci è giunto dal periodo quaresimale, durante il quale abbiamo potuto organizzare tanti atelier molto partecipati per famiglie e ragazzi su questo tema».

Responsabilizzare le famiglie

Una forma di vicinanza e di aiuto alla popolazione perfettamente in linea con l’intero progetto diocesano, che è, di base, un percorso educativo. «L’iniziativa che abbiamo ideato a Santo Domingo, e alla quale abbiamo potuto dare concretamente inizio a febbraio, emblematicamente denominata «AGIR – Attività generatrice integrale di risorse», prevede proprio questo, in linea con altri corsi offerti dal BDE: educare ma anche responsabilizzare la popolazione locale verso l’ambiente, i buoni rapporti in famiglia, l’esserecittadiniresponsabili, a partire da una buona gestione del ménage famigliare. Si tratta, infine, di un progetto che possiamo definire «educativo» perché viene svolto con uno scopo ben preciso: permettere ai figli di queste famiglie di frequentare con regolarità le scuole, senza più doverle abbandonare durante l’anno a causadell’impossibilità di pagare la retta. È infatti un progetto che portiamo avanti in zone rurali, di 10’000 persone al massimo, con due scuole principali.

Il Consiglio di direzione delle scuole ha come obiettivo, tramite questo progetto, di diminuire del 50 percentoilfenomenodell’assentesimo. Ora dal mese di febbraio – proseguiremo fino all’estate – ci incontriamo con docenti e famiglie, circa 40 genitori, un sabato al mese e organizziamo queste formazioni. Discutiamo di tutto, dagli insetticidi ecosostenibili (e che dunque possono essere autoprodotti) alle semenze o all’allevamento di animali. Crediamo infatti che lo strumento giusto per combattere il problema sia la stabilità: solo se le famiglie non avranno problematiche economiche da risolvere, potranno serenamente permette ai propri figli di studiare».

Una catena solidale

L’aspetto umano, in tutto questo, aggiungono i coniugi Agustoni, è fondamentale: «Non tralasciamo nemmeno di trasmettere dei valori, come ad esempio l’altruismo: chiediamo alle famiglie di donare i primi frutti del loro raccolto, ottenuto con i metodi che insegniamo, ad un altro nucleo famigliare. È una forma di solidarietà molto concreta ma indispensabile ». Tra gli altri progetti sostenuti e portati avanti già dai missionari diocesani precedenti, il Village Misericorde, un luogo protetto per «i poveri più poveri», dove Nadia e Sandra prestano aiuto alcune volte a settimana per l’animazione, le S. Messe e fornendo anche aiuto per alcune migliorie alla struttura. «Vorremmo che si creasse una rete e sinergie nuove, ad esempio che il Village collaborasse con il vicinissimo Centro d’accoglienza Aspiss Salomas per persone disabili, ad oggi sostenuto dalla Fondazione, sempre ticinese, «Santa Lucia». Cerchiamo di fare un lavoro di scavo: scavare per far emergere quelle risorse che il popolo haitiano ben possiede ma che deve riuscire a scoprire».

Nadia e Sandro Agustoni con alcuni amici ad Haiti
3 Maggio 2023 | 06:29
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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