don Emanuele Di Marco
Ticino e Grigionitaliano

La professionalità, tassello importante per rispondere alle domande dei giovani

Una formazione che non sia solo propedeutica all’insegnamento, ma continua, quale forma di accompagnamento dei docenti lungo tutto il loro percorso di insegnamento. È in quest’ottica, come ci spiega don Emanuele Di Marco, che ormai da un paio d’anni la Facoltà di Teologia di Lugano si prefigge in collaborazione con l’UIRS di seguire, con offerte formative puntuali, gli insegnanti di religione del Cantone.

Da due anni a questa parte, tale formazione avviene in una modalità specifica: «Il nuovo sistema prevede una formazione di 100 ore, una cinquantina di insegnamento frontale, con materie e discipline teologiche, filosofiche o riguardanti la comunicazione, le altre 50 di laboratori pratici ». A questa offerta se ne aggiunge un’altra: «Offriamo un corso base in educazione religiosa in età scolastica, una proposta che si rivolge a tutti coloro che sono impegnati in ambito pedagogico-religioso e che fornisce una base comune, filosofica e teologica, a catechisti e insegnanti di religione. Queste proposte vogliono essere una risposta al bisogno di professionalizzazione della scuola per il bene globale dell’esperienza scolastica».

Una formazione continua

L’interdisciplinarietà, sottolinea Di Marco, è «uno dei tasselli importanti », anche perché «il contatto con lo studente rispetto ad altre discipline è molto particolare per i temi che vengono affrontati. Puntare sulla formazione costante del docente, permette di sostenerlo e di fornire le chiavi giuste per essere un buon insegnante rispetto a queste esigenze».

Conoscenza del territorio

Ma, a fronte del numero in calo di studenti di religione, quale invito rivolgere alle famiglie? «Sicuramente potrei rassicurarli sul carattere utile di questa scelta, per il ragazzo per la famiglia e poi farei in modo che vengano a conoscenza dei temi affrontati. Spesso la reticenza a iscrivere il proprio figlio all’ora di religione è determinata da alcune precomprensioni. L’ora di religione offre una formazione culturale che non punta all’adesione alla fede, ma alla conoscenza che permette di interpretare il territorio. È un’opportunità di crescita preziosa».

Una conoscenza del territorio a cui sono in primis chiamati gli stessi docenti: «Con le uscite intitolate «Di casa in chiesa», diamo la possibilità ai docenti, nell’ambito della loro formazione, di vivere alcuni pomeriggi di scoperta del territorio, per poi poter immaginare come visitare gli stessi luoghi, che hanno un significato religioso, con la propria classe. Constatiamo in queste occasioni l’entusiasmo di chi non parte dall’esperienza ticinese, docenti che vengono magari dalla vicina Italia e che scoprono il territorio per la prima volta. La curiosità e il desiderio di imparare è in primis nei docenti stessi. E questo è positivo».

don Emanuele Di Marco | © rsi
19 Marzo 2024 | 06:52
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