La chiesa di San Nicolao della Flüe a Lugano-Besso illuminata di rosso in occasione della RedWeek 2023. Nella foto, da sin. Lucia Wicki-Rensch (ACN), Mons Bugeja e don Marco Dania.
Ticino e Grigionitaliano

Mons. Bugeja ospite della chiesa di San Nicolao della Flüe di Lugano-Besso in occasione della Redweek 2023 di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)»

In tutto il mondo il terzo fine settimana di novembre, in occasione della «Redweek 2023» – una campagna dell’Opera caritativa «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» – sono stati commemorati i cristiani perseguitati nel mondo. Le chiese, illuminate di rosso, sono diventate un segno tangibile per ricordare il destino di oltre 300 milioni di cristiani. Anche in Svizzera l’Opera caritativa ha partecipato a questa campagna in collaborazione con le parrocchie. Oltre all’illuminazione rossa delle chiese, sono state celebrate numerose S. Messe e si sono tenute diverse conferenze alle quali sono stati invitati personalità e rappresentanti stranieri della Chiesa. «Non possiamo rimanere indifferenti alla sorte dei cristiani perseguitati ed oppressi a causa della loro fede cristiana», ha sottolineato in un comunicato stampa Lucia Wicki-Rensch, responsabile della Svizzera italiana di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)». Negli ultimi anni, la situazione di un numero crescente di cristiani è peggiorata costantemente. Si va dall’oppressione, al forte rischio di perdere di vita.

La visita del vescovo della Libia onora la Svizzera

Testo di Stefan Treier

Ospite di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)», il vescovo George Bugeja, vicario apostolico di Tripoli, ha onorato la Svizzera. La sua visita è avvenuta nella Svizzera italiana, dove ha celebrato tre Sante Messe nella chiesa di San Nicolao della Flüe a Lugano-Besso e ha presentato sé stesso e la sua comunità ai fedeli. – Si deve ricordare che la diocesi di Lugano, al termine della Seconda guerra mondiale, su iniziativa dell’allora vescovo Angelo Giuseppe Jelmini, costruì la chiesa di «San Nicolao della Flüe» a Lugano-Besso, in segno di gratitudine per la guerra scampata. La costruzione iniziò nel 1948, la consacrazione della chiesa avvenne nel 1950. Da allora questa chiesa nel sud della Svizzera, ricorda il santo patrono svizzero e principe della pace, fratel Nicolao. Pertanto, questo notevole edificio commemorativo è stato inserito nell’ambito della «RedWeek» (Settimana rossa).

Anche se l’ospite, che dal 2017 è vicario apostolico di Tripoli, rappresentava solo una piccola comunità della diaspora dello Stato nordafricano, la sua presenza a Lugano-Besso ha significato molto. La presenza episcopale è stata una testimonianza della comunità cattolica mondiale, simile a una famiglia, che si considera parte di una Chiesa più grande, la quale ha sempre posto l’accento sulla solidarietà con le comunità più piccole. Ha sempre saputo difendere le preoccupazioni e i diritti delle minoranze e dei perseguitati, anche in tempi difficili.

Membro dell’Ordine dei Francescani, è nato a Malta nel 1962 ed è stato ordinato sacerdote nel 1986. Dopo aver operato all’estero, ha lavorato al Dicastero per l’evangelizzazione, Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari in Vaticano dal 2010 al 2015, prima che Papa Francesco lo nominasse nello stesso anno vescovo titolare di San Leone e vicario apostolico coadiutore di Tripoli – carica che ricopre tuttora.

Piccola minoranza cristiana nella diaspora

È piuttosto raro che in Occidente si senta parlare della vita dei cristiani rimasti nelle piccole comunità della diaspora nello Stato nordafricano, che conta circa sette milioni di abitanti. Circa il 97% della popolazione libica è di religione musulmana sunnita. Attualmente in Libia vivono ancora diverse migliaia di cattolici, oltre a cristiani copti e greco-ortodossi. La maggior parte delle chiese cristiane è stata chiusa dopo l’ascesa al potere di Muammar Gheddafi nel 1969. A Tripoli, oggi, c’è ancora una chiesa cattolica. È dedicata a San Francesco – comprensibile, visto che i pochi sacerdoti del Paese appartengono tutti all’Ordine francescano. Le S. Messe vengono celebrate il venerdì e il sabato. Le S. Messe domenicali vengono celebrate già il venerdì, in conformità alle disposizioni dello Stato. – L’antica cattedrale di Bengasi, dedicata alla Concezione della Vergine Maria, è stata distrutta da un incendio nel 2014 durante il conflitto armato. – Da qualche tempo, quindi, i fedeli celebrano le funzioni in un ospedale, poiché al momento non ci sono alternative. Due sacerdoti lavorano a Tripoli e tre a Bengasi, supportati da alcune religiose. I cristiani che vivono in Libia sono stranieri, di solito quelli che possiedono un permesso di soggiorno e di lavoro dallo Stato. Gran parte dei cattolici che vivono in Libia sono filippini che lavorano principalmente nel settore sanitario come infermieri. Lavorano in ospedali statali o altrimenti gestiti da enti laici, dove la loro esperienza è molto apprezzata. L’Opera caritativa «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» sostiene i rappresentanti della Chiesa che lavorano con mezzi modesti, in modo che possano svolgere anche il lavoro pastorale più importante per i loro fedeli in Libia, cosa di cui il vescovo Bugeja si è mostrato molto grato. È stato incoraggiante apprendere che l’intesa tra la minoranza cristiana che vive in Libia e la popolazione locale può essere definita positiva. Le circostanze politiche sono particolari, ma i cristiani non devono preoccuparsene perché, in quanto stranieri, non hanno competenze politiche.

«Abbiate cura della fede, perché ci dà gioia»

Purtroppo, non è possibile gestire strutture proprie, soprattutto nel settore caritativo o sanitario (come in altri Paesi), poiché i cristiani in Libia hanno capacità troppo limitate per farlo. Il loro ambito di attività è quindi principalmente limitato alle questioni pastorali, alle quali i consacrati attribuiscono grande importanza.

Ciò che la piccola comunità di sacerdoti in Libia apprezza particolarmente sono le offerte per le intenzioni di S. Messe che riceve grazie ai sostenitori di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)». Queste entrate li aiutano a mantenere le modeste condizioni economiche di cui hanno bisogno per sopravvivere.

«Abbiate cura della fede, perché ci dà gioia», è stata la convincente raccomandazione dell’alto visitatore del Nord Africa, che ha continuato: «Se perdiamo questa gioia, allora capiamo ancora di più quanto sia importante la fede». Se ci prendiamo cura del nostro rapporto con Dio, questo ci aiuterà in ogni momento, indipendentemente dalle circostanze difficili e problematiche. Un consiglio che dovrebbe essere accolto con grande sensibilità, soprattutto nei luoghi in cui le persone hanno un’ampia possibilità di sostentamento economico.

La chiesa di San Nicolao della Flüe a Lugano-Besso illuminata di rosso in occasione della RedWeek 2023. Nella foto, da sin. Lucia Wicki-Rensch (ACN), Mons Bugeja e don Marco Dania. | © ACN
23 Novembre 2023 | 11:35
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