Indagini sulla donna respinta al confine: Comune e Diocesi pagheranno i funerali di Beauty

Una donna respinta alla frontiera, nonostante avesse un grave linfoma e fosse incinta di poche settimane. Una donna che, con la sua famiglia, arriva fino in Francia ma viene fatta tornare indietro. Una donna che dà alla luce il suo bambino e muore. È questa la storia di Beauty, nigeriana, 31 anni, che ha cercato di superare il confine, ma è stata rispedita a Bardonecchia dalla Gendarmerie. «Lei avrebbe potuto andare avanti, io no» racconta Destiny, il marito. «Il suo è stato un gesto d’amore». Lei era in regola, lui senza documenti. E la legge è la legge, va rispettata. Nessuna deroga, nemmeno se a chiederla è il senso di umanità.  

Per Beauty, che ha raggiunto un ospedale torinese grazie all’intervento dei volontari di «Rainbow4Africa», non c’era più nulla da fare. «È arrivata da noi in fase terminale», spiega il dottor Enrico Bertino, direttore del reparto di Neonatologia universitaria del Sant’Anna. «L’unica speranza era quella di salvare il piccolo». Il bambino è nato prematuro di 11 settimane e pesa 900 grammi. Nella tragedia, un simbolo di speranza. Come sottolinea il prefetto Renato Saccone. «Questa è una vicenda triste, che ci addolora. La nascita del piccolo Israel è la dimostrazione della qualità del sistema sanitario italiano, che ai migranti assicura le migliore garanzie». Aggiunge: «Alimentare false aspettative, speculando sui bisogni di queste persone per un transito in Francia pericoloso e illegale, non deve trovare alcuna motivazione in una presunta solidarietà».  

Beauty e la sua famiglia si sono scontrate con l’inflessibilità dell’autorità francese. La stessa ad aver indagato Benoit Ducos, la guida alpina che ha salvato una migrante incinta sul passo del Monginevro, a 1900 metri d’altezza. «Vicende come queste sfidano la nostra umanità» interviene monsignor Cesare Nosiglia. «Nel nostro mondo, che ci piace pensare civile e progredito, quello che manca è proprio l’attenzione a ogni singola persona. Dice il Signore che il sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato: significa che la legge è fatta per l’uomo e non l’uomo per la legge». Nel caso di Beauty, però, chi doveva far rispettare le regole non ha sentito ragioni.  

La procura di Torino vuole vederci chiaro e ha disposto degli accertamenti sul caso. Accertamenti giuridici. Mentre, in tutto il Piemonte, è scattata una gara di solidarietà. L’assessore alle politiche sociale del comune, Sonia Schellino, ieri ha incontrato il marito di Beauty. Ha attivato tutte le reti di previdenza sociale e il Comune, insieme con la Curia, si è offerto di contribuire alle spese per i funerali. 

«Da quando ho perso mia moglie, ho perso parte della mia vita». Destiny trattiene a stento le lacrime. «Mi sento vuoto, ma ora ho un figlio a cui badare. Ringrazio per la solidarietà. Adesso, però, ho bisogno dei documenti e di un lavoro, se no mi toccherà chiedere l’elemosina. E in strada, per me e per il mio bambino, non c’è futuro».  

Irene Famà – VaticanInsider

 

26 Marzo 2018 | 13:00
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