Liturgia penitenziale a San Pietro, il «silenzio» di Francesco

Nessuna parola, nessun commento, ma un lungo momento di silenzio, di riflessione, di preghiera. Papa Francesco non ha pronunciato alcuna omelia durante la liturgia penitenziale di Quaresima chiamata «24 ore per il Signore»che, come ogni anno, si è svolta nel pomeriggio nella Basilica di San Pietro. Una novità rispetto alle precedenti edizioni; probabilmente una scelta del Pontefice, quella del silenzio che, in un momento di tanti e continui «rumori», ha voluto risaltare il senso di un sacramento fondamentale nella vita cristiana quale la Riconciliazione, «luogo» per conoscere e incontrare «il volto di misericordia di Dio».

Un’occasione per il Papa argentino anche per soffermarsi in preghiera insieme ai fedeli di Roma giunti in Basilica. Perché è proprio nella preghiera che è possibile chiedere a Dio «il dono di un cuore ferito, capace di comprendere le ferite altrui e di sanarle con l’olio della misericordia», come ha detto questa mattina nell’udienza ai partecipanti al corso annuale sul foro interno della Penitenzieria apostolica.

Come gli altri anni, invece, la liturgia ha visto l’immagine del Papa penitente davanti ad un sacerdote, con il capo chino e le mani giunte, in ginocchio in uno dei 95 confessionali che costeggiano la navata di destra della Basilica vaticana. Dimessi i paramenti, Bergoglio si è confessato per primo per circa quattro minuti, seguito poi dagli altri fedeli.

Sette di loro sono stati confessati dallo stesso Pontefice: tre uomini e quattro donne, tutti laici. In totale le confessioni sono durate circa 40 minuti, con il sottofondo dei canti dei pueri cantores del coro della Cappella Sistina diretta dal maestro monsignor Massimo Palombella.

Quest’anno, inoltre, il libretto della liturgia suggeriva alcuni spunti per l’esame di coscienza. Venticinque domande per «esaminare sé stessi alla luce della Parola di Dio». Alcune erano dedicate a temi della vita umana, come: «Ho attentato alla vita e all’integrità fisica del prossimo?»; «ho procurato o consigliato l’aborto?»; «ho agito contro la mia integrità fisica (ad esempio, la sterilizzazione)?». Oppure a momenti della quotidianità: «Ho evitato di esercitare lavoro non necessario nei giorni festivi?»; «guidando la macchina o utilizzando altri mezzi di trasporto ho esposto al pericolo la mia vita o quella degli altri?»

Alcuni suggerimenti erano indirizzati ai genitori: «Ho dato ai figli il buon esempio?»; agli stessi figli: «Sono stato obbediente ai genitori? Ho rispettato l’autorità?»; ai coniugi: «Sono sempre stato fedele negli affetti e nelle azioni?». Presenti anche alcuni interrogativi dalle sfumature più «sociali»: «So dare del mio, senza gretto egoismo, a chi è più povero di me? Per quanto dipende da me, difendo gli oppressi e aiuto i bisognosi? Oppure tratto con sufficienza o con durezza il mio prossimo, specialmente i poveri, i deboli, i vecchi, gli emarginati, gli immigrati?».

L’evento «24 ore per il Signore», promosso dal Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova evangelizzazione, si vivrà in contemporanea in numerose diocesi del mondo i prossimi 24 e 25 marzo, vigilia della quarta Domenica di Quaresima, sul tema «Misericordia io voglio» (Mt 9,13). 

(Vatican Insier)

19 Marzo 2017 | 08:30
Tempo di lettura: ca. 2 min.
PapaFrancesco (1459), quaresima (130)
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