Internazionale

Migranti: la metà di loro muore annegata, il 2023 è stato l'anno più letale

Secondo uno studio delle Nazioni Unite, più di 8.500 persone sono morte in cerca di una vita migliore, molte delle quali mentre si dirigevano verso l’Europa. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni chiede che le rotte migratorie siano più sicure. Secondo i dati delle Nazioni Unite, lo scorso anno almeno 8.565 persone hanno perso la vita sulle rotte migratorie in tutto il mondo, un quinto in più rispetto all’anno precedente. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) ha annunciato mercoledì a Ginevra che il 2023 è stato l’anno più letale dall’inizio delle registrazioni. Il dato, determinato dal «Missing Migrants Project», supera il precedente anno record del 2016, quando morirono 8.084 persone.

Il Mediterraneo è la regione più letale

Ogni anno centinaia di migliaia di persone intraprendono viaggi rischiosi a causa della mancanza di rotte migratorie sicure e regolari. Secondo l’OIM, il Mediterraneo rimane la regione più letale per i migranti. Lo scorso anno, almeno 3129 persone sono morte o disperse durante la traversata. In termini regionali, il maggior numero di morti è stato registrato in Africa (1866) e in Asia (2138).

In Africa, le rotte attraverso il deserto del Sahara e la rotta marittima verso le Isole Canarie si sono rivelate particolarmente pericolose. In Asia, sono morti centinaia di rifugiati afghani e rohingya. Dalla sua fondazione nel 2014, il «Missing Migrants Project» ha documentato la morte di quasi 63.900 migranti. La metà di loro è morta per annegamento. (kna)

fonte: kath.ch/traduzione e adattamento catt.ch

| © catt
7 Marzo 2024 | 14:51
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