Gerusalemme
Svizzera

Israele e Palestina: tra eterne tensioni e violenze, c’è chi dalla Svizzera costruisce un domani

di Cristina Vonzun e Katia Guerra

Mentre in Israele, in Palestina e nella striscia di Gaza si vivono ore drammatiche dopo l’escalation prodotta dal brutale attacco di Hamas, in questa stessa terra c’è chi continua a seminare pace anche grazie all’aiuto della Svizzera e del Ticino. Oltre al Baby Hospital di Betlemme (vedi sotto) ci sono le opere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro con la sua luogotenenza svizzera e quelle dei Cavalieri di Malta con la sezione elvetica.

L’Ordine del Santo Sepolcro

L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro con la Luogotenenza svizzera sostiene diversi progetti educativi per bambini, studenti e seminaristi in Terra Santa, insieme ad altri, sanitari ed umanitari. «Il legame dell’Ordine con la Terra Santa risuona chiaramente già a partire dal nome stesso: Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. I Cavalieri e le Dame dell’Ordine hanno particolarmente a cuore il destino di questa terra, e si adoperano per sostenere ed aiutare le opere e le istituzioni cultuali, caritative e sociali della Chiesa Cattolica in Terra Santa», ci spiega la Luogotenente per la Svizzera, signora Donata Maria Krethlow-Benziger. «Anche prima di questi giorni, c’era molta preoccupazione per la situazione politica in Terra Santa. La pandemia e la guerra in Ucraina hanno esacerbato la crisi economica e portato a un impoverimento generale della popolazione, tra cui anche molti cristiani. Tra le cause di questo impoverimento vi è anche l’assenza di pellegrini negli ultimi due anni, che ha compromesso enormemente le fonti di sussistenza, così che alcune famiglie sono ora difficilmente in grado di permettersi un alloggio, il cibo o altri beni di primaria necessità. La situazione eÌ» devastante». Una situazione difficile già prima dell’escalation bellica. Alla Luogotenente chiediamo quindi di fare il punto sulla minoranza cristiana, a rischio di lasciare queste terre. «Questo è un pericolo permanente, che c’era anche prima del 7 ottobre. Ma ora siamo a un punto in cui nessuno sa cosa succederà. Sono in costante contatto con il Patriarcato Latino a Gerusalemme, ma anche con il seminario di Beit Jala e con i responsabili dei vari progetti in Israele, Palestina e Giordania. Le preoccupazioni e le paure sono molte. C’è uno stato di emergenza», risponde la signora Krethlow-Benziger. Eppure chi lavora per la pace, non si arrende. La presenza della minoranza cristiana in questa regione, tra ebrei e musulmani è vitale, per gli equilibri religiosi e politici anche. «Il nostro Ordine contribuisce con aiuti concreti alla sopravvivenza delle minoranze cristiane in Terra Santa. Le diverse istituzioni gestite dalla Chiesa cattolica in questi Paesi sono aperte a tutte le persone, di qualsiasi appartenenza religiosa. Con l’impegno dell’Ordine nel campo dell’educazione, si vuole aiutare anche le persone di origini e religioni diverse ad imparare a vivere insieme in pace e nel rispetto reciproco», continua la Krethlow-Benziger. Un compito che per le Dame e i Cavalieri della Svizzera si adempie nel sentire la Terra Santa vicina, a partire dal sostegno ai più piccoli e ai più poveri. «Noi Dame e Cavalieri dell’Ordine abbiamo una seconda casa in Terra Santa. Tornare in questo luogo è tornare «a casa». Questo implica un impegno per tutta la vita, poiché l’opera del nostro Ordine è sempre orientata al servizio verso il prossimo. I nostri progetti, che promuovono la convivenza ed il dialogo, sono una base per la pace in Terra Santa. Il Papa ci ha affidato questo importante compito, e questa responsabilità è per noi un onore. E tra i grandi doni che riceviamo vi è vedere la gratitudine negli occhi delle persone che beneficiano del nostro aiuto», conclude la Krethlow-Benziger.

L’Ordine di Malta

«Nessuno sa cosa ci aspetta esattamente. Il gas e il carburante sono razionati. Non si può viaggiare tra le città e i centri urbani. Il costo degli alimenti freschi è alle stelle a causa dell’inflazione. Il numero di donne che cercano assistenza è rimasto stabile nonostante la chiusura delle strade e i 500 nuovi posti di blocco nell’area. Anche se Betlemme dovesse sfuggire alle violenze, sarebbe probabile che continui a subire gravi conseguenze economiche, dato che i pellegrinaggi e il turismo sono ora sospesi», è il messaggio affidato ai social della presidente della fondazione dell’ospedale Sacra Famiglia di Betlemme Michele B. Bowe che racconta del nosocomio in Palestina dove i bambini continuano a nascere anche in queste ore, una struttura gestita e sostenuta anche dall’associazione svizzera dell’Ordine di Malta. «Il nostro personale viene al lavoro ogni giorno mettendo da parte le preoccupazioni e le esigenze personali per offrire le migliori cure a chi è più vulnerabile. I loro bellissimi sacrifici sono il carburante per l’amore e la speranza che permeano il nostro ospedale». Voci di pace tra le furie della guerra. Ieri i vescovi svizzeri hanno pubblicato un comunicato (La Conferenza dei vescovi svizzeri condanna l’attacco di Hamas e invita a pregare per la pace in Terra Santa (catt.ch)) con cui invitano «i fedeli e le persone di buona volontà a pregare per un cessate il fuoco seguito da negoziati di pace rispettosi e giusti». Un appello che si unisce a quello del cardinale Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme.

A Lugano un concerto con letture bibliche

Domenica 22 ottobre si terrà un concerto con letture bibliche nella chiesa di San Rocco a Lugano alle ore 16. L’evento dal titolo «Shalom Salaam, cercare la pace» sarà animato dal coro «Tersicore» ed è aperto a tutti. Durante questo momento di meditazione musicale e spirituale, il biblista Marcello Fidanzio della Facoltà di teologia di Lugano offrirà alcune riflessioni a partire dai Salmi biblici proposti. Musiche di: Palestrina, Rossi, Mendelssohn, Howells e Rutter. Direzione: Guido Mollica. Entrata libera.

Gerusalemme | © cole-keister-o9yAaWS-xtU-unsplash
14 Ottobre 2023 | 17:04
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