Internazionale

La Chiesa in Spagna si interroga sui dati degli abusi ecclesiali emersi in un'indagine voluta dal governo su tutta la società

La Conferenza episcopale spagnola (CEE) si è riunita il 30 ottobre in un’assemblea plenaria straordinaria per studiare il rapporto sugli abusi sessuali all’interno della Chiesa redatto dall’Ufficio del difensore civico per i diritti umani del Parlamento spagnolo, che denuncia il fatto che per decenni essa ha negato o minimizzato il problema e la esorta a sostenere le vittime.

Lo studio del difensore civico contiene dure critiche all’atteggiamento della Chiesa nei confronti degli abusi e delle denunce che riceve, e la esorta ad assumersi la responsabilità del trattamento psicologico delle vittime e delle loro famiglie, a prescindere dal fatto che i termini di prescrizione siano scaduti o meno, consentendo loro di scegliere liberamente un professionista. Ritiene inoltre necessario che gli abusatori clericali o religiosi siano trattati con i programmi di intervento basati sull’evidenza, utilizzati per trattare altri autori di reati sessuali, che si sono dimostrati efficaci, e che i professionisti dei centri religiosi siano formati per individuare le situazioni di rischio e intervenire.

Il rapporto dell’Ufficio del difensore civico, che ha intervistato 487 vittime, non ha fornito una cifra complessiva delle persone colpite, ma ha incluso un sondaggio secondo cui, in proiezione, l’1,13% dell’attuale popolazione spagnola adulta ha rivelato di aver subito abusi in ambito religioso quando era minorenne, e lo 0,6% da parte di un sacerdote o di un religioso. Quindi, secondo questo sondaggio, in proiezione sarebbero circa 233 mila persone ad essere state abusate da un chierico; lo 0,53%, poco meno di 210 mila persone, da laici.

Il sondaggio

L’indagine in questione è stata realizzata GAD3, società di consulenza per la ricerca sociale e la comunicazione. Essa mette a fuoco il problema degli abusi in ambito ecclesiale inquadrandolo in un dato generale sugli abusi mediante il metodo è quello delle interviste. In totale sono state fatte 8.013 interviste, di cui 4.802 condotte telefonicamente e 3.211 online, per un totale di 113.126 chiamate che hanno raggiunto 23.991 persone. Tra gli intervistati che hanno denunciato abusi, la maggior parte ha dichiarato che gli stessi sono stati in ambito familiare (34,1%), segue l’ambito pubblico (17,7%), l’educazione non religiosa (9,6%), l’assistenza sociale non familiare (9,5%), il lavoro (7,5%), Internet (7,3%), l’educazione religiosa (5,9%), la religione (4,6%), il tempo libero (4%), lo sport (3%) e la salute (2,6%). Uno dei punti più interessanti del lavoro presentato oggi al Parlamento di Madrid è l’aperta critica non soltanto alle gerarchie ecclesiastiche, ma anche alle istituzioni laiche, le quali «per molto tempo sono rimaste inattive di fronte alla realtà degli abusi sessuali e non hanno fatto gli sforzi necessari per proteggere i minori nei centri educativi». Per questo motivo, secondo il Difensore civico spagnolo pure lo Stato ha una responsabilità per quanto accaduto.

agenzie/red

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30 Ottobre 2023 | 17:23
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