Lara Allegri, presidente dell'Azione Cattolica ticinese.
Ticino e Grigionitaliano

L’Azione Cattolica ticinese avvicenda i suoi vertici e rilancia la sua missione

di Cristina Vonzun 

Con il suo sorriso questa mamma e moglie, donna impegnata professionalmente che lavora sia per Pro Senectute come operatrice del servizio di promozione della qualità della vita, sia per Alzheimer Grigioni in qualità di responsabile del consultorio per il Moesano, è la prima donna alla guida dell’Azione Cattolica Ticinese (ACT).

Lara Allegri di Claro ha scoperto Dio e la fede da giovane, negli anni ›90, lei che da ragazza si definiva «atea». Da sabato scorso è subentrata a Luigi Maffezzoli, presidente in carica che ha lasciato a partire dall’inizio del 2023, anticipando di qualche mese la naturale scadenza del mandato che sarebbe dovuta avvenire a maggio. I motivi delle dimissioni di Maffezzoli, come ci ha confermato lui stesso, sono di vario genere: personali, interne all’associazione, ma soprattutto per favorire una miglior rapporto con la diocesi.

Con Maffezzoli l’ACT ha vissuto un momento di transizione importante, segnato in questi ultimi tre anni dal rilancio del settore giovani, dall’arrivo di un nuovo assistente nella persona di don Angelo Ruspini e un consolidamento del sodalizio. Ma ora tocca a Lara Allegri, responsabile della rivista associativa Spighe e quindi volto e firma nota agli aderenti dell’ACT nell’immediato futuro a guidare l’Associazione laicale. Con lei affrontiamo la sua avventura umana e guardiamo all’ACT, che ad oggi conta alcune centinaia di aderenti.

Lara, cosa ha fatto sì che lei, a 18 – 19 anni, negli anni ›90, dall’ateismo abbia scoperto la fede?

Una persona mi ha accolta come amica e mi ha accompagnata in un cammino di crescita nella fede. È stata un’accoglienza senza giudizio. Con questa persona ho vissuto l’esperienza della fedeltà ad un incontro con altri che dava qualità alla mia vita al punto da non poterne poi più fare a meno. Ho scoperto la fede nella Gioventù francescana, mentre in Azione Cattolica ho incontrato la Chiesa, il vescovo e la comunità diocesana.

La fede quindi ha dato qualità alla sua vita?

Sì, al punto da diventare irrinunciabile. Non è stato un innamoramento a prima vista, non sono neanche caduta da cavallo come San Paolo. Ricordo nella mia parrocchia padre Beda che mi accoglieva a catechismo anche se non ero battezzata. Lo ha fatto nonostante la fede del tempo fosse un po’ rigidina.

Qual è in lei l’eredità di quell’esperienza?

L’importanza di non giudicare e di accogliere. «Chi sono io per giudicare? », ci ha ricordato il Papa.

Cosa vuol dire oggi essere laici nell’Azione Cattolica in Ticino?

Siamo persone come tutti, con famiglia, lavoro, tempo libero e via dicendo ma che provano a vivere da cristiani. La differenza non è tanto nel cosa si fa, ma nel come. Mi viene in mente una frase dell’allora vescovo di Lugano Corecco ai giovani dell’Azione Cattolica degli anni ›90: «Non vi chiedo di essere dei bravi ragazzi, ma di essere dei cristiani», cioè «quando fate delle scelte, fatele da cristiani». Penso che la stessa cosa la dica papa Francesco quando esorta ad essere discepoli missionari: non si deve andare chissà dove, ma vivere nella prospettiva di Cristo, lì dove si è.

Qual è la sfida oggi per l’AzioneCattolica ticinese?

Penso che la parola chiave per quello che si sta attraversando, sia la relazione. Questo perché veniamo da un periodo di pandemia che negli ultimi due anni è come se avesse spalmato una sorta di coltre nebbiosa tra le persone. La pandemia ha separato ed ha creato solitudine e distanza. Quindi ora dobbiamo puntare su relazione e prossimità, questo sia tra individui che tra realtà all’interno della stessa ACT. Occorre connettersi nella realtà fisica, non in quella virtuale.

Si può dire, quindi, un’Azione Cattolica che vuole mettersi al passo della gente in Ticino?

Bisogna mettersi all’ascolto di quelle che sono le necessità della gente, puntare sui rapporti interpersonali, su una fraternità. Sogno delle relazioni significative che, in fondo, sono la base del nostro sentirci Chiesa. In Azione Cattolica abbiamo la bellezza di avere tutte le generazioni che insieme discutono e progettano, dal giovane al pensionato passando per la persona di mezza età e la madre di famiglia. Non è scontato oggi!

In rapporto alle Reti pastorali, come si profila l’Azione Cattolica?

Abbiamo incontrato il coordinatore del progetto, don Sergio Carettoni. Ci siamo detti molto semplicemente che possiamo inserirci là dove siamo. Non siamo tantissimi, ma disponibili dove serve, là dove c’è una nascente Rete pastorale.

L’ACT a maggio avrà l’assemblea elettiva … 

Verrà nominato il Consiglio diocesano e saranno confermate le cariche. Il mio scopo è quello di finire questa legislatura al posto di Luigi Maffezzoli. A Maggio sarà eletto dall’assemblea il nuovo Consiglio diocesano. Questi mesi li vivrò per verificare il servizio che sto facendo.

Lara Allegri, presidente dell'Azione Cattolica ticinese.
23 Gennaio 2023 | 09:12
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