Ticino e Grigionitaliano

La donazione di un nuovo fondo arricchisce la collezione della Biblioteca Diocesana

Luca Montagner.

«Carneade e gli altri. Letture del clero lombardo e ticinese tra XVIII e XIX secolo» è il titolo dell’evento organizzato dalla Biblioteca Diocesana di Lugano che si terrà mercoledì 14 giugno presso il centro San Giuseppe a Lugano (ore 18.30). A spiegarci quello di cui si parlerà durante la serata è Luca Montagner, responsabile della Biblioteca Diocesana di Lugano.

«Tutto è nato dalla donazione del prof. Pio Caroni di Rancate, che annovera fra i suoi antenati diversi preti che hanno prestato servizio nelle Terre Ticinesi. Una volta ricevuti questi libri, lo scorso autunno, abbiamo cominciato a studiarne il contenuto e ci siamo resi conto della ricchezza di questi libri, appartenuti a Presbiteri e tramandati di generazione in generazione e che oggi sono arrivati alla Biblioteca Diocesana. Da qui l’idea di organizzare un evento che rendesse omaggio e ringraziasse pubblicamente il donatore di questa collezione, utilizzando come leitmotiv della serata un tema che è stato e continua ad essere oggetto di studio anche a livello accademico, ovvero cosa leggevano i preti e da quali libri erano composte le loro biblioteche personali.

Sarà dunque l’occasione per svelare cosa è conservato in questo fondo?

Nella serata di mercoledì presenteremo l’inventario di questo fondo, che sarà poi consultabile presso la Biblioteca diocesana. La collezione, in particolare, si compone di edizioni antiche, quindi stampate prima del 1800, e moderne, ovvero volumi stampati dal XIX secolo in avanti. Il nucleo maggiore è composto da edizione dell’Ottocento: un gran numero di essi sono volumi religiosi, di aria gesuitica. Tuttavia, l’aspetto forse più particolare è anche una presenza massiccia di edizioni di letteratura classica, che ci fa capire che chi aveva tra le mani questa biblioteca non era una persona che si limitava al solo studio della teologia, ma aveva anche un vivo interesse nei confronti della letteratura e dei classici. Troviamo, ad esempio, un’edizione dei Promessi Sposi degli anni ’30, che si pone esattamente a metà tra la Ventisettana, la prima stesura del romanzo, e la Quarantana, ovvero la stesura definitiva. Essa fa parte di quelle edizioni protagoniste di una storia molto particolare a livello editoriale: infatti, il Manzoni si adirò e non poco nel vedere il dilagarsi di copie della sua opera, stampate senza il permesso dell’autore. Nella serata di mercoledì, quindi, proporremo i pezzi forti di questa collezione. Da ultimo, vorrei sottolineare un altro interessante aspetto di questa piccola collezione: le edizioni si sono conservate per la maggior parte integre nei diversi volumi e, soprattutto per quanto riguarda i libri dell’800, vi è stato anche un importante lavoro – e investimento! – nel rilegare i singoli libri, come segno evidente di una volontà di valorizzare questi «oggetti» e permettere una conservazione più adeguata.

La serata di mercoledì vedrà anche un interessante intervento sulle biblioteche private dei presbiteri…

Esattamente. Avremo l’onore di ospitare il prof. Danilo Zardin dell’Università Cattolica di Milano che approfondirà il tema delle letture del Clero, un argomento da lui molto ben conosciuto e studiato. Si tratta di un tema non troppo lontano dalle nostre terre. Infatti, in Ticino conserviamo prestigiosi esempi di biblioteche private di Preti, come quella dell’abate Fontana a Sagno, o quella del Canonico Berna a Prato Sornico o ancora la personale collezione di don Zanino conservata dalla Parrocchia di Cavergno.
Testimonianze di storia importanti, che in alcuni casi sono anche stati oggetto di virtuosi progetti di
catalogazione e valorizzazione.

Quali sono i prossimi progetti della Biblioteca diocesana?

Le idee non mancano, ma bisogna concentrarsi sull’essenziale: nel breve termine concluderemo la sistemazione a scaffale dei volumi del XIX secolo. In questo modo, porteremo a conclusione la prima grande riorganizzazione interna degli spazi di Lucino: sarà quindi possibile identificare con facilità la suddivisione delle aree dove sono collocate le edizioni antiche e quelle moderne. Per noi, questo è un punto fondamentale, non solo per l’ordine, quanto anche per poter quantificare in maniera più puntuale il nostro patrimonio. Conclusa questa fase comincerà il processo di catalogazione, quindi la messa in rete del nostro patrimonio cominciando dalle sezioni ottocentesche e novecentesche. Non mancheranno poi altri eventi: per l’inverno ci stiamo concentrando, in collaborazione con al Salita dei Frati, su un nucleo di libri di Riva San Vitale. Ma su questo lascio ancora un po’ di suspence.

12 Giugno 2023 | 22:23
Tempo di lettura: ca. 3 min.
Condividere questo articolo!