«Io, Carla, i nostri figli e la preghiera»

Le Giornate  Mondiale della Gioventù in corso in queste ore a Panama sono un’occasione importante per i giovani che vi partecipano ma anche per tutti coloro che restano a casa ma si sentono motivati da questi eventi a voler approfondire l’ipotesi di un Dio con cui dialogare, alla ricerca di un proprio progetto di vita. Giampiero Ferrante abita a Lugano ma è nato a Palermo nel 1973 e dall’età di tre anni frequenta con la sua famiglia d’origine un cammino comunitario cattolico chiamato Rinnovamento nello Spirito Santo, per il quale ha composto numerosi brani musicali, molti dei quali entrati nel repertorio di centinaia di parrocchie in Italia e non solo. Si occupa anche di musicoterapia e web marketing. Dal 2014 si è trasferito per motivi di lavoro in Ticino con la moglie e due figlie. Lasciamogli la parola in questa testimonianza, uscita in un volume di recente pubblicazione.

L’incontro con Carla, i primi passi verso la scelta del matrimonio

Ho conosciuto la mia futura moglie Carla, proveniente da Napoli, nel luglio del 1995 in occasione di un ritiro spirituale, organizzato nelle Alpi bresciane dal Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS). Nasce la simpatia, le prime lettere, le prime telefonate (non come oggi che con Facebook e WhatsApp è tutto più facile e a costo zero). È proprio in seno al RnS che, nell’ambito di un progetto di evangelizzazione promosso dalla C.E.I. in vista del Giubileo del 2000, Carla e io ci siamo frequentati più spesso. Ero infatti musicista e autore del repertorio di uno spettacolo, mentre Carla recitava una parte sceneggiata. Nel 1998, stimolato dall’idea di poter un giorno collaborare con Carla (che si era appena laureata in psicologia), decido di trasferirmi a Napoli per frequentare un corso di specializzazione in Musicoterapia. Fin da subito, ci siamo rivolti a Dio, singolarmente e come coppia, pregandolo di benedire la nostra scelta di essere l’uno per l’altra.

Il 27 giugno 2001 il matrimonio

E così, il 27 giugno del 2001, ci siamo sposati a Napoli. Abbiamo sperimentato cosa significa celebrare delle nozze «semplici», concentrati più sul rito sacramentale che sul banchetto al ristorante. Eppure, quel rinfresco semplice, nel cortile della Parrocchia di Santa Maria della Rotonda, con musicisti e danzatori di tarantella a fare da cornice, se lo ricordano con piacere ancora in tanti… Era forse il primo segno che Dio ci benediceva nella «sostanza», prima ancora che nella «forma». Era quello il «nucleo» della nostra vocazione al matrimonio: un matrimonio frutto di una relazione semplice, fra tanti intoppi, fra innumerevoli incertezze, ma da noi tanto desiderato e dal Signore benedetto. Ricordo che, come nello stile dei gruppi di preghiera del RnS, alcuni fratelli di molte comunità di tutta la Campania vennero e pregarono per noi subito dopo lo scambio degli anelli e la benedizione della nostra coppia. Fu un momento in cui Dio ci ha parlato preannunciandoci un percorso d’amore, nel Suo Amore. Un Amore «grande e immenso», come testimonierò in un brano composto e di cui scriverò alla fine di queste righe.

Nasce una famiglia, con le sue gioie e i suoi dolori

Da quel giorno si susseguirono momenti di grande gioia – come la nascita dei nostri due figli, Giulia e Andrea –, ma anche momenti difficili, legati alle incertezze del lavoro, soprattutto del mio. Momenti bui che hanno messo a dura prova le fondamenta della mia fede e il nostro stesso stare insieme. È stata la preghiera che ha alimentato la nostra vocazione matrimoniale dopo il «sì», è stata la preghiera che ci ha dato forza, non solo quella elevata da parte nostra, ma anche quella della nostra comunità d’appartenenza, che ci ha sostenuto. La preghiera ci ha aiutato a ricordarci l’importanza di quel «sì», che ci eravamo scambiati quel caldo mercoledì di giugno. È stata la forza della preghiera, la disponibilità a venirci incontro, prima ancora della presunzione di volerci correggere e cambiare reciprocamente, a tenerci uniti quando probabilmente molte altre coppie, conformate alla mentalità del mondo, avrebbero con molta meno fatica posto la parola «fine» al matrimonio. La preghiera ci ha aiutato anche pochi minuti prima del matrimonio. Infatti, a poche settimane dal nostro «sì», mi ritrovai a non avere più certezze lavorative e a dover intraprendere vari colloqui di lavoro. Razionalmente, chiunque avrebbe rimandato le nozze fin tanto che non ci fossero state le condizioni minime per garantirci il «pane quotidiano». Carla e io ci siamo trovati più volte a pregare e in una di queste abbiamo capito che il Signore ci chiedeva che sulla «Sua Parola» dovevamo «gettare le reti» della nostra speranza e fidarci totalmente di Lui. E così, il pomeriggio della vigilia del nostro matrimonio, ricevetti una telefonata da una delle ditte presso le quali avevo svolto un colloquio. Il titolare mi comunicò che ero stato scelto e che l’indomani avrei potuto prendere servizio. Confesso di essere andato un po’ nel «pallone», dal momento che non sapevo cosa dire…, ma alla fine dissi sorridendo: «Sono molto contento, ma proprio domani non posso perché mi sposo…». Il titolare mi fece gli auguri e mi disse che mi aspettava in sede non appena fossi stato disponibile.

La preghiera ci ha anche aiutato quando, nel 2008, nostra figlia Giulia, a cui era stato riscontrato un problema al cuore (DIA), avrebbe dovuto sottoporsi all’ultima visita di controllo che avrebbe decretato la necessità o meno di un intervento chirurgico. Ebbene, la sera prima della visita, abbiamo accoratamente affidato Giulia alla Vergine, chiedendo la Sua intercessione e implorando l’intervento di Gesù per evitare che nostra figlia andasse sotto ai ferri. La mattina successiva, il medico a capo dell’équipe presso il 2° Policlinico di Napoli, che aveva seguito fin dal primo momento la situazione di Giulia e che dava quasi per inevitabile la strada verso l’intervento chirurgico, valutò il DIA di Giulia senza più alcuna rilevanza clinica e ci assicurò che, crescendo, avrebbe tranquillamente potuto fare anche attività sportive agonistiche. L’efficacia della preghiera è stata più forte delle previsioni dei medici. La preghiera ci sta aiutando ancora oggi.

A Lugano dal 2014

Siamo a Lugano dal 2014 e il trasferimento e l’inserimento in un contesto molto diverso, per cultura e usi, da quello del sud-Italia, sono stati più complessi del previsto. Neanche oggi possiamo certo dire che dal punto di vista lavorativo siamo «stabili», ma possiamo affermare che la presenza di Dio attraverso la preghiera si è manifestata in ogni momento, anche se con eventi differenti da quanto avevamo chiesto, effetti che – col senno di poi – abbiamo riconosciuto essere più utili alla crescita della nostra fede. Siamo in cammino. Sempre. Nella preghiera. Mi sono spesso ricordato di una frase che santa Teresa di Calcutta rivolse a Mons. Angelo Comastri: «Senza preghiera non puoi reggere!». È quanto abbiamo sperimentato in tante occasioni. Alla forza della preghiera dobbiamo la salute e l’integrità del nostro matrimonio, la vitalità della nostra vocazione. Sia la preghiera «tradizionale», sia quella spontanea, che sale dal cuore mentre prepari la colazione ai bambini o mentre sei incolonnato nel traffico.

La vocazione al matrimonio si gioca nella ferialità

Secondo la mia esperienza la vocazione matrimoniale è la chiamata a cercare la santità nella «ferialità» della vita di coppia e della famiglia, di cui parla l’Esortazione apostolica Amoris laetitia di Papa Francesco. Ma la vocazione matrimoniale non può limitarsi alla nostra «chiesa domestica». Mia moglie e io sentiamo anche il dovere di testimoniare la nostra esperienza a giovani coppie che desiderano scambiarsi il loro «sì» e, ancor di più, a chi ha perso il senso di quel «sì» e, non ritrovando la «via», si sta smarrendo e uccidendo il proprio matrimonio. Non so se sia riuscito a illustrare efficacemente ai lettori la mia esperienza di uomo, marito e padre che ha scelto di fidarsi di Dio. Non è semplice, perché molte cose sono veramente difficili da esprimere. Solo chi fa un’esperienza di preghiera forte e di affidamento totale a Dio può vivere queste sensazioni. Prima di concludere vorrei condividere un paio di esperienze significative vissute in veste di compositore cristiano, esortato dalle celebri parole di sant’Agostino: «Chi canta prega due volte». Nel 2004, insieme a un caro amico (Gianfranco Pesare), ho scritto un brano dal titolo Il tuo Amore è grande, come ho anticipato qualche riga sopra. Quando ho composto la musica di questo canto, sentivo che dovevo esprimere che l’amore di Dio per noi è qualcosa di così «immenso» che doveva essere testimoniato a tutti. Gianfranco, si è pienamente sintonizzato con me e, ispirato dal Salmo 23, ha composto il testo. Ebbene, Dio ci ha dato più di quello che potevamo sperare.

Un mio brano eseguito in piazza San Pietro, davanti ai giovani

Infatti, in occasione di un evento preliminare alla GMG, il primo aprile 2004, in Piazza San Pietro, Mario Rosini (che l’anno dopo si classificherà terzo al Festival di Sanremo), davanti a migliaia di giovani e, soprattutto, davanti a san Giovanni Paolo II, eseguì quel brano. Il Signore esaudì così il mio desiderio di testimoniare a tutti quanto è grande il Suo Amore. Altra esperienza musicale, certamente meno pubblica della precedente, riguarda un brano ancora inedito. È stato il mio regalo per le nozze della sorella di mia moglie; è intitolato Un giorno scritto per noi. Per motivi editoriali non posso pubblicare il testo integrale, ma vi riporto il ritornello: «Oggi scelgo te per formare un solo corpo che sappia vivere per le strade che Dio ci darà. Nessuno mai divida ciò che Egli ha unito, nel cuore mio ho scelto te». Mi auguro che questa mia piccola testimonianza possa incoraggiare qualche coppia in cammino, in discernimento, o in un momento di prova a rivolgersi fiduciosa a Dio, affidandogli le proprie necessità. Lui provvederà a riaccendere o a mantenere viva la fiamma della vocazione al matrimonio.

Giampiero Ferrante

Questa testimonianza è ripresa dal libro :  »Inatteso. Testimonianze che pro-vocano i giovani«, di Arturo Cattaneo con Alessandro Cristofari e Cristina Vonzun, prefazione di monsignor Rino Fisichella – La Fontana di Siloe, pp. 328, 22 euro 

24 Gennaio 2019 | 11:20
Tempo di lettura: ca. 6 min.
famiglia (112), giovani (724), gmg (151), Papa (1255)
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