Mokrani: «L’Europa difenda la democrazia dal populismo»

«Di fronte a quanto sta accadendo, quello che possiamo fare noi, come comuni cittadini, è di prendere coscienza della situazione e di non tollerare la xenofobia, di rifiutare il discorso dell’odio, della paura, che è molto ideologico. E’ questo un fenomeno che mette a rischio la democrazia, che è la cosa più bella e preziosa della storia europea». E’ questa una delle preoccupazioni più forti espresse da Adnane Mokrani, teologo musulmano che insegna al Pontificio Istituto di Studi Arabi e di Islamistica e alla Pontificia Università Gregoriana. Mokrani è anche presidente del Cipax, il Centro interconfessionale per la pace. Sullo sfondo delle sue parole, l’attentato di Berlino con le vittime innocenti, le decine di feriti, ma anche l’agguato di Ankara in chi ha trovato la morte l’ambasciatore russo in Turchia e poi i conflitti mediorientali, il caos siriano, la tragedia di Aleppo. E’ quello che il Papa ha chiamato «terza guerra mondiale a pezzi», una profezia che si è tristemente avverata.

«Il Papa – spiega Mokrani – condanna la violenza in tutte le sue forme e di recente ha parlato anche della non violenza, questa è un’altra profezia, che speriamo un giorno possa avverarsi»; la non violenza, aggiunge, è l’unico obiettivo possibile, dovrà diventare la base, il metodo per un dialogo nel futuro. «La parola del papa – rileva ancora lo studioso – non riguarda solo i cattolici, ma coinvolge anche le altre fedi, fa appello a tutte le grandi religioni, riguarda tutti». In tal senso «le religioni devono rifiutare i discorsi fondati sull’odio, e questo richiede uno sforzo particolare per costruire la pace e il dialogo». Certo, c’è il rischio che i conflitti e le violenze di questi mesi e anni in Medio Oriente, producano un desiderio di vendetta, favoriscano l’odio riproducendo così «il ciclo mimetico della violenza», un rischio che va assolutamente scongiurato.

L’incapacità di intervenire da parte dell’Europa e più in generale da parte della comunità internazionale di fronte alla gravità dei conflitti in corso, resta un problema non eludibile. E sullo scenario mediorientale, Mokrani rileva: «La soluzione è la politica, non la guerra, cioè la diplomazia, il dialogo, il negoziato; i vari soggetti internazionali coinvolti devono impegnarsi di più per una soluzione politica sia in relazione alla crisi siriana che per la stabilità dell’Iraq, e se non si fa questo il mondo non potrà vivere in pace». Inoltre, aggiunge, «lo sforzo militare non è sufficiente per combattere il terrorismo, c’è bisogno di una progetto politico e di una visione del futuro, su come possiamo convivere in pace, dunque serve po’ di creatività politica» .

In merito all’odio e alla paura verso i rifugiati che gli attentati terroristici possono produrre, Mokrani osserva come le parole del Papa spese su questo argomento, di accoglienza e inclusione, siano importanti; «ma anche nel campo europeo – spiega – apprezzo molto le posizioni etiche e morali di Angela Merkel, di altissimo livello umano e politico». Una delle cose da fare, è quella di costruire «meccanismi di solidarietà internazionale».

«Bisogna dire – osserva ancora – che i veri rifugiati sono persone pacifiche, sono vittime della violenza e della guerra e cercano un posto dover poter vivere in pace, cercano un futuro possibile. Si tratta di donne bambini, e anche giovani che sperano in un futuro diverso, migliore. Di conseguenza non dobbiamo mischiare problemi diversi. Invece è necessario ricordarci, come pure è avvenuto in altri casi, che i terroristi non devono per forza essere dei rifugiati, anche quello che è accaduto a Berlino non è ancora chiaro. In tal senso dobbiamo fare attenzione a non cadere nel discorso populista retorico che ha per obiettivo risultati elettorali di corto respiro».

E anche a noi come persone comuni, spetta un compito, anche se non possiamo prendere le grandi decisioni; «ciò che possiamo fare noi, come comuni cittadini – afferma Mokrani – è di prendere coscienza della situazione e di non tollerare la xenofobia, di rifiutare il discorso dell’odio, della paura, che è molto ideologico. E’ questo un fenomeno che mette a rischio la democrazia, che è la cosa più bella e preziosa della storia europea».

(Francesco Peloso / Vatican Insider)

 

23 Dicembre 2016 | 06:05
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