L'incredulità di San Tommaso in questo tempo di «convivenza forzata»

«Sei proprio un San Tommaso!» si dice ancora oggi per indicare qualcuno che proprio non ha fede in quello che gli viene detto. Eppure, se ci pensiamo, basta guardare i nostri figli per capire che la fede l’abbiamo persa con gli anni: solo qualche mattina fa, era il giorno di Pasqua, i nostri bambini sono venuti a svegliarci con lo stupore negli occhi perché il «coniglio di Pasqua» era passato durante la notte, aveva fatto loro alcuni dispetti e aveva nascosto le uova di cioccolata. Un episodio banale che però ci fa capire che i bambini si fidano di chi parla loro col cuore, di chi vuole il loro bene. Il resto non conta. E noi invece abbiamo sempre bisogno di prove, scegliamo di essere come San Tommaso: abbiamo bisogno di segni che ci dicano che la persona di cui siamo innamorati contraccambia il nostro sentimento; poi con gli anni abbiamo bisogno di segni che ci diano continuamente conferma sulla nostra genitorialità, che ci dimostrino che abbiamo conquistato la stima di quell’amico, piuttosto che di quel collega.

A volte poi ci fa proprio comodo essere come l’Apostolo incredulo; facendo come lui attendiamo di essere presi per mano da Gesù che ci mostra la bellezza attraverso le relazioni se vissute in profondità e che ci aiuta a comprendere certi eventi apparentemente senza senso che sembrano piombare nelle nostre esistenze … Se ci fermiamo ad essere come San Tommaso abbiamo continuamente bisogno di comprendere quello che ci capita, e non ci accorgiamo che invece Dio ci chiede solo di fidarci di Lui, non servono segni, non servono prove ne dimostrazioni di amore; Lui c’è, anche nelle sfide quotidiane, anche nell’intervento cardio-chirurgico della nostra bimba di pochi mesi, anche nel dolore per la perdita di un nostro caro. È li che si sente che se non avessimo Lui al nostro fianco saremmo persi, vacilleremmo nel buio e non troveremmo sostegno.

Con gli anni, in questo cammino chiamato famiglia si impara dunque che fidarsi vuol dire affidarsi all’Altro in maniera incondizionata. Un invito che oggi, chiusi nelle nostre mura, risulta ancora più valido e attuale: in un presente che ci costringe in casa, nelle difficoltà che una «convivenza forzata» può portare, abbiamo la possibilità di riscoprire i veri valori, di dare spazio alle relazioni profonde facendo germogliare quel seme prezioso che nella quotidianità frenetica rischia di perdersi e non germogliare. Proprio in questo tempo così particolare l’incredulità di San Tommaso ci aiuti a camminare verso una primavera rigogliosa e piena di frutto prezioso.

Silvia e Roberto

21 Aprile 2020 | 10:40
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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