Messaggio del Vescovo Alain De Raemy per i media

Ecco il passaggio forse più complesso del messaggio di Papa Francesco, quest’anno focalizzato sul tema delle fake news, la disinformazione diffusa soprattutto nei social network, le reti che spesso assomigliano a un ghetto:

«Inoltre, non si smette mai di ricercare la verità, perché qualcosa di falso può sempre insinuarsi, anche nel dire cose vere. Un’argomentazione impeccabile può infatti poggiare su fatti innegabili, ma se è utilizzata per ferire l’altro e per screditarlo agli occhi degli altri, per quanto giusta appaia, non è abitata dalla verità. Dai frutti possiamo distinguere la verità degli enunciati: se suscitano polemica, fomentano divisioni, infondono rassegnazione o se, invece, conducono ad una riflessione consapevole e matura, al dialogo costruttivo, a un’operosità proficua.»

In altre parole, posso essere disonesto anche senza mentire. Senza fake posso hate! Posso odiare dicendo la verità… Sì, è possibile che pur continuando ad affermare cose vere io non sia alla ricerca della verità, ma piuttosto della diffamazione, dell’accusa, del conflitto e della condanna. Occorre dunque prestare la massima attenzione al quando, al come e al tono nella comunicazione! Anche in chiesa.

Che questa Giornata Mondale delle Comunicazioni Sociali ci renda attenti non solo alla verità, ma anche all’uso della verità, per una comunicazione veritiera!

Alain de Raemy, vescovo ausiliare, responsabile della comunicazione e dei media in seno alla Conferenza dei vescovi svizzeri

5 Maggio 2018 | 21:32
Tempo di lettura: ca. 1 min.
Condividere questo articolo!