Migranti accolti a Rebbio (CO) nella parrocchia di don Giusto della Valle.
Ticino e Grigionitaliano

«Migranti in cerca di dignità, nella loro rotta verso Nord»

di Silvia Guggiari 

Sul territorio ticinese vi è un luogo che ricorda un «limbo», dove gli ospiti si ritrovano a vivere per qualche settimana insieme ad altre centinaia di persone in attesa di continuare il loro viaggio. Stiamo parlando del centro federale d’asilo Pasture di Novazzano dove i migranti, una volta superata la frontiera con l’Italia, alloggiano per un breve tempo (100-140 giorni al massimo) con la prospettiva di proseguire il viaggio verso nord. Un tempo di attesa ma che rimane molto faticoso dal punto di vista fisico e psicologico: difficoltà diverse, talvolta anche evidenziate dalla cronaca, come di recente. Abbiamo scovato alcune realtà nel Mendrisiotto che si impegnano ad offrire un’accoglienza dignitosa e a creare occasioni di incontro.

L’oratorio di Balerna il venerdì pomeriggio

Da qualche anno, il venerdì pomeriggio l’oratorio di Balerna mette a disposizione i suoi spazi agli ospiti del centro Pasture. Il custode Jorge prepara i luoghi – il campo da calcio all’esterno e l’interno con il calcetto, il ping pong e il biliardo – e accoglie i ragazzi, per la maggior parte minori non accompagnati, come ci spiega don Marco Notari, vicario della parrocchia di Balerna. Inoltre, «avendo il salone cinema, capita che don Marcel Mattana (diacono permanente, assistente spirituale dei migranti al centro richiedenti asilo, ndr) proponga dei film in lingua inglese. Diverse volte l’anno poi, chiamiamo i ragazzi per realizzare i lavori di giardinaggio piuttosto che di manutenzione dell’oratorio». Dopo l’incendio dell’11 gennaio scorso, inoltre, don Marco ci dice che, essendoci gli spazi più ristretti a Pasture, «abbiamo offerto ai ragazzi la possibilità di venire in oratorio per consumare i pasti preparati al centro». Diversamente dalla parrocchia di Novazzano che propone ai migranti un’attività più strutturata il mercoledì, la parrocchia di Balerna non ha volontari ma l’invito del vicario è sempre aperto: «Siamo sempre alla ricerca di volontari che trascorrano qualche ora con i ragazzi il venerdì, accogliendoli e giocando con loro. Se qualcuno vuole venire anche solo una volta è il benvenuto». «Relazionarsi – conclude don Marco – non è sempre facile, ma vogliamo partire dal mettere a disposizione gli spazi per creare incontro e non scontro, per far sentire questi ragazzi accolti e ben voluti. Al centro Pasture la situazione è critica, questo è un dato di fatto: la convivenza di centinaia di persone di provenienza diversa non è mai facile, per di più se pensiamo al viaggio lungo e faticoso che ognuno di loro ha dovuto e probabilmente dovrà affrontare. Gli incidenti capitano, ma questo non vuol dire che siano tutti malvagi piuttosto che malintenzionati. Con la nostra disponibilità, vogliamo trasmettere l’idea che le nostre comunità sono capaci di apertura e di accoglienza».

L’impegno dell’associazione «Mendrisiotto Regione aperta»

Al sud del Cantone si è recentemente costituital’associazione«Mendrisiotto regione aperta» che intende promuovere l’integrazione di migranti e rifugiati, come ci spiega Willy Lubrini, uno dei coordinatori dell’associazione.

«Il Dipartimento degli interni ha accolto la nostra richiesta di entrare a far parte del gruppo di accompagnamento degli ospiti del centro. Vogliamo costruire una rete sociale di supporto con l’obiettivo di dare un senso al tempo che queste persone trascorrono sul nostro territorio: al momento gli ospiti sono ancora troppo isolati dal contesto sociale con forti conseguenze sul piano psicologico». Willy, insieme ai circa 80 membri della nuova associazione, si sta dunque impegnando per stilare ogni mese un programma di attività: «A gennaio, ad esempio, abbiamo proposto un atelier di pasticceria tenuto da un pasticcere in pensione nel suo laboratorio a Coldrerio al quale hanno partecipato sette donne, due minorenni iraniane, due congolesi, due pakistane e una donna curda. Il sabato c’è il programma sport nella palestra di Chiasso, inoltre c’è un gruppo scout che si occupa di preparare pranzi all’oratorio di Balerna e un altro gruppo cinema che si occupa di proiettare film sopra il centro Meridiana per una quarantina di persone ». L’associazione è appena nata ma è già molto attiva e il suo desiderio è quello di costruire una rete sociale che coinvolga realtà sul territorio che già operano con i giovani.

L’impegno di Willy Lubrini non si ferma però in Ticino; dal 2016, ogni venerdì, con un gruppo di 7 amici, si reca a Rebbio (in provincia di Como), nella parrocchia di don Giusto della Valle, per distribuire la spesa – precedentemente donata da «Tavolino Magico » – ai bisognosi del quartiere, e per preparare il pasto ai circa 35-40 rifugiati e richiedenti asilo che alloggiano negli spazi della parrocchia. «Il servizio – racconta il sig. Lubrini – è nato nel 2016, in concomitanza con la guerra in Siria, quando nella stazione di Como erano confluite centinaia di persone. Da lì, insieme ad alcuni amici in pensione, avevamo cominciato a preparare dei pasti a Chiasso per portarli e distribuirli a Como. Qui abbiamo conosciuto don Giusto e così è nata la nostra collaborazione che va avanti tutt’oggi». Ma quali sono le ragioni di questo volontariato? «È stata una scelta spontanea, spinta da una passione umanitaria e dal desiderio di aiutare gli altri. In realtà anche noi riceviamo molto: riceviamo energie, vitalità, conoscenza, confronto con altri mondi e altri bisogni. È una esperienza che ci tiene vivi umanamente e mentalmente », conclude il sig. Lubrini.

Migranti accolti a Rebbio (CO) nella parrocchia di don Giusto della Valle. | © catt
22 Gennaio 2024 | 14:06
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