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Migranti, il Papa: «Sono i nuovi schiavi, alle parole seguano impegni concreti»

Servono fatti, «impegni concreti», e non solo parole per affrontare una «sfida epocale» come quella migratoria. Papa Francesco ancora una volta chiede di rafforzare l’impegno per i «milioni di fratelli e sorelle migranti e rifugiati in diverse parti del mondo» che versano in «condizioni disumane». Ricevendo in udienza i membri dell’International Catholic Migration Commission, organismo fondato 65 anni fa, che oggi conclude la sua plenaria a Roma, Francesco invoca un impegno congiunto tra Conferenze episcopali e associazioni cattoliche, governi e istituzioni. «Insieme – dice – dobbiamo incoraggiare gli Stati a concordare risposte più adeguate ed efficaci alle sfide poste dai fenomeni migratori; e possiamo farlo sulla base dei principi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa». Inoltre, aggiunge il Papa, «dobbiamo impegnarci per assicurare che alle parole seguano impegni concreti nel segno di una responsabilità globale e condivisa». 

Bergoglio – salutando il presidente della Commissione, il cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi, che «ha un grande senso dell’umorismo» – incoraggia l’organismo a proseguire la sua causa che, dice ricordando le parole di Giovanni Paolo II ispirate a sua volta a quelle di Paolo VI, «è la causa di Cristo stesso». «La liberazione dei miseri, degli oppressi e dei perseguitati è parte integrante, oggi come ieri, della missione che Dio ha affidato alla Chiesa», sottolinea il Pontefice. «E il lavoro della vostra Commissione rappresenta un’espressione tangibile di tale impegno missionario».

 

Impegno che dal 1951, data della fondazione, è andato modificandosi sotto diversi aspetti: «I bisogni sono diventati sempre più complessi; gli strumenti per rispondervi si sono resi più sofisticati; il servizio è andato facendosi via via più professionale. Nessuno di questi cambiamenti, però, è riuscito – grazie a Dio – a scalfire la fedeltà della Commissione alla sua missione», afferma il Papa.

 

Che loda le molteplici iniziative avviate nei cinque continenti quali «declinazioni esemplari dei quattro verbi» (accogliere, proteggere, promuovere e integrare), elencati nel messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018, con i quali si esplicita «la risposta pastorale della Chiesa di fronte alle migrazioni contemporanee».

 

L’auspicio è dunque che l’opera dell’Icmc possa continuare «animando le Chiese locali a prodigarsi per le persone che sono state costrette a lasciare la propria patria e che diventano troppo spesso vittime di inganni, violenze e abusi di ogni genere». Il Vescovo di Roma raccomanda in particolare di offrire «un’assistenza qualificata» alle Conferenze episcopali e alle Diocesi «che stanno ancora cercando di organizzarsi per meglio rispondere a questa sfida epocale». Ma soprattutto chiede di «promuovere un dialogo aperto e sincero con i governanti», conditio sine qua non «per liberare gli oppressi, gli scartati e gli schiavi di oggi».

 

Tale dialogo, insiste il Papa, deve far tesoro «dell’esperienza vissuta, delle sofferenze e delle aspirazioni del popolo, per richiamare ciascuno alle proprie responsabilità». «I processi avviati dalla comunità internazionale verso un patto globale sui rifugiati e un altro per una migrazione sicura, ordinata e regolare rappresentano uno spazio privilegiato per realizzare tale dialogo», osserva. «Anche in questo la Commissione si è impegnata in prima linea offrendo un contributo valido e competente in ordine a trovare quelle nuove vie auspicate dalla comunità internazionale per rispondere con accortezza a questi fenomeni che caratterizzano la nostra epoca».

 

Tuttavia, afferma Francesco, «il lavoro non è concluso»: bisogna incoraggiare gli Stati «a concordare risposte più adeguate ed efficaci alle sfide poste dai fenomeni migratori» e serve «una responsabilità globale e condivisa» per assicurare che alle parole, codificate nei due Patti citati, seguano «impegni concreti».

Salvatore Cernuzio – VaticanInsider

| © catt
9 Marzo 2018 | 18:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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