Il gruppo ticinese in Guinea.
Ticino e Grigionitaliano

La missione, il lavoro, l’incontro: l’occasione per allargare lo sguardo

di Silvia Guggiari

Si dice che l’Africa rimanga nei cuori di chi l’ha vista per sempre, e anche se è passato poco tempo dal loro rientro sembra proprio che i cuori di Ida ed Elisa siano stati «folgorati » dalle esperienze vissute grazie alla Conferenza Missionaria della Svizzera Italiana (CMSI) che, per questo tempo estivo, ha organizzato due viaggi missionari, entrambi nel continente africano, uno in Guinea Conakry e l’altro in Angola (vedi: Dal campo estivo in Angola un’esperienza di «ardente luminosità» (catt.ch)).

Dal 17 luglio al 1. agosto, un gruppo di sei ticinesi è stato ospitato presso il seminario minore Giovanni XXIII nella città di Kindia, in Guinea, dove sono stati accolti da padre Marcel insieme ai seminaristi, come ci racconta Ida Lurati, una delle partecipanti. Dal Ticino in Guinea non solo per conoscere la realtà africana, ma anche per dare un concreto aiuto nei lavori di restauro che il seminario da tempo necessitava: «È stato un campo missionario ma anche un’esperienza di lavoro, dato che siamo stati chiamati per dare una mano a sistemare la struttura costruita all’inizio degli anni ’60. C’erano diverse aree da sistemare, come quella dei bagni e quella esterna dedicata alla coltivazione e alla biblioteca. Essendo il nostro un gruppo molto piccolo e avendo a disposizione solamente due settimane abbiamo dovuto fare una selezione dei lavori da eseguire: ci siamo concentrati sulla necessità primaria che era quella di aiutare padre Marcel e i suoi ragazzi ad avere una sistemazione migliore almeno per quel che riguardava le docce e i bagni».

Il gruppo partito dal Ticino era formato da due donne e quattro uomini, tra i quali Carlo e Marco che erano sicuramente i «più preparati» per i lavori pratici e che «ci hanno guidato alla realizzazione di quanto abbiamo svolto». Ma i sei non hanno lavorato da soli, ad aiutarli c’erano i seminaristi stessi, non molti poiché molti di loro abitano lontano, ma anche diversi gruppi parrocchiali che padre Marcel ha saputo coinvolgere: «attraverso questi lavori pratici quello poi che si verifica è sempre un incontro con l’altro», racconta Ida. Ecco dunquel’occasionedirelazionarsi con la popolazione locale: «Abbiamo incontrato persone aperte che anche nelle loro difficoltà si sono sempre rese disponibili nell’aiutarci. Da parte della popolazione con la quale siamo entrati in contatto ho percepito entusiasmo unito al desiderio di conoscerci. So che alcune persone stanno continuando i lavori che noi in due settimane non siamo riusciti a portare a termine; per meèsegnochei»semini»cheabbiamo lasciato con la nostra visita non sono andati persi».

Un’esperienza che sembra essere stata molto positiva per Ida che non è di certo nuova a queste tipologia di viaggi: «non è stata la mia prima esperienza missionaria; sono stata in Messico e ho partecipato a dei campi in Sicilia con i migranti. Però era la prima volta in Africa e la prima esperienza nella quale sono stata chiamata a dare un mio contributo pratico e di lavoro manuale. Da questi viaggi si torna sempre arricchiti: per tanto tempo rimane addosso la realtà conosciuta e gli incontri fatti e una volta a casa si continua a portarli con sé nel quotidiano. In Guinea, abbiamo incontrato e conosciuto un modo di vivere diverso dal nostro e per certi aspetti anche molto lontano: un’opportunità preziosa che ci ha dato modo di tornare in Ticino con una maggior apertura e con uno sguardo diverso».

l gruppo ticinese in Guinea. In basso a destra Ida Lurati.
Il gruppo ticinese in Guinea. | © cmsi
28 Agosto 2023 | 14:21
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